A quasi 10 anni dal tanto discusso finale, Lost continua ad essere considerata una delle serie televisive più importanti mai apparse sul piccolo schermo.
Lost è una serie creata da J.J. Abrams, Jeffrey Lieber e Damon Lindelof. Composta dalla bellezza di 121 episodi (compresi gli episodi speciali) suddivisi in 6 stagioni, uscita negli Stati Uniti dal 2004 al 2010. L’episodio pilota costò ben 12 milioni di dollari, e in soli 50 minuti riuscì ad incantare milioni e milioni di spettatori in tutto il mondo. Ma andiamo nel dettaglio ed iniziamo ad analizzare punto per punto tutti gli elementi che hanno formato questo complicato, discusso e magico mosaico:
E’ il 22 Settembre 2004. Il volo di linea 815 della Oceanic Airlines parte da Sidney direzione Los Angeles. Durante il viaggio, in un punto imprecisato di mare, l’aereo si schianta su un isola disabitata. I sopravvissuti allo schianto dovranno organizzarsi come possono per sopravvivere in attesa dei soccorsi che purtroppo tardano ad arrivare. Ma quella che sembrava inizialmente la più classica delle isole tropicali, si rivelerà presto un covo di insidie, pericoli e misteri che sconvolgeranno i nostri protagonisti fino alle ossa.
Ma con la trama ci fermiamo qui. Sarebbe un impresa ciclopica riassumere tutte le 6 stagioni nel dettaglio e senza spoilerare. Soffermiamoci intanto su uno dei grandi motori della serie: i personaggi. Perchè come hanno sempre confermato anche gli autori, Lost si affida completamente ai suoi personaggi.
Un cast enorme da gestire per una singola serie televisiva (quelli considerati importanti ai fini della trama sono più di 50). Ma il numero elevato non ne riduce assolutamente la profondità ne lo spessore. Abbiamo il medico, Jack (Matthew Fox) e la ricercata Kate (Evangeline Lilly). Il maestro della sopravvivenza John Locke, il truffatore Sawyer, la Rockstar Charlie, il soldato Sayid, il vincitore della lotteria Hugo e tanti altri, ognuno caratterizzato alla perfezione.
Alcuni sull’isola troveranno la fede, altri la perderanno completamente. Alcuni troveranno invece l’amore, altri perderanno tutto quello che hanno di più caro. Le iterazioni tra i personaggi sono il motore rombante di tutte le stagioni. Ogni episodio serve ad approfondire un determinato personaggio, andando a scavare nel profondo, tra passato presente e futuro. Riuscendo a descriverci alla perfezione la psicologia dei singoli, che si troveranno inesorabilmente obbligati a fare i conti con le proprie scelte di vita una volta inghiottiti dall’isola. Ed ecco un altro dei protagonisti della serie: L’isola.
Considerata la lunghezza di Lost, la maggior parte degli eventi narrati si svolgono qui, sull’isola. Un luogo enorme, sia per dimensioni che concettualmente parlando, popolato da insidie e misteri, alcuni di questi assolutamente mortali. Ma quello che per molti è un inferno sulla terra, si rivelerà per altri un occasione di redenzione, di cambiamento, un opportunità per iniziare una nuova vita. Quello che l’isola dona, può istantaneamente essere tolto, e viceversa. Dietro ad ogni angolo si cela un mistero, ma ogni volta che ci si avvicina alla soluzione scopriamo di essere sempre più lontani dalla verità .
Un fattore rimane onnipresente durante lo svolgersi di tutte le stagioni: La lotta eterna tra Bene e Male. Tra luce e tenebra. Ma senza mai schierarsi con nessuna delle due parti. Le scelte dei protagonisti decideranno quale di queste due strade sia quella giusta o meno da seguire, ma senza mai giudicare. Questo dualismo lo troviamo in ogni sfaccettatura della serie. John Locke dai primi episodi ci spiega il gioco del Backgammon come allegoria di vita, con le sue pedine bianche e nere. Jacke Sawyer, Jacob e l’Uomo in Nero. Vita o morte. Uccidere o essere uccisi. Un viaggio all’interno dell’animo umano, dove i protagonisti saranno messi completamente a nudo di fronte alle loro scelte, sia presenti che passate. Marionette di quello che si rivelerà essere un gioco molto più antico e complicato di quanto loro possono realmente intendere.
Il colpo di scena posizionato al punto giusto è un altro fattore che gioca a favore della serie. Alcuni finali di episodio sono in grado di farti letteralmente saltare in piedi sulla sedia. Finita la puntata hai l’obbligo morale di iniziare la successiva. Ma questa sua voglia di stupire e di rendere sempre più complicata la trama a volte si ritorce contro gli stessi autori. La serie da subito ci ingolosisce con misteri sempre più fitti e colpi di scena sempre più enormi.
Ma a volte questa tecnica non colpisce sempre come dovrebbe. Molti dubbi resteranno irrisolti, altri saranno spiegati, ma non sempre la risposta data ha accontentato i fan. Un altalena tra momenti bellissimi e toccanti e momenti molto discutibili e trovate narrative che hanno fatto storcere il naso a molti. Ma una solida struttura di base, ottimi dialoghi e grandi interpretazioni riescono comunque a far scorrere in maniera egregia anche l’episodio meno interessante. Il tanto discusso finale è la prova che la serie non è riuscita sempre a mantenere gli standard altissimi toccati in certi episodi delle precedenti stagioni.
Per concludere, non possiamo affermare che Lost sia una serie perfetta, ma possiamo affermare sicuramente che nessuna serie è come Lost. Guardarla equivale a intraprendere un viaggio, catapultati in un mondo di cui non sappiamo niente, che poco a poco si rivela ma senza mai farlo del tutto. Tra realtà e finzione, tra fantascienza e mitologia, tra passato e futuro. Un gigantesco mosaico di ipotesi, teorie e rivelazioni che andrà a formare un enorme quadro, tanto bello quanto a volte discutibile. Ma sicuramente fondamentale per ogni amante delle serie televisive.
Per citare John Locke, di cui oggi guarda caso è il compleanno:
Ho guardato negli occhi quest’isola… e quello che ho visto è bellissimo