Presentato fuori conconcorso alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia, dal 24 Ottobre al cinema arriva un nuovo, piccolo gioiello firmato Gabriele Salvatores: Tutto il mio folle amore. Ecco la nostra recensione in anteprima.
“Ma queste son parole / E non ho mai sentito / Che un cuore, un cuore affranto / Si cura con l’udito / E tutto il mio folle amore / Lo soffia il cielo / Lo soffia il cielo, così.” (Pier Paolo Pasolini, Cosa sono le nuvole)
Memore di Totò e Ninetto, come fulcro del film Salvatores sceglie una relazione padre-figlio assolutamente disfunzionale, ma a suo modo perfetta. Willy (Claudio Santamaria) è nientemeno che “il Modugno della Dalmazia”: cantante e chitarrista sregolato, che ha scoperto come sbarcare il lunario suonando tra feste zingare e sagre paesane oltre il confine dei Balcani. In un inaspettato sprazzo di lucidità , Willy ha deciso di incontrare suo figlio: un ragazzo di sedici anni che non ha neanche visto nascere. Doveva essere il classico passaggio esistenziale, il fatico momento della maturità . Ma Willy non aveva messo in conto che Vincent (Giulio Pranno) potesse essere affetto da una grave forma di ritardo mentale.
In realtà , parole specifiche nel definire il disturbo non sono mai pronunciate in Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores: libero adattamento del romanzo Se ti abbraccio non avere paura di Fulvio Ervas (2012). E se il film è una fiaba straordinariamente buffa, dolce e commovente, preparatevi a versare calde lacrime di fronte alle foto di Andrea e Franco, già che questi personaggi si ispirano a una storia vera.
La mamma di Vincent e il suo papà adottivo sono interpretati da due straordinari Valeria Golino e Diego Abatantuono. Ma se il cast al completo presenta un equilibrio da stato di grazia, il nuovo film di Salvatores colpisce grazie a un attore che è una vera rivelazione: Giulio Pranno. Era forse dai tempi di Buon compleanno Mr. Grape – opera che ha rivelato al mondo il talento dirompente di Leonardo Di Caprio – che non si vedeva un ragazzo rappresentare i disturbi dello spettro autistico con tanta delicatezza, efficacia e precisione.
Salvatores firma così un’opera che torna alle radici: una parabola che attraversa i Balcani di Emir Kusturica, celebra il viaggio, Modugno e il Rock’n’roll, per celebrare la bellezza della diversità .
Tutto il mio folle amore è probabilmente uno tra i migliori film nella strana carriera di Salvatores. Sconsigliato ai cinici e agli spettatori più sprezzanti, è invece un’opera sentimentale ma non sentimentalistica, che sa essere dolceamara, fiabesca ma concreta.
Insomma: un film che farà la gioia dei fan storici di Marakesh Express e Mediterraneo (premio Oscar come miglior film straniero nel 1992), ma anche di Nirvana (1997) e Denti (2000).
Da non perdere il nostro Claudio Santamaria nella parte del cantante da crociera fallito: la sua reinterpretazione dei classici di Modugno, da sola, vale il prezzo del biglietto.
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