Clairo: un nuovo fenomeno passeggero, o una voce arrivata per restare?
Nel 2017, tra i meandri dell’internet (e specificamente su YouTube) emerge Clairo, nuovo fenomeno del quale si parla sempre più. Vero nome Claire Cottrill, nativa del Massachusetts, figlia di industriale (si dice, con buoni “agganci”), e improvvisamente famosa visto il successo del singolo Pretty Girl. Nella stampa musicale internazionale, c’è già chi la associa alle nuove leve, come Billie Eilish e Cuco, e cioè giovanissimi emersi a fine decennio. In particolare, qui torna utile l’etichetta bedroom pop, o lo-fi bedroom: termini usati indifferentemente per indicare quegli artisti che producono nuova musica ormai direttamente dalla loro “cameretta”, necessitando, per farlo, solo di un laptop. In realtà è difficile identificare il genere, che viene alternativamente associato alla tarda vaporwave, al neo-lounge o all’indietronica neopsichedelica. Termini che fanno girare la testa, ma che si ritrovano un po’ tutti nello stile di Clairo.
Il suo album d’esordio, molto chiacchierato in questi giorni, si potrebbe riassumere come l’equivalente femminile di un Mac DeMarco (il che non è certo sminuente, anzi). Clairo veleggia tra le canzoni con toni eterei, senza mai alzare la voce ma mantenendosi su quei toni malinconici e spenti che sempre più spesso sembrano caratterizzare la musica della generazione z. Gli arrangiamenti di tastiere costruiscono attorno alle sue liriche paesaggi sognanti, con un po’ di synthpop, un po’ di baroque pop e quanto basta di elettronica a completare un insieme tanto raffinato quanto, alle volte, confuso.
Stella adolescenziale o nuovo nome presto al centro della scena?
Canzoni veramente di punta ce ne sono, anche se poche: Bags, soprattutto, e il conclusivo gospel di I Wouldn’t Ask You. Tra echi della famosa Ocean Eyes di Billie Eilish (che ritorna continuamente in mente per più della metà del disco), non c’è spazio per le pubblicazioni passate della cantante, di sapore più “vapor”, come appunto Pretty Girl (che però noi vi facciamo ascoltare ugualmente, qui sopra). Si fanno notare, nel disco, Rostam Batmanglij, ex-Vampire Weekend, qui co-autore di quattro canzoni su undici, e co-produttore di tutte quante; e Danielle Haim, alla batteria in alcune tracce, e la quale tra l’altro, per chiudere un cerchio, compare proprio nell’ultimo album dei Vampire Weekend.
Difficile decidere, dopo un solo ascolto (o anche molteplici) di Immunity, se quello di Clairo è un fenomeno destinato ad ingigantirsi, quanto quello di una certa sua quasi coetanea Losangelina ora famosa a livello mondiale; o se, al contrario, la cantante è destinata a lasciare un segno solo passeggero, restando solamente uno dei tanti fenomeni del panorama Bandcamp/YouTube segnalato dalla stampa musicale per associazione con una scena dalla stampa stessa creata. In tutto questo, rimane la musica: Immunity è un buon disco, ma certo niente di rivoluzionario, e alcuni singoli precedenti di Clairo, come Pretty Girl e 4EVER, suonavano certamente più interessanti. In definitiva, noi che in parte ragioniamo ancora da millennials, diciamo che se Clairo vuole crescere oltre la dimensione di una meteora digitale, deve fare molto meglio di così.