Rocky Balboa è uno dei personaggi più iconici ed immortali della storia del cinema. Se è vero che i film che trattano di boxe sono molteplici, è ancor più vero che nessun pugile ha mai avuto il successo dello Stallone Italiano. Il personaggio scritto e interpretato da Sylvester Stallone non è un guerriero senza macchia. Anzi, è un uomo che combatte continuamente con i suoi demoni; è uno sportivo di altissimo livello, ma spesso e volentieri perde.
L’evoluzione umana di Rocky è probabilmente quello che ha reso questo personaggio immortale, oltre che rendere perfettamente distinguibili i film uno dall’altro. Ogni pellicola ha caratteristiche, dentro e fuori dal ring, assolutamente uniche ed inimitabili. Rocky nel corso della sua vita, affronta ogni sorta di problema della vita umana, condendo tutto con l’adrenalina incredibile che i combattimenti finali danno.
Se siete amanti della noble art sul grande schermo vi rimandiamo alla nostra top specifica: I 10 MIGLIORI FILM DI PUGILATO
La saga di Rocky: classifica
Abbiamo deciso di stilare una classifica che prenda in considerazione ogni film nei quali compaia Rocky Balboa. Partendo dalla saga originale comprendente le prime 5 pellicole del pugile di Philadephia, passando per Rocky Balboa, per arrivare fino ai due più recenti film dedicati ad Adonis Creed, nei quali Rocky ricopre la carica di allenatore e mentore. Per stilare la nostra classifica abbiamo deciso di eliminare il fattore nostalgia, provando ad evidenziare le caratteristiche filmiche delle opere senza farci guidare dai momenti epici che ogni pellicola ha e che si legano alla sfera emotiva di tutti noi.
Detto questo, iniziamo.
8. Rocky V, John Avildsen, 1990
Questo è l’ultimo film della saga originale di Rocky, oltre a essere senza dubbio il più debole sotto ogni punto di vista. Lo Stallone Italiano in questa pellicola sveste per la prima volta i panni del pugile e veste quelli dell’allenatore, aiutando il giovane Tommy. Nonostante l’opera abbia un soggetto davvero interessante, non decolla mai, lasciando spazio a una narrazione scialba e molto stereotipata. Tuttavia Stallone riesce a salvare il film grazie ad un finale del tutto atipico rispetto a quelli classici della saga di Rocky.
Inoltre ci dà una descrizione della situazione familiare dell’uomo prima che del pugile che permette di guardare tutti gli altri film, se rivisti in seguito, con occhio diverso.
Questa è anche una di quelle opere “maledette” per motivi extra cinematografici. Difatti Sage Stallone interpretò il figlio di Rocky, Robert, mentre il pugile Tommy Morrison, campione del mondo dei pesi massimi, recitò nei panni del giovane combattente allenato da Balboa, Tommy. Entrambi gli attori sono morti giovanissimi e in maniera inaspettata. Sage Stallone scomparso nel 2012 a causa di un arresto cardiaco a soli 36 anni, Tommy Morrison portato via dall’AIDS a soli 44 anni, un anno dopo. Un film decisamente disgraziato, senza dubbio.
7. Rocky III, Sylvester Stallone, 1976
Questo film ha davvero molte pecche. In primis quella di aver ridicolizzato oltre ogni modo la parte iniziale, portando il nostro protagonista a divenire quasi un totale incapace, dopo che lo avevamo lasciato nel finale di Rocky II come una vera macchina da guerra.
Hulk Hogan era un’icona nell’America di quegli anni, ma la sua presenza in questa pellicola è quasi da macchietta, assolutamente fuori luogo rispetto a quello che è il senso della saga dello Stallone Italiano. Tuttavia, il film ha dei punti di forza notevoli: per la prima volta un personaggio muore e sconvolgendo sia Rocky che lo spettatore. Stallone che ha scritto e diretto il film è bravissimo nel dare una sberla a chi sta guardando, rivoltando così il film che vira totalmente verso altri porti. La rappresentazione dell’amicizia tra Apollo e Rocky, lo splendido combattimento finale e il celeberrimo fermo immagine conclusivo salvano un’opera concepita male ma che, grazie ad una sceneggiatura eccellente in chiusura, riesce a rimanere comunque nei cuori di tutti.
Nota di merito assoluta a Sylvester Stallone che, per dare l’effetto di Davide contro Golia nei confronti del suo avversario interpretato dall’imponente Mr. T, dovette perdere 20 chili rispetto al film precedente, mantenendo tuttavia lo statuario fisico.
6. Rocky Balboa, Sylvester Stallone, 2006
Questo film fa da ponte tra la vecchia pentalogia terminata nel 1990 e i due film dedicati ad Adonis Creed datati 2015 e 2018. Racconta il momento di transizione della vita di Rocky, il suo disperato bisogno di continuare a combattere che cozza con il suo fisico che sente il peso degli anni e dei tanti colpi subiti.
L’atmosfera che si respira in tutta la pellicola è estremamente malinconica; tutti gli spettatori sanno perfettamente che stanno assistendo al canto del cigno dello Stallone Italiano, sebbene sappiano anche che il pugile di Philadelphia può ancora regalare momenti altissimi.
L’incontro finale è un chiaro riferimento a quello epico del primo film della saga. Il congedo di Rocky dal ring è quasi sovrapponibile all’incontro che lo ha avviato a divenire la leggenda che tutti noi conosciamo. Come in ogni film di questa lista, la componente emotiva ed umana di Rocky è strabordante e rende quel pugile, in grado di assorbire una quantità inumana di pugni, un essere umano fragile e con mille dubbi. Sicuramente non il più bel film della saga, ma forse tra i più intelligenti; scritto e diretto in maniera umile e acuta ed in grado di dare la sensazione allo spettatore di accompagnare Rocky per mano verso il suo ultimo incontro.
5. Rocky IV, Sylvester Stallone, 1985
Questo probabilmente è il più iconico, dopo il primo, tra i film di Rocky. Quello che viene ricordato praticamente da tutti, anche dai non amanti della saga. La pellicola ha il merito di avere una trama davvero interessante che mostra un altro lato dell’anima tormentata dello Stallone Italiano, la vendetta. Tutto il film si centra sulla volontà di Rocky di vendicare l’amico morto sul ring per mano del terribile Ivan Drago.
La sequenza dell’allenamento sulla neve resta tra le migliori dell’intera saga e la frase del russo Ti spiezzo in due è ormai entrata nell’immaginario collettivo mondiale. Il combattimento finale è tra i più amati della saga, poiché la componente sportiva è quasi del tutto assente; sul ring si scatena una rissa senza quartiere, in cui l’animo tormentato di Rocky trascende la boxe.
Eppure è decisamente basso in classifica questo film. Il motivo è semplice: tutte queste caratteristiche uniche ed interessanti sono condite da una politica anti URSS tipica del periodo della Guerra Fredda nel quale quest’opera è stata prodotto. Il montaggio alternato nel quale ci viene mostrato l’allenamento di Rocky in confronto alle medicine con le quali viene aiutato Drago è emblematica del concetto. Un film che avrebbe potuto essere il più bello della saga ma che purtroppo si perde in una narrazione troppo politica, stereotipata e propagandistica.