C’era una volta a Hollywood, storie vere: stuntman vs Bruce Lee

C'era una volta a Hollywood prende spunto da molti fatti realmente accaduti. Tra le scene spicca l' incontro tra lo stuntman Cliff Booth e Bruce Lee. Ma quanto c'è di vero in questa storia?

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Uno dei momenti più iconici di C’era una volta a Hollywood

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La scena del combattimento tra Cliff Booth e Bruce Lee in C’era una volta a Hollywood è stata sicuramente una di quelle più discusse. A trainare il dibattito ci ha pensato innanzitutto la polemica scoppiata tra Quentin Tarantino e la figlia di Lee, Shannon. Secondo l’erede della celebre icona, Il Lee di Tarantino non solo è lontano dalla realtà ma anche un insulto alla memoria del padre.

Tralasciando la polemica, la quale è stata approfonditamente riportata dal nostro sito, ora, voremmo proporvi tutto ciò che si cela dietro a questo discusso e criticato incontro. Quanto c’è di vero nella versione di Quentin Tarantino?

Dalle informazioni raccolte dal South China Morning Post, non sembra affatto che la ricostruzione tarantiniana sia esclusivamente frutto della fantasia del regista. Andiamo per ordine. Il personaggio di Cliff Booth, come vi spieghiamo in questo articolo, è il risutato di un collage di personaggi realmente esistiti, ma per quanto riguarda la scena che stiamo analizzando il riferimento sembra uno e uno solo: Gene LeBell.

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Gene LeBell

Conosciuto come l’uomo più forte vivente, il più duro di Hollywood, LeBell è stato due volte campione nazionale di Judo e un formidabile esponente del submission wrestling. Oltre alla carriera da atleta, LeBell ha lavorato a lungo nel mondo del cinema tra cui spicca il ruolo di stuntman nella famosa serie The Green Hornet, in cui Bruce Lee interpretava il ruolo di spalla dell’eroe: Kato.

“Sul set de Il Calabrone Verde incontrai per la prima volta Bruce Lee” racconta LeBell in una intervista presente su Youtube “era un grande campione e un ragazzo fantastico”. “Un giorno, uno degli addetti ai lavori” continua lo stuntman “mi dice: ‘hey, il tipo che guida la macchina (Kato, il personaggio di Lee) vuole fare tutti i combattimenti personalmente ma l’altro attore non è atletico e si rifiuta di farli. Noi vogliamo qualcuno che conosca le arti marziali e prenda le cadute al suo posto”.

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La versione di LeBell si discosta leggeremente da quella del suo biografo Bob Calhoun, che recentemente ha intervistato, per il sito Ozy, nuovamente il famoso judoka per ritornare proprio sulla questione Lee. Calhoun scrive che LeBell fu avvicinato dal coordinatore degli stunt per farlo confrontare con Lee, poiché quest’ultimo stava prendendo “a calci nel culo” l’altro stuntman e non riuscivano a convincerlo ad andarci più piano pur garantendogli che la scena sarebbe venuta bene lo stesso. Non riuscendo a placare il combattente di Hong Kong, il coordinatore Bennie Dobbins chiese a LeBell di bloccare Lee con una headlock, in modo da indurlo a essere più collaborativo. LeBell salì immediatamente sul set e afferrò Bruce Lee.

Il piccolo drago, come racconta LeBell, “iniziò a fare tutti quei versi per cui è diventato famoso ma non reagì, penso che fosse davvero sorpreso dell’attacco”. A quel punto lo stuntman prese Lee sulla schiena e iniziò a correre per il set con l’attore che gridava “mettimi giù o ti ammazzo!”. La risposta fu “non posso metterti giù altrimenti mi uccidi!” fino a quando LeBell lo lasciò andare e aggiunse goliardicamente “Hey Bruce non mi uccidere. Sto solo scherzando campione”.

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LeBell ha riferito che in quel momento Bruce Lee non era affatto arrabbiato, tutt’altro, capì che mancava qualcosa al suo Jet Kune Do, che fedele alla filosofia “be water”, prendeva in prestito diversi approcci derivanti dalle arti marziali più disparate. Bruce Lee aveva capito che mancava nel suo stile qualcosa di fondamentale: le prese.

“Ho frequentato Bruce Lee per lungo tempo, lui veniva nella mia palestra e viceversa. Gli ho insegnato Judo e Wrestling, mentre lui mi ha mostrato dei colpi e dei calci che uso tutt’ora nei miei film. Era un uomo meraviglioso e un grande artista marziale”. Ricorda LaBell con affetto.

Esempi fulgidi dell’amicizia tra Lee e LeBell sono due scene immortali della filmografia dell’attore: lo scontro con Sammo Hung in Enter the Dragon (I 3 dell’Operazione Drago) e il leggendario combattimento al Colosseo con Chuck Norris in Way of the Dragon (L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente). Infatti, in entrambe le scene, Lee sottomette gli avversari con due mosse apprese grazie al lavoro con LeBell.

Possiamo quindi conculdere che sì la scena presente in C’era una volta a Hollywood ha un fondo di verità, che ritrova in fatti realmente accaduti la sua ragion d’essere ma è innegabile che il tono sia completamente diverso. LeBell e Bruce Lee erano amici e in fondo allievi l’uno dell’altro. In C’era una volta a Hollywood lo scopo sembra semplicemente quello di esaltare un personaggio meraviglioso come Cliff Booth. Ma siamo sicuri che ciò non basterà a placare le polemiche.

Si ringrazia Bernardo Avallone