Michael Stipe presenta a Roma il libro “Our interference times: a visual record”
Abbiamo incontrato Michael Stipe, ex leader degli R.E.M., in occasione dell'uscita del suo libro fotografico. Ecco cosa ci ha raccontato al Maxxi di Roma
In occasione dell’uscita del suo libro fotografico, “Our interference times: a visual record”, Michael Stipe, ex leader dei R.E.M., ha incontrato stampa e pubblico in un doppio incontro al Museo MAXXI di Roma.
Dal 1974 a oggi ha scattato oltre 37.000 fotografie. Se conoscevate Michael Stipe solo come voce e leader degli R.E.M., oggi scoprirete anche l’ardente anima dell’ambientalista e del fotografo.
L’occasione è la presentazione della sua seconda raccolta fotografica,Our Interference Times: a visual record, ma anche l’uscita del suo primo singolo da solista, Your Capricious Soul, senza trascurare l’impegno come attivista di Extinction Rebellion, movimento in prima linea contro l’emergenza globale del climate change. Parliamo di Michael Stipe, voce e leader degli R.E.M. dal 1980 all’ufficiale scioglimento del 2011.
L’8 Ottobre al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXIsecolo di Roma l’artista newyorkese ha incontrato stampa e pubblico in un doppio incontro carico di emozione, ma anche riflessioni complesse, che attraversano musica, politica e arti visive.
Sperimentazione fotografica, poesia e suono, coesistono da sempre nell’opera di Micheal Stipe, che non riconosce alcun confine tra rock e arte del ritratto, creazione artistica e impegno civile.
Le parole di Michael Stipe
“La musica per me è un’arte visiva, nel momento stesso che ascolto grande musica chiudo gli occhi e vedo un film. Da autore di testi e liriche cerco di fare con la fotografia quello che faccio con le canzoni: costruire la narrativa all’interno di un paesaggio, raccontare l’umanità, le persone e le storie che si inseriscono nel panorama.”
La passione per la fotografia nasce del lontano 1974, quando Stipe era uno studente universitario. Nella conferenza stampa di Roma ha sottolineato come molti suoi insegnanti appartenessero alla cultura hippy, e come sia convinto che le loro idee, a 45 anni di distanza, risultino ancora vere, moderne e autentiche. Nel 2018, per la sua prima raccolta fotografica sceglie proprio una piccola casa editrice italiana: Damiani.
Micheal Stipe: Volume 1(2018) rappresenta quindi un intimo album di famiglia. Da River Phoenix a Kurt Cobain, fino all’amica di una vita, Patti Smith, i ritratti del cantante degli R.E.M. sono dedicati agli affetti più cari, ma anche al racconto intenso e silenzioso della Controcultura americana, dalla Factory di Andy Warhol al movimento Grunge di Seattle.
“L’indipendenza per me è essenziale, è una parte fondamentale dell’essere americano. Nella musica così come nell’editoria sono fiero di esplorare le vie più indipendenti per raggiungere il massimo numero di persone possibile.È per questo che ho scelto Silvia e la casa editrice Damiani, ed è per questo che ho deciso di pubblicare il mio primo singolo come solista esclusivamente sul mio sito personale. Credo che dimostri come le piattaforme più popolari oggi strangolino la distribuzione della musica e il modo stesso in cui l’ascoltiamo. È un messaggio da parte mia: possiamo essere indipendenti e possiamo avere il controllo sulle nostre scelte. Tutti i profitti del singolo da qui a un anno, come quelli del libro, saranno devoluti a Extinction Rebellion. Dopo la musica arriverà anche su altre piattaforme. Ma intanto sono felice di offrire il mio contributo a quest’organizzazione: una vera comunità filosofica, che si muove verso il cambiamento. Credo stiano facendo un lavoro eccellente. “
Stipe e i R.E.M.
Quanto all’esperienza con gli R.E.M., l’artista è chiaro e lapidario: restano grandissimi amici, ma non torneranno mai a suonare insieme.
“Ho preso una pausa di diversi anni lontano dalla musica, ed è stato proprio questo periodo che mi ha permesso di lavorare su altri media. Realizzare una raccolta fotografica per me era un’idea entusiasmante, e il risultato è il libro che abbiamo qui oggi.”
Il libro Our Interference Times: a visual record è un concept album costruito per immagini, che pone al centro il passaggio dell’era analogica alla rivoluzione digitale.
“Credo sia importante comprendere la differenza generazionale. Tra gli obiettivi del libro c’era analizzare le persone, il loro diverso modo di comunicare e guardare il mondo. Per noi il mondo passava attraverso uno schermo analogico, oggi lo schermo è un display retroilluminato ed è una differenza fondamentale. Dal punto di vista visivo è interessante vedere come quest’approccio cambi completamente nel corso degli anni. E il cambiamento riguarda sia la relazione con gli altri che la nostra percezione individuale.”
La conferenza stampa di Roma è stata anche l’occasione per scoprire qualche curiosità su Micheal Stipe: un uomo che nonostante il successo conserva curiosità, grazia e gentilezza che sembrano quasi fuori dal mondo. Eppure, sono completamente devote a questo strano mondo, tra il ‘900 che finisce e il nuovo millennio che prende forma.
“Uno dei miei più cari amici una volta ha detto che essere sui social è un lavoro a tempo pieno. Io mi sono licenziato da questo lavoro già tre volte. Sono disgustato dal fatto che Twitter non abbia bannato Donald Trump già da due anni per hate speech e incitazione all’odio. Se l’avessero fatto credo vivremmo in un mondo migliore, un mondo diverso. Non sono contro la tecnologia e tutto quello che comporta. Sono contro l’atteggiamento manipolatorio dei social media.”
Se resta lontano da Facebook, Micheal Stipe racconta invece come ami il cinema e l’Italia: se il museo di riferimento è il Gucci di New York, Fellini è in assoluto il suo regista preferito, il suo film del cuore E la nave va.
Quanto alla musica contemporanea, Stipe torna ovviamente a sottolineare l’influenza di Patti Smith, ma anche la stima incondizionata per Thom Yorke:
“L’ultimo album di Thom Yorke credo sia incredibile. Se non sbaglio ieri era il suo compleanno, tanti auguri. Oggi invece è il compleanno di Gavin Friday (voce dei Virgin Prunes N.D.R.), compie 60 anni.”
E quando gli chiedono se il movimento ecologista Extinction Rebellion non stia superando i limiti, se non chieda troppo, l’ultima parola di Michael Stipe resta semplice e radicale: We’re not asking too much at all.“Non chiediamo troppo per niente”.