La band americana torna dopo un lungo silenzio e diversi problemi interni.
Senza troppi giri di parole, il nuovo album degli Slipknot è una bomba atomica durante la detonazione. Chi si aspettava un album più rilassato e con sonorità più leggere, figlie dei molti side-project della band, resterà forse deluso. We Are Not Your Kind è un ritorno in grande stile, sia che si analizzi il recente trascorso degli Slipknot che senza.
Solo negli ultimi mesi, la band ha dovuto affrontare una disputa legale nei confronti dell’ex componente storico Chris Fehn e la terribile scomparsa della figlia di Shawn Crahan. Ma non solo gli avvenimenti appena citati avrebbero potuto minare la qualità del disco appena uscito; oltre a questo, nel corso degli ultimi anni la band non era più coesa e ha rischiato più volte la rottura.
Un nuovo spirito e un nuovo/vecchio inizio.
Le ultime dichiarazioni però hanno fatto intendere che le relazioni tra gli storici membri della band siano tornate quelle di un tempo. Jim Root ha riferito alla stampa che il nuovo disco è stato fatto “alla vecchia maniera”, suonando tutti insieme in sala prove creando a partire da jam session. Gli amanti degli Slipknot troveranno in We Are Not Your Kind un album confortevole, con suoni quindi collaudati nel corso della lunga carriera del gruppo.
La qualità sonora è indiscutibile. I suoni sono tanto potenti quanto limpidi e la voce di Corey Taylor è sempre devastante. Come da sempre, le fasi melodiche e quelle più aggressive sono sapientemente miscelate. Le ritmiche trovano spazi tra passaggi più tribali e sezioni più sincopate e tecnicamente incredibili come in Spiders. Il senso di inquietudine pervade ogni momento del disco, ma anche questa non è certo una novità.
Sesto lavoro degli Slipknot in studio e nuove maschere.
Come per ogni altra incisione, anche l’abbigliamento dell’intera band viene modificato di conseguenza. Anche questa volta, così come tutte le altre volte, la nuova scelta stilistica viene criticata aspramente. We Are Not Your Kind porta con sé nuovi cambiamenti sia puramente estetici che all’interno del disco. Si dà una buona importanza ai cori, decisamente curati e ben inseriti mentre le chitarre trovano nuove soluzioni per creare una buona commistione di pura aggressività e transizioni sempre in crescendo.
Al centro di tutto il disco ci sono due argomenti cari alla band: l’isolamento e l’appartenenza a un gruppo. Già il titolo dell’album, We Are Not Your Kind, fa presagire come si voglia mantenere una distanza tra chi viene considerato diverso e chi addossa tali etichette. Il senso dell’album, come dichiarato dalla stessa band, è quello di far capire a chi si sente escluso che non è da solo. Un disco che sorprende per la coerenza del gruppo e che riesce a coinvolgere in un tripudio di aggressività che non è fine a se stessa.