10 Film Horror asiatici che vi faranno venire gli incubi
Nel XIV secolo in Giappone, un uomo è costretto a arruolarsi nell’esercito, lasciando la moglie e la madre sole nella loro casa nella palude. Per sopravvivere in un paese dilaniato dalle lotte, le donne aggrediscono i soldati di passaggio, li uccidono e successivamente li depredano per poi rivendere la refurtiva. Le cose peggiorano dopo l’apparizione di un samurai con un volto in putrefazione (celato sotto ad una maschera), dando il via a strani e inquietanti eventi.Â
Magnifico e oscuro dramma, con venature nell’horror e nel fantastico, scritto e diretto dal grande regista giapponese Kaneto Shindo. Onibaba è una spettrale sinfonia visiva di straordinaria bellezza, in grado di trasmettere come pochi altri l’oscurità e il senso spaventoso della natura, anche grazie ad una colonna sonora ipnotica e di grande suggestione. Kaneto Shindo ambienta l’intero film in un canneto minaccioso e claustrofobico, enfatizzato dall’uso di suoni naturalistici, dalla gelida fotografia in B/N e dai bellissimi primi piani che esaltano ed esplorano la crescente tensione fra le due protagoniste. Così, paesaggio e personaggi diventano un unicum. Un potente ed elegante apologo della guerra come buco nero delle coscienze e della forza del desiderio, capace di vincere anche la paura del regno dei morti.Â
Kwaidan (1964, Masaki Kobayashi)
Kwaidan racconta 4 storie dell’orrore basate sull’omonimo libro di Yakumo Koizumi, le quali mescolano tra loro avventura, amore, morte e vita. Il film è uno sguardo gelido e allucinato sulle paure ancestrali dell’uomo, i sentimenti, la famiglia, la dignità , la forza delle tradizioni. Un horror giapponese atipico, caratterizzato da uno stile formale elegantissimo, visivamente splendido e ricco di idee geniali.
Girato interamente in uno studio cinematografico, con gigantesche scenografie che ricostruiscono valli e tramonti, boschi innevati e paludi, santuari e dimore fatiscenti, il film di Masaki Kobayashi è un’esperienza visiva di grande intensità . È l’archetipo cinematografico della concezione dell’horror asiatico giapponese: attraverso l’uso minuzioso del sonoro e dei silenzi, la gestione degli spazi e le scenografie quasi surrealiste, ogni racconto viene costruito nel rispetto della sua specifica cifra emozionale. Il film rappresenta un’esperienza filmica più unica che rara, da non perdere se volete un chiaro completo sul vasto mondo degli horror asiatici.
Kairo (2001, Kiyoshi Kurosawa)
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