Bret Easton Ellis:”La Marvel sta omologando il cinema, sono preoccupato”

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Proseguono gli Incontri Ravvicinati della quattordicesima Festa del Cinema di Roma. Stavolta è il turno dello scrittore cult Bret Easton Ellis, autore di romanzi che hanno cambiato il volto sulla letteratura contemporanea americana e non, come American Psycho e Le Regole Dell’Attrazione. L’incontro ha riguardato il cinema degli anni ’70, con una selezione di titoli scelti da Ellis stesso.

Durante la conferenza stampa, nella quale ha anche parlato del suo nuovo libro intitolato Bianco, Bret Easton Ellis ha raccontato molti aneddoti sulla sua vita artistica. Inevitabile una domanda sulla diatriba che sta caratterizzando queste settimane circa i cinecomics. Dopo la forte presa di posizione di Francis Ford Coppola, anche Ellis ha qualcosa da ridire su questo neo genere cinematografico.

“Credo che a Coppola non piacciano i film della Marvel perché hanno brutalmente interrotto il suo sogno di una collettività artistica hollywoodiana, in netto contrasto con l’ideale capitalista. Criticare questi film può sembrare snob. In fin dei conti, se piacciono così tanto al pubblico, ci sarà un motivo”

La posizione dello scrittore statunitense è decisamente più morigerata rispetto a quella di Martin Scorsese e del citato Francis Ford Coppola. Una visione di insieme che mette in risalto l’analisi oggettiva dei fatti, differente ad un gusto personale diametralmente opposto. Sono note le sue dichiarazioni fatte contro la nomination di Black Panther negli ultimi premi Oscar.

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“A me non piacciono assolutamente, sono blandi e molto conservatori. Film che parlano di gente ricca che comanda il mondo. Non è arte ma un prodotto di un’azienda. Mi piacerebbe vedere altri film ma ormai la Disney possiede tutto, anche la Marvel. Il cinema si sta marvelizzando e questa cosa mi preoccupa”, chiude la questione Bret Easton Ellis

Andando oltre questa lunga diatriba che non accenna certo a fermarsi, Ellis ha anche raccontato molti aneddoti circa le sceneggiature da lui proposte e mai accettate. A partire da quella di Miami Vice, storica serie TV, di cui Bret Easton Ellis avrebbe dovuto scrivere un episodio.

“Mi avevano chiesto di scrivere un episodio di Miami Vice tanto tempo fa. Io volevo fare un qualcosa di sovrannaturale. Ovviamente il progetto fu accantonato da una parte e rifiutato”

Durante la conferenza, Bret Easton Ellis ha anche spiegato il suo legame con il cinema. In particolare, ha raccontato del suo amore verso il cinema degli anni ’70, soprattutto quello di genere, nonché il legame che esiste tra cinema e letteratura. È cosa nota che lui non ha mai apprezzato American Psycho, a differenza di Le Regole Dell’Attrazione, diretto da Roger Avary. Proprio lo sceneggiatore premio Oscar per Pulp Fiction detiene anche i diritti per un’eventuale trasposizione di Glamorama.

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“Roger detiene i diritti di Glamorama, all’inizio si doveva fare un film ma poi saltò tutto. Dovrebbero farci una serie TV secondo me ma andrebbe a costare troppo. Dovrebbero fare più adattamenti come serie TV e non come film. Ci sono libri scritti per la letteratura e libri scritti per il cinema. E non sempre un libro scritto per la letteratura è funzionale per il cinema. Da brutti libri nascono bei film. Da bei libri nascono brutti film. È una regola”

Sempre sul legame tra cinema e letteratura, prendendo spunto dall’ultima affermazione, Bret Easton Ellis ha raccontato la sua idea di adattamento della trilogia cult 50 Sfumature. Inizialmente lo sceneggiatore incaricato era lui ma nel 2015 fu fatto fuori. Ecco perché:

“Avrei dovuto scrivere la sceneggiatura di 50 sfumature di grigio, è vero. Chiariamoci, il libro è brutto ma si poteva trovare qualcosa di interessante da dire, soprattutto circa il rapporto di potere. La mia sceneggiatura non piacque e furono scelte altre persone che preferirono virare su altre scelte. Facendo un brutto film tratto da un brutto libro!”

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