Ecco a cosa servono gli amici. Robert De Niro ha letteralmente salvato la carriera di Martin Scorsese
Nel 1978, il regista Martin Scorsese tornò a New York dal Telluride Film Festival e comprò della cocaina. Ma la cocaina acquistata era di dubbia provenienza e bontà e interagiva male con i suoi farmaci per l’asma e con le altre pillole prescritte dal medico per il suo organismo.
Scorsese crollò. Fu portato in ospedale con gravi emorragie interne e stava riscchiando la vita. I medici temevano un’emorragia cerebrale.
La dipendenza di cocaina di Scorsese
Martin Scorsese aveva iniziato a usare la cocaina come strumento creativo e per combattere una paralizzante mancanza di fiducia. La dipendenza però lo aveva rapidamente assorbito. Seguì la depressione, alleviata solo dall’uso estremo di droghe.
Durante un’intervista al Festival di Cannes del 1978, Scorsese finì la cocaina e decise che non poteva continuare. “Niente più cocaina, niente più interviste”, ha dichiarato. La sua dipendenza era troppo forte e in pubblico non riusciva più a stare senza essere fatto.
De Niro lo va a trovare in ospedale
Dopo l’overdose di New York, Robert De Niro visitò Scorsese in ospedale. A quel punto della loro vita, De Niro e Scorsese erano, secondo le parole di quest’ultimo, “come fratelli”.
I due erano cresciuti come conoscenti nel Lower East Side di Manhattan e sono diventati molto amici durante le produzioni dei film diretti dalla Scorsese, Mean Streets (1973) e Taxi Driver (1976).
De Niro possedeva una sceneggiatura che voleva realizzare assolutamente e considerava il suo amico regista l’unico adatto a dirigere la sceneggiatura. Però Scorsese non capiva la fissazione di De Niro per la vera storia di Jake LaMotta. Il film era Toro Scatenato.
Jack LaMotta era stato un campione di boxe dei pesi medi, abbandonato dalla fortuna a causa di un comportamento autodistruttivo. De Niro aveva deciso di cercare LaMotta e lo aveva trovato che lavorava come buttafuori in uno strip club di New York.
Scorsese aveva rifiutato l’offerta di De Niro. Non aveva alcun interesse per la boxe, ed era devastato dalla scarsa accoglienza della critica e del pubblico del suo ultimo film, New York, New York (1977).
Martin Scorsese cambia idea
“Non riuscivo a capire l’ossessione di Bob,” ricorda Scorsese più tardi, “fino a quando, finalmente, ho attraversato quel periodo difficile. Sono uscito dall’altra parte e un giorno mi sono svegliato vivo… ancora respirando”.
Ricorda De Niro ricorda: “Per lo più gli ho detto di farlo, che dovevamo diventare veri”.
Scorsese, credendo che Toro Scatenato sarebbe stato il suo ultimo film, ha deciso di mettere tutto quello aveva nella produzione. Vedeva la storia di LaMotta come una via di redenzione.
Il ring diventa un’allegoria di tutto ciò che si fa nella vita. Fai film, sei sul ring ogni volta.
L’amico di lunga data e redattore di Scorsese, Thelma Schoonmaker, disse che l’arrivo di De Niro in quell’ospedale è stato “un grande dono di amicizia”. Lo stesso Scorsese ha affermato che De Niro, costringendolo a tornare al lavoro, gli ha salvato la vita.