Star Wars, tutti i film dal peggiore al migliore: Il Podio
3. Episodio VI – Il ritorno dello Jedi (1983)
Ultimo capitolo della prima trilogia, Il ritorno dello Jedi ha avuto l’ingrato compito di doversi confrontare con l’eccellente capitolo precedente. Il film, datato 1983, ritrova Lucas e Lawrence Kasdan alla sceneggiatura, ma cambia nuovamente regia, affidandosi all’occhio e alla mano di Richard Marquand.
Dopo l’incredibile rivelazione dell’episodio precedente, il Plot Twist per eccellenza se vogliamo, Luke si trova a dover fare i conti con il proprio retaggio e con le insidie del Lato Oscuro. Il percorso di formazione del giovane Jedi, rimasto orfano delle sue guide, dovrà troverà finalmente compimento nell’inevitabile scontro finale.
Superato il prologo su Tatooine con la relativa liberazione di Han Solo e Leila da Jabba the Hutt, il film si sviluppa sostanzialmente su due linee narrative: la già citata chiusura del percorso formativo di Luke e la decisiva battaglia fra Resistenza e Impero.
Sebbene ricco in termini di spettacolarità , il film non riesce a creare la stessa tensione emotiva del capitolo precedente. La nuova Morte Nera e la nuova rivelazione familiare sembrano un goffo tentativo di raggiungere un apice che non sarà ma più sfiorato.
La scelta di affermare definitivamente la propria natura fantasy attraverso l’approfondimento delle dinamiche della Forza e l’azione svolta in un contesto silvestre è azzeccata. Purtroppo l’operazione viene parzialmente resa vana dall’eccessivo peso dato agli Ewok, forse il primo vero sintomo di disneyzzazione della trilogia.
Il Ritorno dello Jedi si configura quindi come un ottimo blockbuster hollywoodiano, spettacolare e non privo di scene memorabili, ma lontano dai fasti raggiunti dai capitoli precedenti. Il primo passo verso ciò che sarà .
Nel mondo del cinema, che è in perenne mutamento, si può sempre rintracciare un prima e un dopo. Nel mondo della fantascienza quel momento specifico è senza dubbio rappresentato dal momento in cui, nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, è stato presentato Star Wars: Episodio IV. L’arrivo del primo film della saga, che in Italia venne presentato solo come Guerre Stellari, ha in qualche modo plasmato l’immaginario collettivo riguardo la fantascienza e, più in particolare, il sottogenere della space opera.
George Lucas ha portato sul grande schermo un’epopea che trasudava umanità ed emozioni, ma che era confinato in un mondo lontano, così difficile da immaginare e che, per questo, riusciva facilmente a rapire l’attenzione degli spettatori. Non solo: l’Episodio IV è ancora un grandissimo esempio di sceneggiatura e, in particolare, di scrittura per il cinema. Lo script di George Lucas segue, quasi pedissequamente, Il Viaggio dell’Eroe teorizzato da Vogler e che segna le tappe fondamentali in cui un prescelto si trova davanti a dover affrontare una sfida che reputa più grande di lui. Luke Skywalker è il volto dell’eroe, un ignaro prescelto nelle cui mani scorre il destino della galassia e il pubblico non può fare a meno di tifare per lui.
A cura di Erika Pomella
1. Episodio V – L’Impero colpisce ancora (1979)
L’Impero colpisce ancora, uscito nel 1980, è il secondo capitolo della trilogia originale. Il film, diretto da Irvin Kershner, è stato scritto da Leight Brackett e Lawrence Kasdan. Per l’occasione George Lucas decise infatti di essere impiegato come produttore esecutivo, supervisionando praticamente ogni aspetto del progetto.
Episodio V segna un cambio di passo rispetto al suo predecessore: i toni si fanno più cupi, il pericolo più incombente. La sensazione è quella di trovarci dinanzi ad un film più maturo. La caratterizzazione dei protagonisti si approfondisce, aumentando il coinvolgimento dello spettatore rispetto alle loro sorti.
Il film ha una forte carica drammatica, Darth Vader, prima solo accennato, si impone definitivamente come uno dei villain più iconici della storia del cinema. Le scene di combattimento si fanno più crude, le suggestioni più dark.
Indelebile resta inoltre l’incredibile rivelazione della vera identità del fu Anakin Skywalker, spannung assoluto e tutt’ora insuperato dell’intera saga. Non è però solo Vader qui a trovare il suo posto nella storia della settima arte.
Anche l’Impero trova una sua definizione più concreta, non solo per all’inserimento dell’Imperatore Palpatine, ma anche grazie all’introduzione de La Marcia Imperiale, tema realizzato da John Williams e capace di imporsi nell’immaginario collettivo di più di una generazione.
Anche tecnicamente il film compie un passo avanti, rendendo l’immaginazione di Lucas ancor più viva e reale. Le scenografie sorprendono, le coreografie diventano più spettacolari, gli effetti speciali si evolvono grazie ad un budget decisamente più importante.
Quello che resta è un film potentissimo, memorabile, evocativo, la più alta espressione della saga di Star Wars. Una vetta di epicità che, da questo punto in poi, non verrà più sfiorata.