Bong Joon-ho: tutti e 7 i film classificati dal peggiore al migliore

Quest'anno Bong Joon-ho ha fatto storia a Cannes quando con il suo ultimo film, Parasite (Gisaengchung), è stato nominato vincitore della Palma d’Oro

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3. Memories of Murder (Sar-in-ui chu-eok, 2003)

Bong Joon-ho: tutti e 7 i film classificati dal peggiore al migliore

Considerato da molti fan il suo miglior film, e sembra essere sicuramente il più popolare, Memories Of Murder è ispirato ad eventi reali e basato su un’opera teatrale. Il thriller/poliziesco, ambientato nella provincia remota e assai poco suggestiva di Hwaseong, racconta degli omicidi del primo assassino seriale coreano conosciuto.

Ma Memories of Murder non è un film che racconta solo di omicidi e delle inevitabili investigazioni a riguardo: al centro della storia non vi è la personalità del killer ma bensì le trasformazioni che la catena di delitti e le lunghe, estenuanti indagini, determinano nelle vite e nei caratteri dei detective, assieme a coloro che li circondano.

Un’opera avvincente e ben strutturata, che si lascia alle spalle tutti i cliché legati al genere, dando vita a dei personaggi che non sono né buoni né cattivi. I protagonisti dell’opera  non si posso contraddistinguere per il ruolo che incarnano, ma unicamente per le ambizioni che possiedono e per ciò che sono disposti a fare per vederle concretizzate. Un film quasi crudo nella sua essenza e che ha saputo rivoluzione in parte il genere di appartenenza, attraverso un racconto asciutto e cinico, disilluso e disperato. Finale indimenticabile.

2. Mother (Madeo, 2009)

Bong Joon-ho: tutti e 7 i film classificati dal peggiore al migliore

Yoon Do-joon è un ragazzo con un deficit mentale che vive con la madre in una piccola cittadina della Corea del Sud. Un giorno, il corpo di una studentessa viene ritrovato su una terrazza in una strana posizione, gettando nello sconforto tutto il paese. Le poche e per nulla schiaccianti prove portano subito al ragazzo mentalmente minorato, tanto da portarlo ad essere accusato di omicidio e a chiudere subito il caso. La madre però è convinta dell’innocenza del figlio e farà di tutto per scoprire il vero colpevole.

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Tra i più grandi film di Bong Joon-ho e della stessa cinematografia coreana: amaro, dolente ed intenso, che riesce a scuotere nel profondo. Cresce minuto dopo minuto, fino diventare sempre più coinvolgente e trascinante nell’ultima parte, in cui si è costretti a fare i conti con una terribile verità. Non è certo il meccanismo thriller a colpire, ma quello drammatico e struggente, atto a descrivere ed indagare sia le piaghe della società sudcoreana sia gli ambienti umanamente desolati e squallidi, degnamente fotografati con colori grigi e soffocanti.

A restare nella memoria è, ovviamente, anche l’incredibile personaggio della madre Hye-ja (Kim Hye-ja) disposta a tutto pur di scagionare il figlio. Alla fine, l’unica salvezza sarà indurre l’oblio. Assolutamente imperdibile.

1. Parasite (Gisaengchung, 2019)

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Due famiglie, due volti di Seul: la prima, poverissima ma astuta, sopravvive in uno scantinato ristretto e sudicio grazie all’arte di arrangiarsi; la seconda, ricchissima ma un po’ ingenua, è lussuosamente stabile in una splendida e spaziosa villa, servita e riverita. La famiglia Ki-taek è affiatata ma allo stesso tempo pigra: nessuno di loro lavora e davanti all’intero nucleo si prospetta un futuro nerissimo. Così, a poco a poco, l’intera famiglia riesce ad infiltrarsi con l’inganno e la manipolazione nella vita dell’altra, orchestrando una brillante catena di licenziamenti, volti a sostituire tutti i dipendenti della villa con i propri componenti familiari. Tutto pare andare per il verso giusto, ma i poveri hanno un odore che i ricchi imparano a riconoscere fin da piccoli.

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Al rientro in patria, Bong Joon-ho firma quello che, assieme a Mother, è il suo miglior film fino ad oggi e senza dubbio uno dei migliori film dell’anno, Parasite. Un’umoristica e feroce parabola sulle barriere di classe (argomento già affrontato in Snowpiercer e Okja), in un perfetto equilibrio fra commedia nera, dramma e thriller che non lascia sconti. Un’opera di grande qualità, avvalorata da una sceneggiatura che rasenta la perfezione e che riesce a sbalordire e coinvolgere dalla prima all’ultima sequenza. Disuguaglianza, classi sociali, ville lussuose e fetenti scantinati.. i poveri possono davvero entrare nel mondo dei ricchi?

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