Fast & Furious – Hobbs & Shaw, la recensione dell’adrenalinico spin-off

Fast & Furious - Hobbs & Shaw sarà al cinema dal 7 agosto.

Fast & Furious - Hobbs & Shaw
Fast & Furious - Hobbs & Shaw, la recensione
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Due anni dopo gli eventi di Fast & Furious 8, tornano Hobbs e Shaw. Due agenti segreti come il giorno e la notte che qui saranno costretti a lavorare in sinergia per salvare il mondo. Di nuovo. Diretto da David Leitch, Fast & Furious – Hobbs & Shaw mette in scena tutto l’action possibile ed immaginabile presente nell’universo Fast & Furious, saga cinematografica giunta ormai ad un imminente nono capitolo. Ed uno spin-off, per smorzare l’attesa era quanto mai necessario per tutti i fan incalliti della saga di macchine customizzate. Che, c’è da dire, dopo parecchi scivoloni, ha trovato una discreta risalita negli ultimi capitoli. Per approcciarsi a questo film, così come a tutti gli altri precedenti, bisogna dimenticarsi di ogni legge fisica esistente. Come ci ricorda il povero scienziato russo:”Questo non è possibile“. E come ci ricordano quasi tutti i film con The Rock.

Avevamo già visto Dwayne “The Rock” Johnson e Jason Statham scontrarsi nell’ultimo Fast & Furios, nei panni rispettivamente di Luke Hobbs e Deck Shaw. Il primo, un agente segreto del DSS. Il secondo, un ex agente scelto dell’esercito inglese. Due personalità diametralmente opposte in tutto e per tutto. Da un lato, una montagna di muscoli infinita, vestita con la solita t-shit Under Armour. Dall’altro, un inglese ben vestito e più sofisticato nei modi, rispetto all’aggressività bestiale di The Rock. Due personalità impossibili da far convivere. Tranne quando il folle Brixton (Idris Elba) decide di provare a rubare un virus letale all’MI6, nella fattispecie a Hattie Shaw, Vanessa Kirby all’anagrafe. Per evitare che cada nelle mani sbagliate, Hattie se lo inietta e fugge via. Settantadue ore prima che le capsule contenitive sprigionino il virus nel suo corpo.

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Fast & Furious – Hobbs & Shaw, la recensione: Jason Statham e The Rock

Una corsa (strano a dirsi) contro il tempo per salvare la sorella e il mondo dal folle piano della Eten, una società che punta al perfezionamento dell’uomo. Nulla a che vedere con Neon Genesis Evangelion. Il primo esperimento è proprio Brixton, diventato come un cyborg carico di forza bruta. Un “Superman nero“, come ama definirsi. E nel primo terzo di film, già capiamo a cosa andremo incontro. Inseguimenti, botte a non finire, battute e insulti non troppo velati. Questa è la colonna portante del film, fino al secondo quarto. Prove di convivenza fallimentari tra Hobbs e Shaw, al punto di sabotarsi a vicenda o quasi. Tra gag e pugni, Fast & Furious – Hobbs & Shaw si porta avanti ora con una risata fragorosa, ora con una sequenza adrenalinica. Già il trailer riassume in minima parte ciò che andremo a vedere per oltre due ore.

E già la trama poc’anzi raccontata lascia immaginare che ci troviamo di fronte ad un fan service di ottima fattura tecnica. La scelta di David Leitch per Fast & Furious – Hobbs & Shaw non è del tutto casuale. Lui, che dopo una vita da stunt-man ha diretto Deadpool 2 e un cult dell’action come Atomica Bionda, sa come tenere in mano una macchina da presa senza mai creare troppa confusione visiva nello spettatore. Tutte le coreografie, dai combattimenti agli inseguimenti,  risultano essere chiarissime sin da subito, anche quando si diletta nei primi piani. Cosa non del tutto scontata quando si parla di film d’azione. Le pecche del film si rilevano quasi esclusivamente nella sua scrittura, che fila liscia fino al banalissimo finale.

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Fast & Furious – Hobbs & Shaw, la recensione: una tortura stile Crank!

L’impianto parodistico su cui si fonda il film risulta palese sin da subito e vuole dissacrare sia l’action che il tipico noir. Si ride e si sorride sui continui battibecchi tra i protagonisti e i personaggi secondari. Ci si fa beffe anche del Trono di Spade, con qualche citazione mainstream come la classica “You know nothing“, così come quei richiami ai vari Terminator e, volendo, a Crank. E ancora battute e doppi sensi con giochi di parole quando devono cambiare identità. Tutto molto simpatico e ben gestito nei tempi, insomma. Anche la parte del tipico road-movie formativo da Londra alle isole Samoa passando per la Russia. Ogni genere che il film tocca viene automaticamente dissacrato dall’inserimento di una gag o di una battuta. Discorso analogo per i personaggi, estremizzati all’inverosimile, come giusto che sia in fin dei conti.

Ciò che fa storcere il naso, e non poco, è la chiusura del film che dopo un bellissimo combattimento pieno di rallenti (Zack Snyder docet ma stavolta con un minimo di diegesi), ecco arrivare il trito e ritrito discorso sul cuore umano che batte la tecnologia e quant’altro si possa immaginare sul tema: tanto l’avrete sicuramente già sentito da un’altra parte.

Una pecca non da poco, purtroppo, per questo Fast & Furious – Hobbs & Shaw che va a perdersi proprio nel suo finale. Che finale non è giacché, come Marvel insegna, anche qui ci saranno due scene post-credits che lasciano pensare ad una saga parallela, botteghino permettendo. E vista la risonanza che continua ad avere la saga Fast & Furious, non è da escludere che questa costola diventerà qualcosa in più. Polemiche e incidenti permettendo.