I 15 Migliori Film del 2019 [LISTA]

Anche quest'anno è arrivato il momento di fare il punto sul cinema che è stato: eccovi dunque la nostra classfica dei migliori film del 2019!

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Midsommar – Il villaggio dei dannati di Ari Aster

6° Posto

Midsommar - Il Villaggio Dei Dannati, migliori film del 2019

L’horror d’autore sembra essere tornato. Hereditary lasciava ben presagire e ora, con Midsommar, abbiamo la conferma: Ari Aster è un regista che farà parlare di sé per molto tempo.

Proseguendo l’indagine sull’orrore reale e presente nel quotidiano, il giovane regista ci regala un film che ci trascina in un mondo parallelo, un villaggio pagano in Svezia durante la festa del solstizio estivo. La famiglia di Dani, un’ottima Florence Pough, è morta da poco, il suo fidanzato vorrebbe lasciarla da tempo. Ed è questo il punto di partenza del film, la morte collettiva che dà il via ai titoli d’apertura.

L’ora più buia che anticipa l’alba, il sole perenne dell’estate svedese e il terrore alla luce del giorno. Midsommar è un folk horror che ragiona sul genere a cui appartiene, mettendo in mostra cosa significa fare un film dell’orrore oggi. Così come la cultura americana invade quella nordica, ecco che si viaggia sulle contaminazioni di genere, dal grottesco all’atmosfera surreale ed onirica.

Fino alla catarsi finale dove Aster darà libero sfogo al suo genio creativo, con rimani che vanno da Tarkovskij fino al capolavoro di Possession di Zulawski, passando per il recente remake di Suspiria.

La Favorita di Yorgos Lanthimos

5° Posto

La Favorita, migliori film del 2019

Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia, Coppa Volpi, Golden Globe e infine premio Oscar come Migliore Attrice alla protagonista Olivia Colman: La Favorita di Yorgos Lanthimos non può che essere celebrato tra i più grandi film del 2019. Una regale farsa grotesque, ma anche l’opera che consacra Lanthimos tra le voci più dirompenti nel panorama del cinema contemporaneo.

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Dal futuro distopico di The Lobster (2016) all’asettico presente de Il sacrificio del cervo sacro (2018), Lanthimos con La Favorita procede a un deciso passo indietro nel tempo. Siamo ora alla corte della Regina Anna di Gran Bretagna (Olivia Colman), un corpo mastodontico tormentato dalla gotta, minato da 17 gravidanze fallite.

La guerra e la miseria non restano che un’eco lontana, mentre la sovrana si divide tra le amorevoli cure dell’amica di sempre, Lady Sarah Churchil (Rachel Weisz), e l’arrivo dell’intraprendente cugina Abigail (Emma Stone). Perduta a carte dal padre, la ragazza arriva a corte dopo orribili peripezie, ma possiede la grazia e la furbizia per conquistare rapidamente i favori di Anna Stuarda.

In questo triangolo d’amorosi sensi, Lanthimos realizza così un’incredibile commedia nera, che si rivolge al ‘700 per parlare alla società di oggi. La Favorita è infatti un’irresistibile dramma da camera, rivisto e corretto dalla prospettiva del surreale, della deformazione grottesca.

Eppure, tra intrighi di corte, balletti, conigli e anatre al guinzaglio, La Favorita è essenzialmente un film sul potere, che illustra con realismo spietato i recessi più oscuri della “condizione femminile”, e la ferocia insita in ogni singolo essere umano.

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A cura di Marta Zoe Poretti

Parasite di Bong Joon-ho

4° Posto

Recensione Parasite Bong joon ho, migliori film del 2019
Una scena del film Parasite ( 2019 )  di Bong Joon-ho

Se c’è un film che nel 2019 ha raccolto consensi pressochè unanimi in ogni angolo del mondo, questo è proprio Parasite, ultima fatica partorita dal Bong Joon-ho. Dopo la sua parentesi americana, il regista torna apparentemente a raccontare la sua Corea, ma ci regala un film che custodisce un messaggio universale.

Attraverso il confronto e lo scontro fra due famiglie di estrazione sociale opposte, il regista ci racconta le profonde fratture generate dal capitalismo, fornendoci una rilettura domestica della lotta di classe.

Abbandonando mostri, killer e altrove distopici, Bong Joon-ho sposa un soggetto più realista, ma non per questo meno brutale. Il regista gioca con i generi, passando dalla commedia al thriller al dramma sociale, il tutto senza perdere il suo acuto sguardo spietatamente satirico.

Bong Joon-ho piega gli spazi alla sua storia: gli ambienti domestici non sono mere location, ma diventano imprescindible strumento narrativo. Se la sceneggiatura risulta impeccabile nel suo inesorabile climax, la componente registica non è da meno.

Citando la nostra recensione: “Parasite è costruito secondo un registro impeccabile, dalla composizione geometrica delle scene  fino al montaggio, determinando magnifici contrappunti antitetici tra le inquadrature e le musiche.”

Un film assolutamente da non perdere.