10 colonne sonore da ascoltare in loop

10 colonne sonore da fischiettare, cantare, su cui piangere fiumi di lacrime oppure esaltarsi come in una grande battaglia.

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Up, Michael Giacchino, 2009

Uno dei compositori più importanti e contemporaneamente tra i meno conosciuti. Michael Giacchino ha al suo attivo decine e decine di colonne sonore, alcune davvero bellissime, e tutte al servizio di prodotti di punta dell’industria dell’intrattenimento. Il recentissimo Spider-Man Far From Home è stato musicato da lui, così come l’ottimo 7 sconosciuti a El Royale. È nei film d’animazione però che la sua arte si è espressa al meglio, musicando i due episodi de Gli Incredibili, il recentissimo capolavoro Disney-Pixar Coco, e il suo premio Oscar Up.

A prescindere dal suo talento oggettivo e dalle sue qualità ormai universalmente riconosciute, Giacchino in Up è riuscito a compiere un piccolo miracolo. La celebre sequenza iniziale, su cui tutti hanno versato fiumi di lacrime, viene musicata con l’utilizzo di un’unica idea musicale, che viene elaborata continuamente. Ad essa non manca mai la capacità di accompagnarci nell’avventura di Carl ed Ellie, sottolineando sempre con amore i sentimenti e le reazioni emotive attraverso i quali siamo trasportati. Realizza così l’intento originale della musica nei film, con una grandissima economia di mezzi e con rara maestria.

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Taxi Driver, Bernard Herrmann, 1976

L’ultima delle colonne sonore di un titano del genere. Autore delle musiche di capolavori come Quarto Potere e molti film di Alfred Hitchcock, Bernard Herrmann è senza alcun dubbio uno dei più grandi compositori per film di sempre. Nella sua ultima opera, dopo essere passato dalla complessa partitura per soli archi di Psyco e dalla sperimentazione elettronica, giunge ad una partitura più scarna, essenziale.

PERSONAGGI CULT

Le note che accompagnano il giro in taxi che apre il capolavoro di Martin Scorsese sono sue, e ci hanno sempre fatto sognare tra le luci brumose di una New York sempre piovosa. Il jazz a cui perviene Herrmann si alterna con momenti di più ampio e tragico sinfonismo, seguendo alla perfezione la spirale di follia dalla quale Travis Bickle non riesce ad uscire. Un film che merita di essere visto e rivisto, una colonna sonora che merita di essere ascoltata all’infinito.

Diario di uno scandalo, Philip Glass, 2007

Philip Glass è uno dei compositori principali della storia della musica americana. Troneggia affianco ai nomi Steve Reich e John Cage, pur avendo negli anni preso progressivamente le distanze dal minimalismo da cui mosse i primi passi. Lo stile a cui è pervenuto, da lui definito post-minimalista, fa ampio uso di piccole forme re-iterate, come tipico del minimalismo, ma cerca di accedere alle chiavi espressive della musica tonale in maniera molto più pop.

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In Diario di uno scandalo Richard Eyre potè quindi avvalersi di una delle penne più autorevoli della musica contemporanea. Il minimalismo del compositore si esplica in un sinfonismo ricercato, equilibrato ed elegante. La tonalità, ambiente in cui il compositore predilige muoversi, non è mai compromessa, neppure dalle frequenti dissonanze. In tal modo la partitura si muove di pari passo al composto dramma di Sheba e Barbara, ed è sicuramente un elemento che l’Academy tenne in considerazione quando Philip Glass ottenne la sua prima ed unica nomination agli Oscar.