Un viaggio lungo dieci album tra i meandri dell’heavy metal.
Se c’è un genere che, negli anni, ha creato un immaginario musicale talmente d’impatto da guadagnarsi adepti fedelissimi in tutto il mondo, forzando i confini tra suono e immaginazione, quello è l’heavy metal. Ben lungi dall’essere musica per “drogati”, capelloni, satanisti o motociclisti gonfi di birra (non parlate di noi ai Mötley Crüe), il metal, con tutte le sue forme ricadute e sottogeneri, è una vera e propria cultura, spesso uno stile di vita, di certo una bandiera da seguire.
Per esplorare adeguatamente tutte quante le evoluzioni dell’ heavy metal (parliamo letteralmente di decine di sottogeneri), ci vorrebbero svariati saggi con centinaia di pagine. Ecco perché qui decidiamo, come abbiamo fatto altre volte, di adottare un approccio più basilare, parlandovi di quei lavori che, a nostro avviso, costituiscono l’infarinatura essenziale per chi desideri avvicinarsi a questo genere, comprendendone subito i tratti fondamentali. Ci saranno nomi immancabili, come Metallica e Black Sabbath, ma anche qualche sorpresa che potrà far piacere a un appassionato del genere di più lunga data.
Pronti? Ecco i nostri dieci album alla scoperta dell’heavy metal.
10. Ozzy Osbourne – Blizzard of Ozz (1980)
Come iniziare questa classifica se non con l’imperatore stesso del metal, l’uomo che in parte ne ha deciso l’immagine? Ozzy Osbourne, uscito di fresco dai Black Sabbath (che ritroveremo naturalmente più avanti) sforna nel 1980 questo enorme capolavoro. Capolavoro la cui riuscita si deve specialmente al valente chitarrista Randy Rhoads, uno dei migliori della sua generazione, poi tragicamente scomparso nel 1982. Tra le canzoni più notevoli, veri e propri simboli del genere metal, spiccano: Crazy Train, I Don’t Know, Suicide Solution e Mr. Crowley.
Album del successo per il reverendo Marilyn Manson, opera centrale del genere industrial metal (non a caso, prodotto anche da Trent Reznor dei Nine Inch Nails) e di tutto il metal alternativo anni ’90. L’immaginario blasfemo e anticonformista di Manson si traduce in canzoni dall’alto potenziale provocatorio, come The Beautiful People, Tourniquet, Cryptorchild, Wormboy e la title track. Il metal si sposa con l’elettronica industrial, generando una potenza finora sconosciuta anche ai pionieri del genere, come i Ministry, e marchiando a fuoco gli anni ’90. Complice, naturalmente, anche il carisma micidiale del frontman e leader, una delle figure più discusse e memorabili di tutta la storia del metal.
8. Slayer – Reign in Blood (1986)
Terza uscita per il “terzo” gruppo dei Big Four, i quattro grandi del thrash metal anni ’80, Reign in Blood è il capolavoro degli Slayer. Un album veloce, estremo, brutale, che dello stile thrash mostra tutta la compattezza e l’aggressività strumentale. Celebre Raining Blood, con il suo riff di chitarra leggendario, che accompagna l’immaginario tradizionalmente legato a dannazione, aldilà, blasfemia, sangue e morte. Lo stesso vale per gli altri punti alti dell’album, da Angel of Death a Epidemic, passando per Necrophobic e Altar of Sacrifice. Insomma, canzoni che già dal titolo parlano da sole. Immancabile.
Cementificazione del passaggio dei Pantera allo stile cosiddetto groove metal, già iniziato con il precedente Cowboys from Hell (1990), che porta con sé tutta l’eredità della tradizione del sud degli Stati Uniti, rinfocolandola in un metal appunto ritmato, duro ma colorato insieme. I riff di chitarra del compianto Dimebag Darrell (leggendario quello di Walk), assieme alle vocalità senza respiro di Phil Anselmo, creano un tipo di metal rimasto caratteristico solo di questa band, e perciò ancora molto amato, e fondamentale tuttora per conoscere l’evoluzione del metal a cavallo tra anni ’80 e ’90
6. Megadeth – Rust in Peace (1990)
Punto centrale nella discografia della band di Dave Mustaine, Rust in Peace costituisce la fase di passaggio tra il thrash metal degli anni ’80 e lo stile più alternative metal degli anni ’90, che inizierà con Countdown to Extinction (1992). Il bello è che Rust in Peace riesce a prendere il meglio dai due mondi, esprimendosi in canzoni solidissime, capisaldi del genere in quegli anni, come Holy Wars…, Hangar 18, Five Magics, Dawn Patrol, e soprattutto Tornado of Souls, una delle più belle gemme mai sfornate da Mustaine e soci. Un must-have per ogni serio appassionato del genere.