Dopo aver sparato a zero sui cinecomics, Alejandro Iñárritu allarga il campo della sua critica a tutto il cinema, con parole molto forti. Come ci ha sempre abituato il regista premio Oscar, d’altronde. Mai banale nelle sue dichiarazioni, che siano esse condivisibili o meno. L’oggetto della discordia stavolta abbraccia tutto il sistema cinema, paragonato a detta sua ad una prostituta intenta a procacciare clienti e conseguentemente soldi, vendendosi al miglior offerente. Il tutto durante una premiazione al Sarajevo Film Festival. Parole molto dure verso produttori e pubblico.
“Il cinema è diventato come un’orgia di interessi poetici che convivono nel medesimo letto. Ma allo stesso tempo è come una puttana che vuole fare soldi prima di tutto”, spiega Alejandro Iñárritu.
Il regista di Birdman ha proseguito focalizzando l’attenzione su come il linguaggio televisivo abbia influenzato negativamente quello cinematografico e di come esosi rifletta sul pubblico. Un pubblico che, a detta di Alejandro Iñárritu, è sempre più impaziente e vuole sempre che accada qualcosa di continuo e senza mai fermarsi.
“Le persone non riescono ad essere pazienti, vogliono che accada sempre qualcosa e che accada subito. ‘Spara! Fa’ qualcosa!’, ormai è questo quello che vogliono. Il linguaggio sta cambiando e c’è un forte bisogno di una trama, deformando la modalità di esplorazione dei temi”
In altre parole, il cinema contemplativo si sta lentamente spegnendo in favore di un cinema più frenetico. Dove l’azione costante dev’essere intesa come un mantra per ogni prodotto cinematografico. Il regista cinque volte premio Oscar dà anche una sua personale visione su come dovrebbe intendersi il cinema oggi, coerentemente con la sua idea dello stesso. Un cinema contemplativo, capace di prendersi i suoi tempi e che non sia schiavo del pubblico.
“Il cinema oggi dovrebbe essere più contemplativo, più poetico ed impenetrabile. I film del passato esploravano molti temi e modalità su come raccontare storie grazie al linguaggio tecnico. Ora non è più così, o troviamo i blockbuster o l’esperienza streaming”, conclude Alejandro Iñárritu.
In altre parole, Iñárritu vede il cinema di oggi come un grandissimo spot pubblicitario. Film che cercano il consenso e di conseguenza un cospicuo incasso economico. Un male assoluto che sta monopolizzando il modo di vivere il cinema come arte e che non permetterà alle nuove generazioni di concepire il cinema stesso come arte poetica e misteriosa.