Star Wars: perché la nuova trilogia non dovrebbe esistere

Andiamo ad analizzare punto per punto, film per film, la trilogia sequel di Star Wars

Star Wars Trilogia Sequel
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L’ultimo film della trilogia è in tutte le sale del globo e chiude un cerchio che sarebbe stato meglio non aprire.

Iniziamo dicendo che Star Wars, l’universo narrativo creato da George Lucas, ha un potenziale pressoché infinito. La scelta di creare una trilogia sequel era però, fin da subito, una sfida incredibile, quasi impossibile. Questo perché i sei film firmati da Lucas raccontano la storia e l’evoluzione di Anakin Skywalker, vero protagonista della visione del creatore. Ideare una nuova linea narrativa successiva a Il Ritorno dello Jedi poteva facilmente andare a cozzare con una semplice ma importante questione: il bambino della profezia che porterà l’equilibrio nella forza.

Il culmine di tutta la vecchia saga di Star Wars vedeva proprio Darth Vader uccidere l’Imperatore e Signore dei Sith Darth Sidious. La realizzazione di eventuali sequel avrebbe dovuto quindi sopperire alla chiusura di questa lunga vicenda narrativa e soprattutto non andare a modificarne l’essenza. Procediamo passo passo verso gli errori che hanno portato la nuova trilogia a essere disastrosa dal punto di vista narrativo.

Episodio 7: Il Risveglio della Forza

Alla regia e realizzazione del primo episodio sequel troviamo uno dei giovani registi più apprezzati nel panorama cinematografico: J.J. Abrams. Il film si svolge diversi anni dopo la distruzione della seconda Morte Nera e la fine di episodio 6. Il problema che più di tutti ha condannato il film ad aspre critiche è quello di essere una vera e propria copia di Una Nuova Speranza. Analizzando, anche grossolanamente, il soggetto troveremo che le dinamiche all’interno di questo film sono esattamente le stesse della prima pellicola di Star Wars.

Essendo il primo film di una trilogia, questo diventa chiaramente la base per lo sviluppo dei film successivi. Uno dei problemi dell’aver creato una gigantesca citazione di episodio 4 sta nel ritrovarsi nuovamente un Impero mascherato da Primo Ordine e i Ribelli in Resistenza. Purtroppo le dinamiche alle spalle di entrambi gli schieramenti sono i medesimi del passato anche se la situazione politica è nettamente diversa visto che si ha un ritorno della Repubblica.

Il background politico si ferma a queste poche informazioni lasciando scoperti 30 anni di vuoto. Verranno presentati i nuovi protagonisti: Rey, Kylo Ren, Finn e Snoke. Essendo un diretto sequel della vecchia saga ritroveremo anche gli storici personaggi: Han Solo, Chewbacca, la Principessa Leia e Luke Skywalker. Quest’ultimo personaggio diviene il vero e proprio ago della bilancia dell’intero film e il suo ritrovamento termina con un gigantesco climax finale.

Episodio 8: Gli Ultimi Jedi

L’episodio centrale della nuova trilogia è stato assegnato a Rian Johnson. Regista poliedrico e molto apprezzato che ha cercato una propria visione di Star Wars. Il film ha letteralmente diviso in due pubblico e critica. Viene considerato l’episodio più coraggioso tra gli ultimi per via di alcune scelte narrative volte a dissacrare l’intera saga. Andiamo però con ordine.

Le aspre critiche al primo episodio hanno dato la scintilla a Johnson per creare un prodotto che andasse a demolire ciò che Abrams aveva iniziato. Più che coraggio vero e proprio sarebbe meglio definirlo un “accontentare” le critiche dei fan. Vedremo distruggere parodisticamente il climax creato su Luke Skywalker per poi vederlo trasmutare in Forza nel finale. Senza dargli un senso o un background, Snoke verrà eliminato frettolosamente ma soprattutto, forse la stonatura più grande, troveremo poteri della Forza estremamente fuori scala rispetto al resto della saga.

Il film apre due piccolissimi spiragli politici ma li chiude senza il minimo approfondimento. Il compito di questo episodio 8 sembra quindi quello di distruggere tutto senza pensare a ciò che la trilogia deve spiegare per dare un senso a se stessa. Al suo interno ci sono però ottime intuizioni oltre a un aspetto tecnico decisamente sopra le righe. Prima su tutte il ritorno alla Forza come concezione sacro/religiosa che si sposa con la prima trilogia.

Incoerenze con l’intera saga.

Vedremo inoltre due Deus Ex Machina all’interno del film. Il radar iperspazio rende ogni inseguimento impossibile poiché gli avversari saranno sempre tracciati. Questo cozza con l’intera trama del film che si sviluppa quasi per intero su un inseguimento. Con il suddetto nuovo radar avrebbero potuto tranquillamente aggirare gli avversari richiamando più navi o dividendo le 3 presenti. Il tutto invece vuole essere risolto attendendo che gli avversari finiscano il carburante tacciando il Primo Ordine come completi inetti (la morte di Snoke non è di aiuto alla causa) dando un pretesto al film per svilupparsi.

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La seconda forzatura (già vista in modo simile e ugualmente criticata in un episodio di Clone Wars) la si trova nel, visivamente pazzesco, sacrificio di Holdo. Per quanto, ripetiamo, la scena sia estremamente spettacolare durante la visione, questa è un’immensa forzatura che collide con tutta la storia di Star Wars. Grazie alla manovra eseguita da Holdo sembra che gli scudi da abbassare o qualsiasi manovra atta a indebolire le navi avversarie sia tutta fatica inutile, basterà lanciare un oggetto nell’iperspazio dentro di esse per distruggerle. La rappresentazione inoltre risulta più simile a un proiettile che a una manovra iperluce (per come la si vede in Star Wars). La nave sarebbe dovuta “apparire” dentro quella avversaria e non attraversarla da parte a parte. Il vero problema però è che gli avversari vengono semplicemente danneggiati (mentre a quel punto le navi avrebbero dovuto comunque esplodere) giusto per dare il pretesto ai protagonisti di restare in vita.

Esagerazioni nell’uso della Forza.

Un altro problema grossolano è lo spropositato uso della Forza. Rey e Kylo Ren hanno un potere telepatico che li può far comunicare e, addirittura, toccare a distanze galattiche. I due più fuori scala però risulteranno Snoke e Luke Skywalker. Il primo stenderà Generale Hux (gestito veramente in pessimo modo) da non si sa quale angolo dell’Universo mentre Luke creerà un ologramma da distanze, pure lui, siderali. Il nuovo sviluppo della Forza risulta quindi estremamente fuori scala dove ognuno può utilizzare i propri poteri da un punto all’altro dell’intera galassia. Rian Johnson indica che ognuno nella galassia possa usare la forza, ognuno possa diventare un Jedi. Lo si vede con il ragazzino nel finale e nel non aver dato origini di sangue Jedi a Rey.

Episodio 9: L’Ascesa di Skywalker

[ATTENZIONE – SPOILER]

Torna alle redini J.J. Abrams con l’ingrato compito di dare un senso a tutta la trilogia con un solo e unico film. Dopo che episodio 8 ha distrutto ciò che era stato creato col primo capitolo, Abrams si ritrova senza il villain principale e a dover gestire Rey, Kylo Ren e, soprattutto, la profezia. Il regista ha cercato in ogni modo di mettere una pezza su ogni incoerenza creata nel precedente capitolo.

Nei primi venti minuti di film episodio 9 cerca di distruggere il precedente come episodio 8 ha fatto a sua volta col 7. Viene data una veloce spiegazione su Snoke (svilendo oltremodo il personaggio), vengono date nuove origini a Rey e Abrams cerca anche una nuova soluzione per aggirare il radar iperluce che avrebbe altrimenti eliminato gli inseguimenti spaziali. Nel corso della storia cercherà di spiegare come Leia ha ottenuto i suoi poteri tramite un addestramento, come il sacrificio di Holdo fosse una manovra praticamente impossibile e riuscita solo per fortuna e, soprattutto, si è cercato di chiudere il cerchio dietro la profezia indicata in episodio 1 da Qui-Gon Jinn.

Situazioni limite e illimitati poteri.

Il soggetto creato da Abrams è quindi una furba interpretazione della profezia che può essere letta in diversi modi. Si ha all’interno del film anche la possibilità di un collegamento futuro (le location di Exegol) per eventuali prequel della saga principale, quando Sith e Jedi combattevano su larga scala. Il problema maggiore, oltre alla forzatura narrativa della profezia, è il dover chiudere la trilogia rattoppando gli errori passati continuando però a ingigantirne i difetti. La Forza è oltremodo abusata e con poteri sempre più problematici da gestire. I personaggi cambiano idea troppo facilmente e in poco tempo, Rey non riesce ad avvertire la presenza di Chewbacca durante l’esplosione della navicella che lo aveva imprigionato mentre poche scene successive riesce a farlo. Il ritorno di Palpatine è sicuramente meno problematico della gestione di Leia e, soprattutto, il ritorno di Han Solo come ricordo. In questa trilogia troviamo più fantasmi di un episodio di Ghostbusters.

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L’incredibile sforzo di dare un senso a questa nuova trilogia.

Per dare un senso a tutto, J.J. Abrams ha optato per lasciare una libera interpretazione alla profezia che ha segnato i sei film precedenti. Può lasciar credere che Qui-Gon Jinn si sia sbagliato su Anakin, non era lui il prescelto ma solo una via per arrivare all’equilibrio. In questo caso il bambino della profezia sarebbe la piccola Rey abbandonata su Jakku. Anakin potrebbe invece essere stato “l’apripista” della famiglia Skywalker, quindi prescelto in quanto inizio di una genealogia che porterà all’equilibrio pur indirettamente. In questo caso infatti non si avrà più la mano diretta di uno Skywalker nel porre fine alla minaccia definitiva ma Rey si sentirà parte della famiglia pur non appartenendone geneticamente. Il film lascia intendere che i legami emotivi sono molto più potenti di quelli di sangue e quindi Rey potrebbe essere a tutti gli effetti considerata una Skywalker. Kylo Ren, ultimo discendente della genia Skywalker salva Rey, colei che ha al suo interno sia il potere dei Sith che quello dei Jedi e porterà quindi il fantomatico equilibrio.

La distruzione di un mito e della poesia.

Per quanto ci siano state innumerevoli discussioni sull’equilibrio portato da Vader in episodio 6 (ricordiamo che Luke resta in vita e che quindi non esiste un vero e proprio equilibrio ma anche che Luke può essere considerato, come Rey, una via di mezzo), l’idea generale di Lucas fu allo stesso tempo geniale e poetica. Grazie ai criticati prequel la vicenda che vedeva protagonista Luke Skywalker vede spostare tutto verso Anakin. È lui che viene trovato da Qui-Gon Jinn ed è lui alla fine di tutto che uccide l’Imperatore. L’evoluzione del personaggio, soprattutto grazie alla gestione dell’uscita dei film, è senza dubbio un unicum nel panorama cinematografico. Darth Vader verrà completamente riconsiderato e riscoperto tramite Anakin Skywalker, tramite un’evoluzione e una trasformazione tanto unica quanto iconica. Il lungo viaggio dell’eroe di Luke viene quindi fuso all’incredibile redenzione del padre in un percorso che lo porterà dal più profondo buio al riscoprire un nuovo tipo di amore.

Niente di più lontano dalla visione di Lucas.

La nuova trilogia soffre innanzitutto della gestione caotica e, evidentemente, poco preparata. Si ha l’idea che non ci sia mai stata una visione completa del progetto, di uno schema da seguire. I tre film non fanno altro che distruggersi l’un l’altro senza avere un vero filo conduttore che non siano gli attori presenti. Oltre al non avere un vero e proprio progetto alle spalle, i piani sembrano essere stati plasmati attorno alle critiche presenti sui vari social. Dopo le critiche al troppo conservatore episodio 7 si è cercato di stravolgere tutto con il successivo per poi cercare di nuovo una via di mezzo per la chiusura in episodio 9.

La cosa più evidente è che questa trilogia non porta praticamente nulla di veramente nuovo alla saga se non quello di collidere tremendamente con gli episodi narrati da Lucas senza una vera cognizione di causa. L’impressione è di trovarsi di fronte a un progetto puramente commerciale che non prova ad arricchire una saga storica come quella di Star Wars.

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