Questa macchina uccide i fascisti – L’impegno sociale di Woody Guthrie

Un artista che ha messo in prima linea i propri ideali diventando un esempio per diversi movimenti musicali futuri

Woody Guthrie
Woody Guthrie con una delle sue chitarre
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La storia è piena zeppa di artisti che con penna, voce e talento, hanno veicolato messaggi profondi e denunce sociali. Tra questi, il “semi-sconosciuto” Woody Guthrie, il chitarrista che, in tempi non sospetti, ha ingaggiato una profonda lotta contro il razzismo e ogni forma di discriminazione negli USA.

Woody Guthrie è originario della Great America delle prima deca del ‘900. Proveniva da una parte dell’Oklahoma , la contea di Okfuskee, che al momento della sua nascita era nelle mani di democratici conservatori. Guthrie era profondamente radicato nella politica razziale formativa del paese. Suo padre Charles, proprietario terriero e membro del tristemente noto KKK, era famoso nel paese per aver partecipato a un linciaggio brutale l’anno prima della nascita di Guthrie.

Guthrie prende il suo nome dal presidente Woodrow Wilson; per i meno ferrati in storia, Wilson era tra le figure più emblematiche del primo dopoguerra: se da una parte fu considerato il principale promotore di una nuova pace e stabilità europea, dall’altra viene unanimemente ricordato per il suo deciso incitamento alla segregazione razziale e per la sua politica volta ad imporre i voleri dell’imperialismo statunitense alle nazioni deboli e arretrate del Centro e Sudamerica.

Inoltre, ereditò molti degli atteggiamenti razzisti di suo padre. Atteggiamenti che riconsiderò a tal punto – più tardi nella vita – che scrisse una canzone denunciando il noto proprietario razzista di New York, Fred Trump (indovinate di chi era il padre).

Mentre alcune persone possono convincersi che un tempo il passato degli Stati Uniti fosse stato realmente “great”, la verità è che la nazione era circondata da conflitti di classe e sfruttamento razzista, sicura nelle mani di una benevola maggioranza bianca

Tant’è che la vita di Guthrie racconta una storia molto più complessa. Molti indigeni ritengono che la canzone più famosa di Guthrie, “The Land is Your Land“, abbia contribuito alla mitologia nazionalista. Altri hanno inteso il brano come un inno marxista. Come molte altre cose su Guthrie e sul Paese, è complicato.

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This Land Was Made For You And Me


La verità è che Guthrie ha trasformato la canzone in un inno per la lotta contro il fascismo e per il nascente Movimento Civile dei diritti. Scritto a New York nel 1940 e registrato per la prima volta per Folkways Records di Moe Asch nel 1944, “This Land is Your Land” si è evoluto nel tempo, lasciando cadere versi che protestavano contro la proprietà privata e la povertà dopo la guerra a favore di un tono molto più patriottico. È stata una lunga evoluzione dalla parodia amara di “God Bless America” ​​a “Questa terra è stata creata per te e per me”.

Il patriottismo di Woody Guthrie fu sempre di tipo sovversivo

Nel 1940 si unì al Partito Comunista. Fu in quegli anni che la chitarra di Woody fu adornata con l’epitaffio dipinto a mano:

QUESTA MACCHINA uccide i FASCISTI

La frase originariamente era uno slogan del governo della Seconda Guerra Mondiale che promuoveva il morale, stampato su adesivi che venivano distribuiti ai lavoratori degli impianti di difesa.
In questo periodo Guthrie fondò anche un quartetto inter-razziale con Leadbelly, Sonny Terry e Cisco Houston, un vero e proprio supergruppo che portava il nome di Headline Singers. Questo gruppo, purtroppo, non ha mai registrato, ma è possibile ascoltare qualcosa – meno Lead Belly e con Pete Seeger – nella trasmissione radiofonica dei primi anni ’40 di “All You Fascists Bound to Lose“.

<<Vi dirò, fascisti, potreste essere sorpresi. Le persone in questo mondo si stanno organizzando>> cantava Guthrie.

Entrambe le chitarre antifasciste di Guthrie, simbolo della sua battaglia, sono apparentemente scomparse. C’è da dire che non si curasse dei suoi strumenti con molto amore. Ma durante il decennio degli anni ’40 non fu mai visto senza lo slogan sul suo strumento principale.

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“This Machine Kills Fascists” da allora è diventato lo slogan del marchio Guthrie, ancora referenziato nella cultura pop e oltre, fornendo un importante punto di riferimento per il movimento punk antifascista.

E’ tra i primi artisti ad aver stabilito connessioni dirette tra il fascismo e il razzismo e ad aver combattuto contro l’ossessione del capitalismo per la terra e il denaro. Una battaglia così profondamente sentita, da doverla portare avanti non solo figuratamente con la sua musica, ma anche letteralmente sugli strumenti.

E in un periodo storico complesso come quello in atto, dovrebbe creare qualche spunto di riflessione. Nel caso di Woody Guthrie, siamo nel 1940. Oggi, nel 2019, siamo condannati ad affrontare il mondo con poche categorie concettuali, con idee semplici semplici, mai sottoposte a critica. Pregiudizi, appunto, strumentalizzati dalla classe politica. E visto che Historia magistra vitae, dovremmo aver capito che se le cose vanno male, la colpa dovrebbe essere ricercate nella nostra nazione, tra i nostri connazionali e la nostra classe dirigente. Non nel diffondere posizioni di violenza verso chi è diverso. E se l’avevano capito 90 anni fa, con la metà degli strumenti che abbiano oggi a disposizione, perché ad oggi facciamo ancora tanta fatica?

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