Si conclude un decennio di musica italiana, fatto di novità, generi di tendenza e artisti indipendenti.
Gli Anni Dieci, il primo decennio di questo secolo (2010-2019), si concludono ed è ovviamente tempo di tirare le somme. La scena musicale italiana non ha brillato per originalità e innovazione, ma ha visto cambiamenti importanti, che hanno portato all’affermarsi di nuovi artisti e alla conferma di altri musicisti e generi già noti.
Il pop ha dominato quasi incontrastato, trainato dalla TV, dai Talent show e dai soliti nomi che vivono di rendita da decenni: Jovanotti, Ligabue, Eros Ramazzotti, Biagio Antonacci, Tiziano Ferro, Vasco Rossi (che ogni tanto annuncia un ritiro e poi torna), Elisa, Laura Pausini, ecc.
Al pop classico si è aggiunto un teen pop tendente al trash, guidato dall’ironia di Rovazzi, dalla deriva pop di J Ax, dall’autotune di Fedez e da personaggi minori: Benji e Fede, Baby K, The Kolors, Irama, Shade, Takagi & Ketra, ecc.
Uno dei fenomeni di tendenza è stato la nascita del genere itpop. Una sorta di Indie, o presunto tale, che si caratterizza per basi e melodie poco elaborate e testi che dovrebbero essere “alternativi”. Nulla in comune con la scena indipendente dei decenni precedenti (Marlene Kuntz, Afterhours, Verdena, …). Ora abbiamo: Calcutta, Gazzelle, Galeffi, Coma_Cose, Viito, Canova, Carl Brave e, spostandoci verso il mainstream, Lo Stato Sociale.
Un altro genere che ha preso piede a livello internazionale e poi anche nel nostro paese è la trap. Sfera Ebbasta, Capo Plaza, Tedua, Achille Lauro, Dark Polo Gang e molti altri hanno realizzato album trap in italiano e ottenuto successo, soprattutto tra i giovanissimi.
In un decennio così movimentato ci è sembrato impossibile stilare una vera e propria classifica dei 10 migliori album. Abbiamo perciò optato per una top che ripercorra il decennio un anno alla volta, ricordando alcuni brani e artisti che ne sono stati protagonisti.
2010: Baustelle – I mistici dell’occidente
Dopo il successo di critica e pubblico dell’album Amen, pubblicato nel 2008, i Baustelledi Francesco Bianconi (per chi conosce i Pulp, l’aspirante Jarvis Cocker italiano) nel 2010 riescono a realizzare un altro album di ottimo livello: I Mistici dell’Occidente. Il singolo Le Rane diviene l’inno della maturità, della consapevolezza, dello scorrere del tempo, dell’amarezza delle occasioni mancate, di segni e ricordi di gioventù e della provincia che per sempre lasceranno una scia di malinconia e inquietudine.
2011: Zen Circus – Nati per subire
Dopo il loro primo album interamente in italiano Andate tutti affanculo, gli Zen Circus tornano con Nati per subire. Come raccontano anche nel più recente romanzo, intitolato proprio Andate tutti affanculo, Appino e compagni sono nati per subire e cercano attraverso la musica di salvarsi e trovare un senso per fuggire da una generazione di vecchi senza esperienza.
2012: Afterhours – Padania
Già con una lunga carriera alle spalle nella scena indipendente italiana, gli Afterhours di Manuel Agnelli, che non si era ancora avventurato nel mondo mainstream televisivo come giudice di X Factor, pubblicano Padania. Si tratta di un album riflessivo, che partendo dalla terra d’origine (evidente nella scelta del titolo) apre ad una riflessione sulle esistenze e sulle vite degli individui.
2013: Fast Animals and Slow Kids – Hybris
I Fast Animals and Slow Kids sono una delle band indie-rock più convincenti e interessanti emerse nel panorama musicale italiano dell’ultimo decennio. Hybris è l’album della consacrazione, con il potente singolo A cosa ci serve che, insieme a Maria Antonietta, dimostra subito le capacità artistiche della band perugina. Nel resto del decennio il gruppo pubblica altri 3 album: Alaska, Forse non è la felicità e Animali Notturni.
2014: Caparezza – Museica
Caparezza è sempre una garanzia, ma con Museica raggiunge livelli elevatissimi. Un disco in grado di tradurre in musica opere e correnti della storia dell’arte. I brani sono tutti degni di nota. Abbiamo scelto Mica Van Gogh per la sua forza comunicativa e per l’acuto confronto tra Van Gogh e chi, credendo che il pittore olandese sia pazzo, non si rende conto che per le cattive abitudini e la chiusura mentale i veri pazzi siamo noi, mica Van Gogh.
2015: Willie Peyote – Educazione Sabauda
Abbiamo già parlato di Willie Peyote, protagonista indiscusso della scena rap italiana negli ultimi anni, con album come La Sindrome di Toret ed Educazione Sabauda. Rime semplici e taglienti che riescono descrivere in modo lucido e intelligente vizi, problemi e criticità dei pensieri e della società contemporanea.
2016: Daniele Silvestri – Acrobati
Daniele Silvestri, così come i suoi amici Max Gazzé e Niccolò Fabi, rappresenta il buon cantautorato italiano. Il suo album Acrobati del 2016 è stato un successo di critica e pubblico. I suoi 18 brani, che vedono anche numerose collaborazioni importanti (Caparezza, Diodato,…), sono un’esplosione di ricordi, pensieri, sentimenti ed energia. La mia casa è un brano simbolo del disco, come dichiarazione d’amore e d’appartenenza al mondo intero.
2017: Brunori Sas – A casa tutto bene
Uno degli artisti cresciuti maggiormente negli ultimi dieci anni è senza dubbio Brunori Sas. Cantautore schietto dal timbro inconfondibile, capace di cantare il bello e il brutto della vita e dell’Italia del decennio. In attesa del nuovo album Cip!, previsto per l’inizio di gennaio, godiamoci La Verità, brano simbolo dell’eccellente A casa tutto bene del 2017.
2018: Cosmo – Cosmotronic
Vi abbiamo già parlato dell’album Cosmotronic e dell’abilità di Cosmo nel mescolare dance, cantautorato, energia e voglia di ballare. Un artista capace di distinguersi sulla scena pop-indie italiana senza conformarsi all’ondata itpop di cui abbiamo parlato prima.
2019: Eugenio in Via di Gioia – Natura Viva
Una delle piacevoli sorprese del decennio sono gli Eugenio In Via Di Gioia. Divertenti, ironici, spontanei e già profondamente maturi, si confermano, con l’album Natura Viva, tra i giovani artisti più promettenti del nostro paese. Sarà dunque una piacevole sorpresa per il grande pubblico scoprirli cantare e ballare la loro ritmata Tzunami al prossimo Sanremo.