Checco Zalone è sicuramente l’attore italiano del momento. Il suo ultimo lavoro, Tolo Tolo (potete leggere la nostra recensione QUI) , al cinema dal primo di gennaio sta letteralmente spopolando, sbriciolando qualsiasi record di incasso. Durante una lunga intervista a Vanity Fair, il comico pugliese ha raccontato un aneddoto davvero incredibile riguardante la sua esperienza in Kenya, dove ha girato il film, a proposito di un bambino keniota che non poteva seguire Zalone in Italia.
C’è un bambino che mi segue nel film, che mi si affeziona, che mi prende un po’ come un secondo padre. Per una questione burocratica non aveva il visto per venire in Italia. Praticamente un’iperbole. Il Kenya non ce lo mandava con Salvini ministro dell’Interno in carica
Continuando la sua confessione alla rivista diretta da Simone Marchetti, Checco Zalone ha anche ricordato il suo passato non di certo facile. Prima di fare il comico infatti, il quarantaduenne barese, è stato anche rappresentate di una compagnia farmaceutica poi fallita e la sua vita era sull’orlo del tracollo, prima di avere la sua primissima occasione a Zelig.
Le ho provate tutte e non mi sono arreso. Sono stato fortunato, anzi fortunatissimo perché senza una buonissima dose di culo non vai da nessuna parte, ma quando ho avuto un’occasione ho dimostrato di sapermela meritare. Mi mandavano in onda, funzionavo, facevo ridere. Per andare in trasmissione viaggiavo da Bari e Milano e dormivo a casa di un amico. Il primo migrante ero io. Un migrante disperato come tutti i migranti. Prima, volevo qualche euro in tasca, una macchina tutta mia, un orizzonte sereno. Volevo il posto fisso. Ma ho capito di avere un potenziale quando ho inseguito i miei sogni