Il 25 novembre arriva Frida: Viva la vida, il docu-film evento con la partecipazione straordinaria di Asia Argento
Frida – Viva la Vida, il docu-film diretto da Giovanni Troilo, prodotto da Ballandi Arts e Nexo Digital, in collaborazione con Sky Arte, propone un viaggio in sei capitoli alla ricerca della vera Frida, nel cuore della sua terra natale, il Messico. Interviste esclusive, documenti d’epoca, ricostruzioni suggestive e opere più o meno conosciute, indagano sulla celebre artista messicana, diventata una vera e propria icona pop e simbolo del femminismo contemporaneo.
La Frida-icona ha ispirato in passato numerosi scrittori e registi, in particolare Julie Taymor che le ha dedicato unbiopiccon Salma Hayek. Ma quella che emerge dal docu-film di Troilo, è una Frida diversa, inedita. La storia narrata dalla voce di Asia Argento è la storia di una donna inquieta intellettualmente che, a dispetto della sua malattia, non era affatto debole. La qualità e la potenza innegabili dei suoi dipinti, eguagliavano la sua forza, dimostrazione della straordinaria capacità di ripresa di una donna.
Frida – Viva la Vida: un inno ai colori, alla vitalità e alla femminilità messicana
E il Messico con i suoi colori, la sua vitalità e la sua femminilità , è celebrato da ogni fotogramma di questo film. La stessa femminilità e vitalità che Cuaròn aveva omaggiato nel suo ultimo capolavoro, Roma. Frida – Viva la vida è il film che colora le vie di Città del Messico che Cuaròn ci aveva mostrato, in bianco e nero, un anno fa. Ma non solo, il film ci porta fino al deserto di San Luis de Potosì, passando per il sito precolombiano Tehotiuahacan e arrivando alla coloratissima città a conduzione matriarcale, Tehuantepec.
La vera Frida raccontata da artisti e esperti
A guidarci in questo viaggio alla scoperta dell’artista sono altrettanti artisti ed esperti, tra i quali Hilda Trujillo, direttrice del Museo Frida Kahlo, e la fotografa Graciela Iturbide; la quale ci racconta della sconvolgente esperienza che fu per lei fotografare, per prima, gli effetti personali di Frida, quando fu finalmente aperto il suo bagno privato, il luogo dove avveniva gran parte della sua tortura quotidiana. Le foto che mostra alla telecamera (e a noi) sono inedite e potentissime. A offrire il fil rouge che leghi i vari protagonisti, è la ballerina Laura Vargas, protagonista di poetici intermezzi che fanno assumere al documentario la forma di un vero e proprio film.
Notevoli per tecnica di montaggio e scelta dei materiali, sono anche le brevi sigle che scandiscono i capitoli. Tra diapositive di foto inedite, scene animate e esplosioni di colori, queste sequenze ricordano quasi tratti dell’ultimo, geniale, Almodóvar (Dolor y gloria). Un po’ meno azzeccate invece, le scene che inquadrano Asia Argento, che spezzano l’atmosfera intima e non aggiungono nulla alla narrazione. A tenere insieme il tutto, contribuiscono anche le musiche originali di Remo Anzovino, che impreziosiscono la narrazione.
«Il sangue diventa vita, si trasforma in fiori, come tutto in Frida… VIVA LA VIDA!»
Non perdere Frida – Viva la vida al cinema il 25-26-27 novembre e per restare sempre aggiornato, continua a seguirci su Lascimmiapensa.com!