Checco Zalone presenta Tolo Tolo: la conferenza stampa di Roma

É bastato un trailer perché Tolo Tolo (al cinema dal primo gennaio), il nuovo film di Checco Zalone, scatenasse già l'orda della polemica. Ma con l'anteprima nazionale Zalone, alias Luca Medici, presenta una commedia sorprendente, destinata a spiazzare pubblico e critica. Ecco cosa ci ha raccontato nella conferenza stampa di Roma.

checco zalone in una scena di Tolo Tolo
Checco Zalone in Tolo Tolo
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“Credo che la gente sappia benissimo dove andare, che si tratti di chi ha letto mille libri e di chi invece non sa neanche parlareChecco Zalone (Luca Medici)

Tolo Tolo, la prima prova di Checco Zalone come protagonista, regista e autentico direttore d’orchestra, arriva al cinema il 1 Gennaio 2020.

Nel 2016 Quo Vado? aveva polverizzato ogni record d’incassi, e con i suoi 65,7 milioni resta il maggior successo tra i film italiani del nuovo millennio. Oggi Checco Zalone presenta finalmente alla stampa il suo Tolo Tolo.

Parla di ansia e pressioni, della sequela di polemiche scatenate dal trailer e dal singolo “Immigrato”, ma soprattutto di un progetto incredibilmente articolato e complesso, che inizia da un’idea di Paolo Virzì, e prosegue con oltre un anno di lavoro di sceneggiatura.

“Ho trasformato il soggetto di Paolo di Virzì in qualcosa di mio, e mi sono reso conto che piano piano gliel’ho rubato.”

Intanto, dalle note di produzione alle parole del cast, Checco Zalone ritrova il suo vero nome, Luca Medici. E in questo passaggio si vede chiaramente un cambio di paradigma, un regista che scopre il suo linguaggio.

“Guardo con estremo rispetto alla commedia all’italiana di Dino Risi e Alberto Sordi. Non dico che sono uguale, seguo questo solco.”

E quando la stampa domanda se si sia mai sentito smarrito:

“Diciamo che ci sono stati giorni in cui mi sono trovato. Stare a capo della macchina che serve a fare un film è difficilissimo.”

Tolo Tolo

Con la stessa verve comica e l’assoluta spontaneità del suo alter ego Checco Zalone, Luca Medici racconta la produzione di Tolo Tolo come un’esperienza rocambolesca, funestata perfino da 20 giorni di pioggia nel deserto. Ma il risultato è un film dall’ironia inarrestabile, che ha il coraggio di scegliere il registro grottesco, di sfidare i migliori tabù dell’Italia di oggi.

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“Non è un film politico, anche se tutto è politica.”

Prosegue Zalone. E il produttore Pietro Valsecchi riassume così la sua prospettiva sul film:

“Parla di persone che non cercano un futuro migliore, cercano un futuro. É una fiaba che mette in scena la realtà contemporanea, con un tocco magico, poetico, di grande sensibilità”.

Certo, nel corso del film vedremo il protagonista Zalone preda di un’improvvisa, esilarante deriva mussoliniana

“É l’intolleranza che viene fuori quando siamo nei momenti di difficoltà. Nasce così la metafora: Ce l’abbiamo tutti dentro il fascismo, con il caldo viene fuori come la candida. Non ho avuto paura di inserire questa cosa.”

In Tolo Tolo figura anche il personaggio di Gramegna, interpretato da Gianni D’Addario.

“Lui non è una metafora, è proprio uguale! Ha la carriera di Di Maio, l’ho vestito come Conte e ha il linguaggio di Salvini. Ho creato un mostro dei nostri tempi.”

Inevitabile a questo punto evocare le molte polemiche che hanno già anticipato l’uscita di Tolo Tolo.

“Non mi aspettavo di essere sulle prime pagine dei giornali né diventare un argomento da talk show. Dopo 3 giorni questa polemica mi ha anche stancato, infatti non l’ho seguita più.”

Ma c’è almeno un sasso che il regista vuole togliersi dalla scarpa.

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“Nei giorni scorsi mi hanno accusato di maschilismo, di sessismo. Ma la coprotagonista, il personaggio di Manda Touré io non l’ho spogliata, non ho fatto vedere il culo. Le ho regalato un personaggio intenso, interessante. Non c’è una doccia, non c’è una tetta… che film del cazzo ho fatto per farti fare la femminista!”

Parlando del suo film, Checco Zalone ribadisce più volte come non abbia cercato di puntare nessun “dito moralizzatore”, perché l’egoismo appartiene alla natura dell’essere umano. E verso la fine della conferenza stampa di Roma, il regista ringrazia anche un altro piccolo grande protagonista di Tolo Tolo, Nassor Said Byria:

“Ero sul pullman e vedo questo bambino con questi occhi enormi che mi parla, mi chiede qualcosa. Aveva proprio sete e fame di successo. Era tra un migliaio di bambini. E mi è andata veramente di culo, perché è eccezionale.”

Nel cast trovano spazio anche le brillanti incursioni di Barbara Bouchet, di Enrico Mentana e un irresistibile di Nichi Vendola, naturalmente nella parte di sé stesso:

“Sognavo di fare un’esperienza nel cinema porno e sono rimasto molto deluso! Poi chiedo a Checco di mantenere la promessa: faccio questa parte se tu poi mi dai un Trullo. Ecco volevo dirti che hai fatto un film che fa molto sorridere, ma anche commuove, è un film che turba. Sono molto orgoglioso di essere stato una microscopica parte di questa tua avventura.”

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