10 imperdibili film sulla follia

Estate inoltrata, fa caldo, la mente vacilla. Se vi sentite sull'orlo di una giornata di ordinaria follia, questi sono i film che fanno a caso vostro!

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5. ALLUCINAZIONE PERVERSA (1990) di Adrian Lyne

film sulla follia

Tra i film sulla follia, l’esempio più estremo di film dedicati alla PTSD, la sindrome da stress post traumatico, è certamente Allucinazione perversa (Jabob’s ladder) di Adrian Lyne.

Il regista di Flashdance, 9 settimane e mezzo e Attrazione fatale realizza una vera e propria pietra miliare nell’ambito dei film sulla follia. Le tecniche utilizzate per restituire le mostruose allucinazioni del protagonista hanno fatto scuola, ispirando Scream e The Ring, Misfits e la serie di videogiochi Silent Hill.

Indimenticabile l’interpretazione di Tim Robbins: professore di filosofia proiettato nell’orrore del Vietnam, che continuerà a perseguitarlo in forma di flashback e allucinazioni sempre più agghiaccianti.

4. SPIDER (2002) di David Cronenberg

film sulla follia

Altro maestro indiscusso dei film sulla follia è naturalmente David Cronenberg. Il maestro del Body Horror ci porta questa volta direttamente al centro della mente e del tormento di Dennis Cleg, detto Spider: paziente affetto da schizofrenia paranoide, dimesso dopo molti anni dall’ospedale psichiatrico.

La struttura dove Spider (interpretato da un eccellente Ralph Fiennes) dovrebbe tentare il reinserimento in società, si trova nel quartiere della sua infanzia. Una coincidenza davvero sfortunata, che funziona in realtà come un detonatore per un vortice di allucinazioni e flashback, dove il senso di colpa si stringe come una morsa che non lascia scampo.

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3. AMERICAN PSYCHO (2000) di Mary Hannon

American Psycho e il ruolo della musica pop nel romanzo di Ellis

Con il romanzo American Psycho, nel 1987 Brett Easton Ellis cambia la storia della letteratura americana. Patrick Bateman, infatti, rappresenta la perfetta incarnazione del lato oscuro del sogno americano. Non è un reietto, non è un outcast costretto ai margini della società. Il nostro, al contrario, è un high-functioning sociopath: di giorno broker di successo, di notte efferato assassino.

Adattare per il grande schermo il capolavoro di Brett Easton Ellis era impresa ardua. Ci prova nel 2000 la regista Mary Hannon, che sceglie per la parte del folle yuppie Christian Bale: un’interpretazione indimenticabile di un attore mutaforme, protagonista di tanto cinema della follia.

2. TAXI DRIVER (1976) di Martin Scorsese

film sulla follia

Al polo opposto di Patrick Bateman, tra i personaggi-icona dei film sulla follia c’è il ben più sventurato Travis Bickle: protagonista di Taxi Driver di Martin Scorsese.

Scorsese e Robert De Niro scrivono la storia del cinema americano raccontando un’anima persa, perseguitata dalla solitudine, condannata a vagare insonne nella notte di New York. Taxi Driver è un film sulla follia, ma soprattutto l’indifferenza feroce della società contemporanea. Nessuno fermerà la caduta di Travis Bickle, mentre perde progressivamente contatto con la realtà, e pianifica l’assassinio di un nemico che in realtà rappresenta solo i suoi demoni.

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L’immagine di Travis allo specchio, che ripete ossessivamente “Parli con me?!” , ma inveisce solo contro il suo riflesso, è destinata a restare come una delle sequenze simbolo dei film sulla follia, e del cinema americano in genere.

1. ERASERHEAD – LA MENTE CHE CANCELLA (1977) di David Lynch

film sulla follia

Esistono film che raccontano la follia, e altri che rappresentano il delirio psicotico in forma di immagini in movimento. Il primo lungometraggio di David Lynch, Eraserhead, opera sperimentale realizzata nel corso di 5 anni, resta un capolavoro indiscusso, che inaugura una carriera interamente dedicata al cinema della follia.

Henry Spencer (Jack Nance) è un tipografo prigioniero di uno squallido appartamento, una squallida periferia e una vita che non gli appartiene. Costretto a sposare la fidanzata Mary, che partorisce un figlio mostruoso e deforme, perde la ragione al suono del suo pianto ininterrotto. Ma si tratta in fondo di dettagli marginali: non è la storia, infatti, né il senso che interessano David Lynch. Al contrario, il suo cinema si dichiara subito devoto al surreale, l’allucinazione e l’incubo, con un processo di scrittura audiovisiva che priva la spettatore di qualunque punto di riferimento, per colpire oltre la razionalità, fino al profondo dell’inconscio.

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