Non accenna a diminuire la polemica tra Quentin Tarantino e la figlia di Bruce Lee, Shannon Lee, su come il regista di C’era Una Volta A… Hollywood abbia messo in scena suo padre. Recentemente, Tarantino aveva risposto alle polemiche asserendo che l’attore-campione di arti marziali fosse effettivamente arrogante e con un ego smisurato. E che erano cose che aveva letto sulla biografia della moglie di Lee. Dunque non si era inventato nulla ma aveva solamente costruito la contestata scena in funzione di quello che lui aveva letto, scritto dalla moglie. Inevitabile dunque la replica di Shannon Lee a gettare ancor più benzina sul fuoco di quanto già non ha fatto Quentin Tarantino.
“Sarebbe molto carino se tacesse. O quantomeno se chiedesse scusa dicendo che l’ha fatto solo per il film ma che in realtà non conosceva in alcun modo Bruce Lee. E che specificasse che non vada nemmeno ricordato così”, continua Shannon Lee.
La controversia gira tutta intono ad una scena che vede Bruce Lee al centro dell’attenzione di diversi stunt-man, tra cui Brad Pitt nei panni di Cliff Booth. Tra i due, dopo un cordiale alterco passivo-aggressivo, nasce una scazzottata dove Bruce Lee perisce in maniera piuttosto imbarazzante. Soprattutto dopo aver detto che avrebbe potuto quasi uccidere Cassius Clay senza troppi problemi. Una frase azzardata che coincide con l’acme dell’arroganza del discorso di Lee.