Le migliori Serie Tv e miniserie del decennio
Il decennio è andato e siamo rimasti qui a tirare le somme. Tra i tanti bilanci non potevamo esimerci dal fare quello del mondo della serialità tra serie tv, miniserie e film per la televisione.
È già nostalgia per il cavallo più amato di casa Netflix, le cui avventure volgono inesorabilmente alla fine. Bojack Horseman si è imposta da subito per l’originalità del suo stile visivo e per la totale e dissacrante critica della grande industria dell’intrattenimento. Incarnando i vizi peggiori della peggiore Hollywood indossando la maschera dell’inettitudine, Bojack Horseman si è fatto aedo della sua tragica esistenza. Ricostruendo la sua problematica infanzia, cercando di superare un trauma dopo l’altro ma finendo sempre per far prevalere il suo lato peggiore, Bojack si è reso un episodio alla volta il motore di una spirale di autodistruzione che ha coinvolto chiunque abbia intercettato il suo cammino.
Così la serie non è solo il triste melologo della star di Horsin’ Around, ma è un brulicare di esistenze tutte ugualmente inabissate nella sofferenza e nella depressione. Pur essendo quindi un ritratto stratificato della tristezza Bojack Horseman riesce a intrattenere nella riflessione, a strappare una risata anche quando la tensione e la violenza montano. Ed è sicuramente in questi momenti così oscuri che lo show ha regalato i suoi momenti migliori, come nello splendido episodio Showstopper, caratterizzato da un montaggio incrociato a regola d’arte. Ma anche nel dramma più profondo Bojack Horseman rimane un inno di speranza, e nella storia di Bojack così come in tutte le sottotrame il miraggio della remissione e della felicità sembra essere il vero anelito. Non ci resta che aspettare il 31 gennaio per assistere al gran finale.
A cura di Leonardo Di Nino
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Rick and Morty (2013-in corso, William Street/Adult Swim/Netflix)
Giunta ormai alla quarta stagione, Rick and Morty è un tripudio di animazione che ne fa una delle opere del genere più straordinarie del nuovo secolo. La continua rilettura dei canoni fantascientifici ha ceduto il passo, negli ultimi episodi usciti, alla consapevolezza del valore già sedimentato di un instant classic della cultura pop. Il cartone ha iniziato ad auto-citarsi perché già parte integrante di quell’immaginario ricco di simboli, matrice dal quale Rick & Morty si è generata. Lo testimonia ad esempio il fenomeno pickle Rick, tra le icone più riconoscibili di quel carnevale di personaggi e situazioni sempre più grottesche e incredibili che gli autori portano in scena ormai dal 2013.
Dal paradosso quantistico e temporale ai più triviali giochi di parole su cui costruire intere puntate, dalla riflessione filosofica del Moon Man alla satira cinematografica e meta-cinematografica, Rick and Morty trasfigura dalla semplice serie animata in un’opera enciclopedica dell’assurdo. Forti della natura antologica della serie, gli autori hanno potuto davvero creare qualcosa di eccezionale, spaziando in un orizzonte di miti e maschere sempre più vario e articolato, senza mai rendere la narrazione inutilmente prolissa anche nelle più complesse elucubrazioni scientifiche. Al contrario. l’assoluta immediatezza con cui vengono proposti alcuni classici come i viaggi nel tempo o i multi-versi è tra i principali pregi della serie. Un’enorme e delirante rapsodia, la più grande saga sci-fi della contemporaneità, uno dei più affascinanti fenomeni di intrattenimento di massa: Rick and Morty rientra di diritto tra le migliore serie tv del decennio.
A cura di Leonardo Di Nino
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Love, Death & Robots (2019-in corso, Blur Studio/ Netflix)
Nel 2019, il regista di Deadpool, Tim Miller, crea una serie dallo strano titolo Love Death + Robots. Ovvero, Amore Morte più Robots, riuscendo a racchiudere nelle prime due parole l’intera vita umana e aggiungendo una variabile meccanica, fatta di ingranaggi e programmazione. Ne viene fuori una serie emozionante e struggente come la vita e sorprendente come l’innovazione tecnologica.
La serie animata, prodotto tra gli altri da David Fincher, è composta da 18 episodi dalla durata variabile tra i 6 e i 18 minuti, ognuno dei quali potrebbe accontentare un pubblico diverso: dagli amanti della fantascienza ai fan del genere thriller e persino i più sognatori, con storie aperte a più interpretazioni.
Love Death + Robots, strutturata come serie antologica, sfrutta la potenza della narrazione di racconti brevi, firmati da autori più o meno conosciuti, insieme a varie tecniche di animazione. Così facendo, episodio dopo episodio, non stanca manca e iniziare un nuovo episodio è sempre come scartare un nuovo regalo sotto l’albero di Natale. Una Sorprendente chiusura di decennio.
A cura di Giuseppe Benincasa
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