Se i bistrattati capitoli della nuova trilogia possono contare su una storia lunga quasi mezzo secolo e pertanto protetti da una trama più grande, Solo soffre, scusate il gioco di parole, di un isolamento dal mondo che gli ha donato la vita fin troppo marcato. Sia sul piano della trama che su quello dello stile, il film dedicato alla canaglia più famosa della Galassia pare essere più un’opera di semplice avventura che un vero e proprio Star Wars. Se Rogue One ha avuto il merito di donarci brillantemente alcune trame riguardanti la storia principale – ovviando al mancato utilizzo di alcuni punti chiave della cosmologia d’origine come Jedi, Forza e spade laser – il secondo spin-off di casa Disney sembra ricordare la saga madre solo per la presenza del Millenium Falcon e Chewbecca non aggiungendo nulla all’epica di Star Wars a cui milioni di fan sono legati.
Infine, l’azzardatissima scelta di riportare su schermo un personaggio iconico che deve al suo interprete originale (Harrison Ford) metà della propria fama non ha ripagato il rischio. Risultato: flop al botteghino e sequel congelati.
Episodio IX aveva il compito di chiudere prima una trilogia e poi una saga. In qualche modo riesce a chiudere la sua deludente trilogia tirando in ballo un passato (che stava bene dove stava) per provare a legare in modo molto stiracchiato i 9 film. Seppure Star Wars: L’Ascesa di Skywalker abbia un impianto audio/video di grande impatto per il pubblico in sala, non riesce a costruire una trama fitta, relegando lo spettacolo a tante scene messe insieme, introducendo personaggi nuovi che, come i film precedenti, non hanno alcun vero scopo. Abrams confeziona un film debole, come se volesse quasi togliersi un peso: senza anima e senza cuore.
Dopo Il Risveglio della Forza, le aspettative che ruotavano intorno all’episodio VIII di Star Wars (qui la nostra recensione) erano molto alte. Purtroppo il risultato è un film abbastanza disarticolato, che si muove insicuro su una sceneggiatura che non sempre riesce a convincere e che cerca di riempire i vuoti di trama ponendo tantissimo l’attenzione sul rapporto tra il Kylo Ren di Adam Driver e la Rey di Daisy Ridley.
Il problema principale, tuttavia, risiede nella cattiva gestione del ritmo: ad alcuni momenti adrenalinici vengono contrapposte lunghissime sequenze che non solo non riescono a catturare l’attenzione dello spettatore, ma finiscono molto spesso per annoiarlo. In questo senso quello che emerge è una mancanza di coesione tra le parti del film, che finiscono per far apparire superfluo anche un personaggio come Luke Skywalker, che viene ritratto come un fallimento costante, un uomo incapace di crescere e di lasciarsi alle spalle il passato e gli errori. Anche gli effetti speciali lasciano alquanto a desiderare, con una CGI che non riesce minimamente a dare giustizia ad una delle saghe più amate di sempre.
Rian Johnson cerca a ogni costo di sorprendere e dissacrare la saga risultando sempre sopra le righe. L’idea di tornare alla misticità della Forza poteva essere interessante ma questa viene completamente trasformata in un mero superpotere. Snoke che trascina Hux (personaggio trattato veramente malissimo in questo film) sul ponte della nave da distanze siderali, così come Luke che crea un ologramma di se stesso da una parte all’altra della galassia senza alcun motivo ai fini della trama. Negli episodi precedenti (compreso il 7) la Forza veniva usata nel combattimento ravvicinato o per spostare oggetti limitrofi quindi stona molto vedere un uso spropositato della forza a soli 30 anni dalla morte di Darth Vader.