La politica entra a gamba tesa nella diatriba Sanremo
Non si placano le reazioni seguite alle frasi controverse pronunciate da Amadeus in presentazione del Festival di Sanremo 2020. Già affrontate le accuse di sessismo, e già avendo fornito la sua replica, il presentatore continua però ad affrontare un incalzante backlash dagli ambienti più disparati. Dalla “collega” Myss Keta, che condurrà il dopofestival, al rapper Salmo, che declina l’invito a partecipare al Festival con un “non me la sento”. Ora, la polemica ha raggiunto il parlamento.
Ventinove deputate hanno infatti firmato insieme una lettera, indirizzandola alla commissione di vigilanza Rai, all’amministratore delegato Fabrizo Salini, al consiglio d’amministrazione e al sindacato italiano dei giornalisti Rai (USIGRai). Potete leggere la lettera per intero su Repubblica. Vi si afferma: “Risulta del tutto incomprensibile che […] il servizio televisivo pubblico promuova un modello diseducativo di donna bella e disposta a occupare ruoli di secondo piano per non fare ombra al proprio compagno famoso. E dispiace che, malgrado l’imbarazzo che immaginiamo – e speriamo – da loro stesse provato, le donne presenti alla conferenza stampa in qualità di co-conduttrici non abbiano preso le distanze, né durante né dopo”.