Pony: la recensione dell’ultimo sognante album di Rex Orange County

Tra relazioni incerte e futili timori giovanili, Pony di Rex Orange County è la sofisticata proiezione musicale di una vita giovane e ancora inesperta.

Rex Orange County
- Credits: Rex Orange County / Facebook
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L’ultima, emotiva, fatica dell’artista inglese.

In seguito all’annuncio della prima data italiana del tour, Pony di Rex Orange County è finalmente riuscito ad attirare, anche in Italia, l’attenzione che il limpido talento del cantante inglese meritava di avere.

Tremante e vulnerabile come la generazione che decide di ritrarre fedelmente attraverso tinte delicate e straordinariamente intime, il terzo e ultimo album di Rex Orange County (al secolo, Alex O’Connor) e, più in generale, le sue sonorità pop declinate nella loro forma più alternativa e sofisticata potrebbe riportare alla mente le dolci e calorose sonorità di Mac DeMarco e Frank Ocean, due tra le tante e più disparate fonti di ispirazione per la carriera artistica del britannico.

Pubblicato lo scorso 25 ottobre attraverso Sony Music, Pony arriva dopo due lunghi anni di attesa, due anni in cui le aspettative hanno continuato a crescere esponenzialmente. Follow-up del precedente Apricot Princess che, pubblicato nel 2017, era stato lodato come uno tra i migliori dischi alternative dell’anno, il terzo album di Rex Orange Country non delude le attese del proprio pubblico. Anzi, si immortala come una realistica ed emozionante rappresentazione della propria epoca, terrorizzata e immobilizzata tra il desiderio di essere perfetti e la paura di sbagliare per l’ennesima volta.

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Pony di Rex Orange County è uno degli album più innocenti e sinceri di questo 2019

Pony di Rex Orange County lascimmiapensa.com

Meglio conosciuto con il nome d’arte di Rex Orange County, il ventunenne Alex O’Connor non è un rapper. E non è nemmeno un cantante pop. Scisso tra l’amore per cantautori più datati del calibro di Stevie Wonder e il desiderio di sperimentare sulla musica pop come gli artisti del suo tempo, tra cui il sopracitato e caleidoscopico Mac DeMarco, il britannico è riuscito ad impressionare il proprio ascoltatore. Per l’ennesima volta. 

Tra relazioni incerte, dove il tanto anelato equilibrio è unicamente un idillio irraggiungibile, e futili paure, Pony di Rex Orange County è il riflesso di una vita giovane e ancora inesperta, un lavoro in cui si condensano le incertezze di un musicista che, se non avesse intrapreso questo fecondo percorso artistico, starebbe ancora frequentando l’università.

Tuttavia, nonostante la profondità che caratterizza l’artista britannico, impressionante per un ragazzo della sua età, e la maturazione della sua musicalità che si formalizza in questo terzo album, Pony di Rex Orange County è forse l’album dal sound più infantile (ma, non per questo, meno raffinato) della sua produzione. Attraverso cinguettii di uccelli, suoni provenienti dalla natura che lo circonda e sintetizzatori dai suoni vivaci e frizzanti, Alex O’Connor si lascia alle spalle la sua old soul, dando vita ad un immaginario implacabilmente giovanile. Trasparente, emotivo e innocente, la melodia nasale che viene portata avanti nel terzo album di Rex canta di amore e angoscia, spensieratezza e tristezza in un mutabile e brillante miscuglio di pop ed indie, hip-hop e jazz in cui il giovane proietta il suo romanticismo potente e confuso.

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Pony di Rex Orange County è stato pubblicato lo scorso 25 ottobre e il tour di promozione dell’album porterà il cantante in Italia (più precisamente, al Fabrique di Milano) il prossimo 15 marzo.

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