Venezia 76 – The New Pope, recensione in anteprima della serie targata Paolo Sorrentino

Paolo Sorrentino continua il suo pontificato con The New Pope, in anteprima a Venezia.

The New Pope arriva nei cinema
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Sorrentino torna al timone della sua arca dell’alleanza. La solare Venezia, città emblematica nell’opera, ospita oggi l’anteprima mondiale del sequel spirituale di The Young Pope, del quale rappresenta un’ideale seconda stagione. The New Pope si presenta insieme alla premiazione del direttore della fotografia Luca Bigazzi, che in questo lavoro ha utilizzato il tocco di un vero maestro.

Una scelta singolare, quella di Paolo Sorrentino, di non presentare i primi due episodi della serie. Sganciandosi dalle tendenze recenti, per cui lo stesso Stefano Sollima presenterà le prime due puntate di ZeroZeroZero, il regista partenopeo porta in mostra gli splendidi episodi 2 e 7. Probabilmente, i più rappresentativi sotto il profilo artistico: il confine tra televisione e cinema è da tempo sempre più labile, tanto quanto lo è la linea che separa la bellezza di The New Pope con quella dei film in concorso.

Nel primo dei due episodi la fotografia è memorabile.

Dopo una breve ricapitolazione della serie precedente e del primo episodio, torniamo al seguito del Cardinale Angelo Voiello (Silvio Orlando) e del suo entourage, pronto a corteggiare spietatamente Sir John Brannox (John Malkovich): il favorito per la successione è lui, l’uomo della middle way tra l’intransigenza e il favore popolare. Nel primo episodio si apprende infatti che Papa Pio XIII, ormai venerato come un santo da orde di fedeli, è entrato in coma.

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The New Pope

Il castello del cardinale emerito, regno della classicità, è il set perfetto per l’occhio di Bigazzi. Inquadrature fisse di rara bellezza si alternano al magnifico utilizzo del dolly, piegato a movimenti quasi innaturali e spiritici. Assistiamo così al raffinato coronamento di un’estetica attenta e perfezionista. Ogni singolo fotogramma assume un’enorme carica espressiva, quasi come una successione di quadri. Un po’ come la galleria che nella prima serie Jude Law attraversava nella sigla, ripercorrendo idealmente la storia della Chiesa.

Abbiamo assistito a due versioni della sigla di The New Pope.

L’harem che apre l’episodio 2 ha permesso a Luca Bigazzi di fare un ottimo lavoro sulla luce, che illumina di multicolori cromatismi corpi nudi ed intrecciati. La settima puntata invece si apre riportando al centro della narrazione Jude Law. La stessa carrellata a seguire della sigla della prima serie questa volta accompagna il giovane Papa sulla spiaggia, tra lo sguardo indiscreto di donne ammaliate dal candore dello slippino di Lenny Belardo, come abbiamo intravisto nel trailer.

Le ombre di una Venezia solitaria e notturna cambiano completamente il clima della storia, reso ancora più nefasto da ombre ben più oscure su San Pietro. Nel settimo episodio la serie tocca probabilmente il climax emotivo, facendoci conoscere un nuovo Pio XIII, profondamente cambiato rispetto al contraddittorio e polimorfo Papa della prima serie.

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Questo dimostra il cambio di direzione e la soluzione di continuità tra i due lavori.

Il nuovo titolo parla anche di un nuovo approccio al soggetto. In The Young Pope la poliedrica personalità di Lenny Belardo è servita a Sorrentino per indagare la Chiesa come fosse un’istituzione del potere, che si macchia di corruzione e continui esorcismi dei suoi demoni. Il Vaticano e i loro rappresentanti non vengono trattati in modo dissimile dai protagonisti di Il Divo o Loro, in cui il potere si accentra in grandi personalità della nostra storia recente.

I Papi di Sorrentino sono ovviamente un racconto di finzione, ma trovano un precedente nell’ideale confronto tra Benedetto XVI e Francesco I. Come loro infatti Jude Law e John Malkovich porteranno in scena due papi dalle visioni estremamente diverse: ciò che li accomunerà sarà un intimo e profondo percorso verso l’oblio. Entrambi vogliono essere dimenticati, ci dice Sorrentino, indicando la chiave di lettura di quest’opera decisamente più introspettiva. Non mancheranno certo altre pietre dello scandalo. La sottotrama politica sembra infittirsi di nuovi e ancor più spietati personaggi, e il Vaticano dovrà fare i conti con nuove minacce. Tutto ciò a complemento di un’opera che sembra già un capolavoro annunciato.