The Wolf of Wall Street, curiosità sul venticinquesimo film diretto da Martin Scorsese
The Wolf of Wall Streetè un film del 2013, con protagonisti Leonardo DiCaprio, Jonah Hill e Margot Robbie. La pellicola, che ha ricevuto molteplici candidature a premi Oscar e riconoscimenti di vario genere, è stata distribuita negli USA nel mese di dicembre, sbancando rapidamente il botteghino. E, ancora oggi, rappresenta uno dei maggiori incassi del regista statunitense Martin Scorsese, veterano della grande Hollywood.
Il film, ambientato sul finire degli anni ’80, racconta la veloce ascesa del broker Jordan Belfort, ispirandosi al romanzo autobiografico che lo stesso imprenditore ideò durante la reclusione in carcere. Una vita di eccessi, raccontata con un ritmo incalzante, che vede importanti giri di denaro, oltre che innumerevoli quantità di droga.
Una prima curiosità: alcune inesattezze storiche
Si sa che Scorsese è un regista eccezionale, di fama internazionale. Ma anche ai migliori capita, qualche volta, di commettere piccoli errori. E questo è perfettamente comprensibile se si lavora su un kolossal di ben 179 minuti, il film più lungo, fino alla produzione di The Irishman, completato dal regista statunitense. Pare infatti che, durante le riprese di The Wolf of Wall Street, siano sfuggiti ai produttori alcuni piccoli dettagli storici, con conseguenti inesattezze temporali. Ad esempio, durante la scena del lancio del nano, si parla dei taser, dissuasori elettrici che verranno ideati solamente una decina di anni più tardi, a fine degli anni 90. Oppure, quando gli agenti di polizia arrestano Belfort a casa sua, li vediamo alla guida di una Ford Crown Victoria Police Interceptor. Ma questo modello d’auto sarà, in realtà, messo in commercio a cavallo degli anni 2000.
Forse non tutti sanno che The Wolf of Wall Streetè stato a lungo boicottato da alcuni animalisti. La PETA avrebbe accusato infatti la produzione di aver maltrattato lo scimpanzé presente nel film, educato all’utilizzo di pattini a rotelle. Le controversie riguarderebbero i danni psicologici subiti in seguito dall’animale, traumatizzato dall’esperienza. Il che sorprende maggiormente se si pensa che DiCaprio si è da sempre schierato a favore dell’ambiente e dei suoi abitanti. Solo negli ultimi anni avrebbe infatti donato milioni di dollari a tutela degli animali in via d’estinzione, curando anche una linea di abbigliamento cruelty free. Inoltre, in una scena del film, vediamo Jonah Hill che inghiotte un pesciolino rosso, fatto che, a detta dell’attore, sarebbe una finzione. Il pesce sarebbe stato tenuto in bocca per pochi secondi e poi rimesso in acqua, così da non violare animali e animalisti.
Gli effetti del quaalude e le scene improvvisate
Memorabile è la scena in cui Leonardo DiCaprio, alias Jordan Belfort, assume una dose eccessiva di quaalude, che, in poco tempo, lo stordisce. L’interpretazione dell’attore, oggettivamente da Oscar, è ancora più straordinaria se si pensa che, in parte, è stata improvvisata. La sequenza in cui Belfort apre la portiera della macchina con la gamba sarebbe, infatti, frutto dell’abilità recitativa di DiCaprio: una scelta che, tuttavia, gli avrebbe procurato uno stiramento muscolare. DiCaprio ammise poi di essersi ispirato, per la scena, ad un video presente su internet, che ritrarrebbe un uomo, sotto effetto di stupefacenti, mentre tenta di alzarsi da terra in un market. L’attore, d’altronde, durante le riprese dovette imparare ad agire come una persona che fa uso di droghe, non avendone mai provate nella realtà. Improvvisata sarebbe anche la scena al ristorante, in cui McConaughey si batte ripetutamente il petto con il pugno, intonando un motivetto. Un’idea ispirata dall’abitudine dell’attore, che attuerebbe questo rituale prima di ogni ripresa.
Quale ragazza non ha mai sognato di baciare DiCaprio? Eppure, sembra proprio che l’attore non sia tra i più spigliati baciatori. Pare infatti che la scena di effusioni girata con Joanna Lumley abbia richiesto un numero davvero eccessivo di ciak, causato dal troppo nervosismo dell’ex, romantico, Jack Dawson. DiCaprio sarebbe stato troppo agitato per svolgere bene la scena. Il che è curioso se si pensa che The Wolf of Wall Street ha vinto il Guinnes World Record per il maggior numero di parolacce presenti in un film, che risulterebbero ammontare al numero di 506. Quindi sì alle scurrilità, ma senza troppo affetto.
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