Michele Kalamera, la storia del doppiatore di Clint Eastwood
Ci sono voci nel mondo del cinema che rimangono nell’ombra, voci che sono state capaci di dare corpo e anima alle parole, Michele Kalamera è tra questi
«Coraggio fatti ammazzare…» (Michele Kalamera doppia Clint Eastwood in Coraggio… fatti ammazzare del 1983)
Michele “Eastwood” Kalamera
Ci sono voci nel mondo del cinema che spesso rimangono nell’ombra, che negli anni sono state capaci di dare corpo e anima alle parole, alle emozioni e ai sentimenti dei personaggi del cinema, che dal grande schermo hanno fatto appassionare milioni di telespettatori: si tratta dei doppiatori. Michele “Eastwood” Kalamera è uno di questi.
Il doppiatore di origini siculo-greche, presta la sua voce al grandissimo volto di Eastwood dai tempi de Il texano con gli occhi di ghiaccio (The Outlaw Josey Wales, 1976), e in Cielo di piombo, ispettore Callaghan, scelto dallo stesso attore americano, che negli anni a venire doppierà in oltre ventuno film. L’unione tra i due è indubbiamente uno dei grandi binomi voce/volto della storia del doppiaggio nel cinema. L’inconfondibile voce calda di Kalamera (dal greco kali méra, “buon giorno”, e italianizzato durante il fascismo in Calamera), la sua recitazione moderata, i timbri privi di enfasi, le tonalità fievoli, di una potenza espressiva unica, sono capaci di rendere fedelmente il percorso emotivo e morale dei personaggi interpretati da Eastwood.
Nell’olimpo dei doppiatori
«Doppiare è un lavoro bellissimo ma ci vuole molta pratica e tanto studio e soprattutto, bisogna saper recitare».
Kalamera si inizia però, al mondo del doppiaggio, già nel marzo 1965, quando Fede Arnaud (sceneggiatrice e direttrice del doppiaggio in Italia) lo sceglie per dar voce a Mark Damon nel film musicarello Dio come ti amo (1966, di Miguel Iglesias).
Da quel momento in poi, negli anni a venire, presterà la voce, nei loro primi lavori, ad attori del calibro di Alain Delon, Robert Redford (Il candidato, Gli spericolati, Corvo Rosso non avrai il mio scalpo) e Burt Reynolds (Un tranquillo week-end di paura), Gig Young in Non si uccidono così anche i cavalli, i primi film di Cary Grant, Gregory Peck e Gary Cooper, e anche Martin Landau nella serie di culto Spazio 1999. Kalamera tornerà a doppiare proprio Landau molti anni dopo, nel 1994, in Ed Wood di Tim Burton, per il quale l’attore, che nel film veste i panni di uno stanco e sofferente Bela Lugosi, vincerà l’Oscar come miglior attore non protagonista.
Il suo lavoro più significativo e importante negli anni ’80 però, è sicuramente il doppiaggio di F. Murray Abraham nei panni di Antonio Salieri nel film Amadeus (1984, Miloš Forman). Anni più tardi, per la Disney, Kalamera diviene anche la voce dei promo delle VHS Walt Disney Home Video degli anni ’90 nonché narratore dei corti di Pippo in House of Mouse e Mickey Mouseworks.
Una indimenticabile voce narrante
Come dimenticare poi la sua attitudine da voce narrante. Tra le tante prove, meravigliosa e calda la sua voce nel raccontare le vicissitudini di Wirt e Greg nel capolavoro animato Over The Garden Wall.
Ma la prova da narratore che è rimasta indelebile nel cuore di tutti noi resta quella in Guida Galattica per Autostoppisti, con cui vi lasciamo, sperando che anche voi, cari lettori, vi facciate trasportare dalla voce del grande Michele Kalamera.
Bisogna diventare come degli elastici, correre quando loro corrono, andare lentamente quando loro vanno lentamente, immedesimarsi nei personaggi che loro interpretano, l’emozione avviene quando si doppiano bravi attori, ma poi cerchiamo di emozionarci anche con gli attori che non sono molto bravi perchè questo è il nostro dovere, dobbiamo migliorarli. (da Doppiaggio e Doppiatori diDaniela Sgambelluri)