Ritroviamo dunque il cast di bambini, tra cui il buon Mike di Stranger Things, Finn Wolfhard, nei panni di Bill ovviamente. Tutto comincia con uno Xavier Dolan brutalmente malmenato a causa della sua omosessualità in quel di Derry. Gettato nel fiume, il compagno tenta di salvarlo ma lo sgradito ritorno di Pennywise fa saltare i piani del salvataggio, ovviamente. Da qui si passa al giro di telefonate che Mike Hanlon (Iasaiah Mustafa) fa per richiamare tutti i suoi amici, fuggiti da Derry per dimenticare. Ma una cicatrice sulla loro mano non gli permette di dire di no. Pennywise è tornato e va sconfitto. Stavolta per sempre.
Che It presti il fianco ad una serie infinita di letture è ormai cosa nota a tutti. Ed è forse per questo che il romanzo di King è uno tra i pilastri della letteratura contemporanea. L’orrore della formazione, il rimosso che ritorna. Solo per dare una “semplice” chiave di lettura psicanalitica di quanto raccontato da libri, serie TV e film. In particolare, questo It – Capitolo 2 di Muschietti, decide di soffermarsi su ciò che rappresenta la figura del malefico clown: il Male. Quello con la M maiuscola, l’essenza pura, l’accezione definitiva. Non è un caso dunque l’incipit dove viene mostrata l’omofobia in tutta la sua furia. Una risposta a chi si chiedesse cosa sia il male oggi: l’odio. Dove c’è odio, c’è male. Dove c’è male, c’è Pennywise. Questo interessante discorso però si esaurisce praticamente subito.
Bill Hader in quelli di Rich (menzione speciale per la sua prova attoriale), comico di successo ma con un segreto che scopriremo poi. E così via. Insomma, tutti hanno qualcosa dentro di loro. Che, ventisette anni dopo, saranno costretti a riaffrontare. Il rimosso, ritorna in It – Capitolo 2. E ritorna spezzando le loro nuove vite, legate al passato traumatico dal quale sono fuggiti.
Tutti gli interessanti discorsi che si legano o al genere (incipit) o al cinema (Bill scrittore in crisi) vengono troncati repentinamente per dar spazio all’estetica da videogame in arcade. Trova gli artefatti, combatti il mostro dentro di te. Questo per tutti e sette i personaggi. Una vera e propria coazione a ripetere, per rimanere nell’ambito freudiano.