L’attesa era tantissima per questo live action de Il Re Leone. Soprattutto dopo la mezza delusione (ma non al botteghino) di Aladdin ed Il Libro della Giungla, in attesa di Mulan. Alla regia, Jon Favreau che dopo aver recitato in Spider-Man: Far From Home, torna alla regia per un film iniziato nel 2017 e conclusosi da poco. Due lunghissimi anni per sviluppare al meglio quello che forse rappresenta il miglior cartone animato Disney. Oggi, nel 2019, dopo il 1994. Venticinque anni dopo, torna al cinema una delle migliori trasposizioni dell’Amleto di William Shakespeare. E che quasi di conseguenza lo rende uno dei migliori, se non il migliore, prodotto targato Disney. Giustamente, la scelta è stata quella di fare un remake shot-for-shot, inquadratura per inquadratura, per chi non mastica l’inglese. E la scelta si colloca in un limbo non del tutto definibile.
Sarebbe da fare una suddivisione di quello che va e di quello che non va. Partiamo dai lati positivi. In una prima istanza, stiamo parlando de Il Re Leone. E tutto ciò che gira intorno all’orbita di Simba e Mufasa è cosa più che buona. Soprattutto se parliamo di una CGI curata come non mai, al punto che, come rivela Marco Mengoni, voce di Simba, Jon Favreau ha inserito due campi larghi ripresi realmente in Africa e non riprodotti in computer grafica. Impossibili da scovare tanto la CGI di cui sopra è accurata. Il lato tecnico è praticamente perfetto e lascerà a bocca aperta ogni spettatore.
Terzo punto, ultimo ma non ultimo, la potenza de Il Re Leone come opera Disney. Anche i cuori più duri non possono emozionarsi di fronte alle scene cult come la morte di Mufasa o il combattimento finale tra Simba e Scar. Momenti che darebbero colpi al cuore anche con disegni stilizzati, tanto è la loro potenza assoluta.
Nonostante questo anonimato, Il Re Leone rimane comunque il miglior live action fatto fino ad ora. Vedremo se gli altri sapranno scalzare il film di Favreau ma ora come ora, ci sembra difficile. In conclusione, Il Re Leone è il tipico film di cui non se ne sentiva il bisogno ma che allo stesso tempo è sempre un piacere rivedere. Lunga vita al Re.