Classifica Star Wars: tutti i film dal peggiore al migliore
7. Episodio II – L’attacco dei cloni (2002)
L’episodio centrale della trilogia prequel è sicuramente il più debole dei tre. Sono passati 10 anni dai fatti del primo episodio e Anakin è un giovane adulto alla ricerca di consensi e dell’ambito ruolo di maestro Jedi. In questa occasione le dinamiche politiche vengono inserite più velatamente per dare spazio alla figura del protagonista della saga. Il film gira infatti tutto su Anakin che si avvicinerà “pericolosamente” a Padme. Il consiglio Jedi non riconosce ancora i suoi incredibili progressi ma anzi lo vedono ancora come un’ipotetica minaccia. Questo lo porterà a prendere per la prima volta una direzione opposta a quella richiesta dai ranghi altri dell’organizzazione. L’apice del suo distaccamento, in questo episodio, lo si ha quando andrà a liberare la madre dalla prigionia dei Sabbipodi. Ella morirà tra le sue braccia e lui si vendicherà uccidendo tutta la tribù comprese donne e bambini.
Il movimento separatista sta mettendo in crisi l’intera Repubblica. Anche in questo caso Palpatine usa i suoi alleati come pretesto per aumentare i propri poteri. Il Conte Dooku, oltre ad aver minacciato alla vita di Padme, sta organizzando un incredibile esercito di droidi. Per rispondere a tale minaccia la Repubblica sta organizzando, insieme al consiglio dei Jedi, la realizzazione di un battaglione di cloni. Vedremo quindi l’apparizione di Jango Fett, matrice principale per la realizzazione dei cloni e in combutta con Dooku, e del più famoso “figlio” Boba Fett. Per contrastare i droidi il senato dona a Palpatine poteri speciali per l’utilizzo delle truppe da guerra, ricalcando le dinamiche già viste in episodio uno.
Una storia d’amore che sancisce l’inizio della fine
I ritmi del film sono decisamente altalenanti, così come alcuni dialoghi. Per quanto sia essenziale ai fini della trama, il rapporto tra Anakin e Padme risulta a volte fin troppo ingombrante ponendo un freno incredibile alla continuità . La CGI si fa ancora più invadente rispetto al predecessore con risultati spesso addirittura peggiori. Pur avendo a disposizione un ottimo attore come Christopher Lee, la parte più debole del film sono proprio i villain. Il conte Dooku non è mai incisivo, appare quasi goffo e anche nel combattimento finale non si ha la sensazione di un vero scontro all’ultimo sangue. Anche Jango Fett non è utilizzato nel migliore dei modi pur avendo un buono scontro con Obi Wan.
Il punto più basso lo si ha all’interno della fonderia di droidi dove Anakin e Padme si ritrovano in un platform più simile a un Super Mario Bros. che una sezione action cinematografica, soprattutto per la pessima CGI utilizzata nel contesto. Il ruolo di macchietta si sposta da Jar Jar a C3-PO con risultati ancora deludenti. Altro difetto molto ingombrante è la recitazione del giovane Hayden Christensen che risulta sempre sopra le righe e mai all’interno del personaggio. Unica nota di merito va a Ian McDiarmid che oscura attori come Christopher Lee e Samuel L. Jackson grazie al carisma dato al suo Palpatine.
A cura di Claudio Faccendi
6. Episodio I – La Minaccia Fantasma (1999)
Primo capitolo della saga in termini di cronologia della trama e di conseguenza il primo della trilogia prequel. George Lucas non solo gestirà la sceneggiatura ma anche la cinepresa. All’uscita fu fortemente criticato e marchiato come non degno della trilogia originale. Al suo interno possiamo trovare alcuni elementi che hanno sicuramente infastidito sia i vecchi fan che chi si approcciava per la prima volta a Star Wars. Primo tra tutti Jar Jar Binks. Il personaggio avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di macchietta, in passato coperto dalla coppia di droidi C3-PO e R2-D2, ma la sua caratterizzazione è stata un completo disastro.
Altro elemento fortemente criticato è l’inserimento di una componente scientifica per soppesare la Forza: i Midichlorian. Con questo espediente Lucas ha messo in completo contrasto questa soluzione con l’idea di Forza come credo fideistico creato nella trilogia originale. Questi due elementi sono fortemente criticati e hanno oscurato anche le ottime idee inserite in questo primo episodio.
La trilogia prequel aveva l’arduo compito di spiegare l’evoluzione degli avvenimenti antecedenti a Una Nuova Speranza. Sotto questo aspetto La Minaccia Fantasma mette sul fuoco diversi ingredienti e in risalto due figure chiave di tutta la saga, Anakin Skywalker e Palpatine. Possiamo trovare la prima vera inclusione politica all’interno di Star Wars e di come il futuro Imperatore abbia iniziato a orchestrare la sua ascesa. Palpatine riesce a vincere sacrificando le sue pedine (la Federazione dei Mercanti), architettando una soluzione non banale per un blockbuster.
Vincere dove con Jar Jar si è fallito
Altri due personaggi sono diventati una vera e propria icona pur non avendo un approfondimento troppo sostenuto. Darth Maul è un diretto adepto di Darth Sidious che ha il solo scopo di intercettare i nostri eroi e porre fine alle loro esistenze. Il design del personaggio e il suo stile di combattimento sono entrati subito nel cuore di ogni fan e divenuti imprescindibili per l’intera saga. Un altro personaggio finemente elaborato è quello di Sebulba, rivale di Anakin nella gara degli sgusci. Grazie all’espediente della competizione, il giovane ragazzino potrà dare sfoggio delle sue abilità guidato inconsapevolmente dalla Forza. Sebulba ricopre il ruolo del villain di circostanza, spocchioso e arrogante cerca in tutti modi di sconfiggere Anakin arrivando anche a sabotare il suo mezzo.
Oltre ai vari personaggi principali, la vera protagonista incontrastata è la musica. Le composizioni di John Williams sono incredibili ed entrano di diritto tra le più belle della saga e della cinematografia mondiale. La scena principe di tutto il film possiamo trovarla nel finale, nel combattimento tra Qui-Gon, Obi Wan e Darh Maul. Probabilmente il duello con spade più bello dell’intera saga, accompagnato da momenti di tensione perfettamente ritmati e da Duel of the Fates.
In questa chiusura di trilogia si chiuderà quindi il cerchio sui piani di Darth Sidious (Palpatine) e sulla nascita di Darth Vader. Troveremo al suo interno anche nuovi personaggi e vecchie conoscenze. Obi Wan dovrà combattere contro il temibile Generale Grievous, vedremo inoltre per la prima volta (a livello cronologico) gli Wookiee (la razza di Chewbecca) al fianco di Yoda. Il temibile scontro tra Darth Sidious e Mace Windu convertirà Anakin definitivamente al lato oscuro e lo porterà a fare una strage di giovani Padawan seguendo l’Ordine 66 impartito dall’auto-eletto Imperatore Galattico Palpatine. Nella fase finale assisteremo al combattimento tra i due massimi esponenti della Forza dei rispettivi schieramenti, Yoda contro Darth Sidious e di un ormai irrazionale Anakin contro il suo maestro Obi Wan.
Ciò che contraddistingue questo terzo capitolo della saga rispetto ai due precedenti è sicuramente la gestione dei tempi, dell’azione e della trama. Succedono tante cose e viene lasciato il tempo di metabolizzarle senza lasciare troppo in sospeso. Tornano i grandi scontri con la spada laser e i toni si fanno enormemente più cupi e seri. Per quanto sia enormemente costellato dalla CGI, lo scontro finale tra Anakin e Obi Wan è pieno di pathos e tensione. La buona performance di Ian McDiarmid viene questa volta accompagnata da una miglior gestione del cast trovando un Ewan McGregor in grande spolvero. Come in La Minaccia Fantasma, anche questo episodio riesce a regalare sezioni indelebili per gli amanti della saga e del cinema, anzi riesce quasi da solo a risollevare la trilogia prequel dopo il passo falso del secondo episodio.
A cura di Claudio Faccendi
4. Rogue One: A Star Wars Story (2016)
Rogue One: A Star Wars Storyè il primo spin-off della saga di Star Wars. Il film è stato diretto da Gareth Edwards ed è uscito nel 2016, un anno dopo il clamoroso successo di Episodio VII, che ha incassato più di due miliardi di dollari in tutto il mondo (solo 5 film ci sono riusciti nella storia del cinema).
Edwards, prima di Rogue One, aveva girato solo due film: Monsters (2010) e Godzilla (2014), manifestando una caratteristica ben precisa, ovvero l’incredibile realismo applicato alle sue opere e, soprattutto, a elementi fantastici. Così questa stessa filosofia è stata applicata a Rogue One e ha reso il film estremamente credibile, forte ed equilibrato. Il film di Edwards è stato girato con molti effetti pratici e in location vere e questo è un aspetto che si nota e che (tornando alla filosofia del regista) cancella quella patina artificiale di qualunque film realizzato quasi interamente con green screen ed effetti speciali.
Un altro merito di Rogue One è quello di essere un ottimo prequel di Star Wars: Una nuova speranza e di collegarsi come un perfetto pezzo di puzzle a Episodio IV, regalando anche scene da brivido nel finale con l’ingresso in scena di Darth Vader.