XX – Il disco che ha cambiato l’indie

Il disco d'esordio degli XX: perché è stato così importante.

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XX, il primo album del gruppo omonimo, esce nel 2009, e subito crea grande sensazione

Jamie XX, Romy Croft, Oliver Sim. Un trio di musicisti inglesi che nel giro di dieci anni sono diventati leggendari. Tre album all’attivo, più i vari progetti paralleli del produttore e leader musicale del gruppo, Jamie Smith, che con il proprio pseudonimo di XX appone su ogni progetto una firma stilistica inconfondibile. Firma che per la prima volta si ritrova nell’album omonimo del gruppo, XX, pubblicato nel 2009. In questo primo album va notata anche la presenza della tastierista Baria Qureshi, il quale tuttavia lascia più tardi quello stesso anno. La perdurante solidità dello stile degli XX nei successivi album, tuttavia, prova come la presenza del tastierista non fosse così fondamentale.

Il disco esplode come un enorme fenomeno alla fine degli anni ’00, anni in cui l’indie va sempre più emancipandosi dalle radici post-punk revival / garage rock revival degli inizi, per introdurre via via sempre più sonorità elettroniche e sperimentali. In molti hanno già contribuito in questo senso: TV on the Radio, Animal Collective, LCD Soundsystem, senza contare l’influenza madre di tutto il rock elettronico moderno, Kid A dei Radiohead. Jamie XX, con i due compagni, elabora e rimaneggia queste influenze lavorando per sottrazione, indirizzandosi verso la discrezione stilistica.

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The XX – Crystalised, 2009

Uno stile unico e irripetibile

L’album XX è un album che fin da subito suona silenzioso, timido, sensuale ed etereo. Le atmosfere ondeggiano su toni malinconici e delicati, a volte più aggressivi (come in Crystalised, primo successo della band), a volte trasognanti (come in Shelter). Nelle canzoni, la produzione di Smith crea una forte coesione tra i due strumenti principali, il basso di Oliver Sim e la chitarra di Romy Croft. La fusione delle voci dei due musicisti, maschile e femminile, è il tocco finale per aggiungere quella componente R&B che rende l’album universale.

XX infatti riesce, in qualche modo, a non rivolgersi solo al pubblico indie, o a quello elettronico, a quello neo-soul o a quello rock. Il linguaggio parlato dagli XX è poliglotta, varca i confini del genere per come viene pensato fino a quel momento, e lo fa in una maniera talmente sottile ed insinuante che a malapena ce ne si rende conto. La produzione di Jamie XX è efficace nel realizzare un disco unico nella sua fragilità, che mostra tutte le potenzialità della musica cosiddetta indie: possibilità di catturare momenti musicali unici, come quelli delle canzoni VCR e Islands (le migliori dell’album), come istantanee sonore. Da qui, la strada per gli XX sarà sempre in discesa.

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