Per la serie “tratto da una storia vera”, eccovi Orphan, film che attinge da un inquietante fatto di cronaca
Orphan è solo un dei tantissimi film made in USA che esordiscono con questa dicitura: “tratto da una storia vera“. I fatti di cronaca possono essere infatti una grande fonte di ispirazione per lo sceneggiatore, ma non solo. Nel momento in cui leggiamo quelle cinque parole, anche inconsciamente, siamo portati a non dubitare di quello che stiamo vedendo sullo schermo. Siamo spinti a fidarci quasi ciecamente, proprio perché “sono cose realmente accadute”.
I Coen, ad esempio, da veri maestri della settima arte hanno approfittato di questo meccanismo mentendoci spudoratamente in Fargo (tutto inventato di sana pianta) per poterci raccontare la loro assurda storia immersa nella neve del Minnesota.
Altre volte, invece, si tratta di semplice e pura ispirazione. Non è un mistero che Flaubert si sia ispirato ad un fatto di cronaca nera accaduto poco prima per scrivere uno dei romanzi più importanti della letteratura francese come Madame Bovary.
È proprio questo il caso di Orphan, film del 2009 diretto da Jaume Collet-Serra, un horror che ci racconta la storia di una coppia (Vera Farmiga e Peter Sarsgaard) che, dopo aver perso il terzo figlio in seguito ad un aborto, decidono di riempire il vuoto adottando una bambina. Dopo aver visitato un orfanotrofio decidono di adottare Esther, una bambina di 9 anni di origini russe particolarmente brillante.
Non entreremo nel merito del film, che merita comunque una visione, grazie alle ottime interpretazioni non solo della Farmiga e di Sarsgaard ma anche di tutti i tre bambini della famiglia, su tutti l’inquietante Esther interpretata da Isabelle Fuhrman.
Memorabile ed originale in particolare la sequenza in cui seguiamo una bimba in un parco giochi, in un crescendo di tensione visto dalla sua prospettiva. Da qui in poi vi parleremo di ciò che è realmente accaduto, quindi si farà inevitabilmente dello spoiler.
Gli sceneggiatori di Orphan si sono infatti ampiamente ispirati ai fatti della famiglia Mauerova, specialmente per il personaggio centrale del film.
Klara Mauerova era stata lasciata dal marito poco dopo aver partorito il suo secondo bambino agli inizi degli anni 2000. La donna, psichicamente piuttosto debole, si trasferì così con la sorella Katerina, anch’essa mentalmente poco stabile.
Qui entrò in scena il personaggio chiave, ovvero Barbora Skrlova, che ha ispirato il personaggio di Esther in Orphan. Barbora diventò molto amica delle due sorelle, frequentava spesso casa Mauerova, arrivando ad avere un forte influsso soprattutto su Klara. Anche lei afflitta da forti disturbi psichici, soffriva di una malattia rara che la faceva sembrare un’adolescente, tanto da fingersi spesso tale. Era inoltre, a quanto pare, membro di una setta religiosa staccatasi dal Grail Movement.
Barbora era particolarmente violenta e manipolativa, una combinazione che sconvolse le già deboli menti delle due sorelle. Secondo quanto raccontato in seguito in tribunale da Klara, Barbora sarebbe riuscita a farle il lavaggio del cervello. Quel che è certo è quello che successe dopo.
Le tre donne cominciarono a torturare i due bambini, rinchiudendoli nello scantinato di casa. I bimbi soffrirono per anni le sevizie, sessuali e non, delle tre, che arrivarono addirittura a costringere uno dei due a mangiare un pezzo di carne tagliato dal corpo del fratello.
Il tutto cessò nel 2007, quando un vicino installò un sistema video per monitorare il proprio bimbo durante il sonno. Per pura casualità, il suo sistema captò le immagini delle telecamere usate dalle Mauerova per controllare i due bambini rinchiusi nello scantinato. Avvisate le forze dell’ordine le due sorelle furono arrestate ed i bambini tratti in salvo, insieme a quella che gli uomini sul posto ritennero una ragazzina di 13 anni.
La Skrlova riuscì infatti ad ingannare la polizia fingendosi un’adolescente adottata dalle sorelle Mauerova.
La donna si finse vittima e riuscì addirittura a scappare per evitare il processo. Fu successivamente ritrovata in Norvegia, dove si fingeva un ragazzo adolescente di nome Adam. Andò regolarmente a scuola per parecchio tempo, ingannando i professori e la polizia norvegese. Venne poi scoperta e ricondotta in patria per testimoniare in tribunale circa i terribili eventi di cui era stata protagonista.
Sebbene non si possa parlare di una vera e propria trasposizione cinematografica degli agghiaccianti eventi del caso Mauerova, resta evidente l’influsso che la storia ha avuto sulla sceneggiatura di Orphan. Esther non è poi così dissimile da Barbora, così come la madre interpretata dalla Farmiga ha un certo grado di instabilità mentale, anche se decisamente meno accentuata nel film.
Un caso dunque che ha evidentemente smosso la fantasia dello scrittore, che ha estrapolato elementi salienti dai fatti reali per portare al cinema un horror inquietante mescolando le carte di quello che è stato, purtroppo, uno dei fatti di cronaca più efferati degli ultimi 20 anni.