Ecco perché alcuni studenti sono saliti sul palco durante il concerto di Capossela a Pisa
La cultura è un diritto, un bene che deve essere accessibile a tutti? Deve essere quindi gratuita? Se sì, come farebbero però gli artisti a vivere di cultura? Sarebbe possibile avere un livello così alto nella musica e nella letteratura se l’arte fosse solo un hobby coltivato nel tempo libero? Sono le questioni che stanno alla base dell’episodio avvenuto durante il concerto di Vinicio Capossela a Pisa, in Piazza Cavalieri, la sera dell’8 luglio. Durante lo spettacolo, un gruppo di studenti ha rimosso le transenne ed ha interrotto il concerto. Tre studenti sono saliti sul palco per un breve confronto con Vinicio, che ha concesso loro il microfono. Successivamente sono scesi e sono rimasti a lato palco ad assistere all’esibizione, che è continuata senza ulteriori interruzioni.
Gli studenti, appartenenti a collettivi universitari, hanno spiegato dal palco la ragione della loro “irruzione”. “Iniziative culturali come questa, in luoghi pubblici non devono essere a beneficio di pochi e a pagamento ma devono essere gratuite e per tutti” facendo riferimento al costo dei tagliandi per partecipare all’evento dai 32 ai 48 euro. Il sindaco di Pisa, Michele Conti (Lega), ha commentato molto duramente i fatti accaduti: “Hanno messo a repentaglio la sicurezza delle persone che stavano assistendo allo spettacolo e di quelle che ci lavoravano: un’azione violenta e squadrista, un tentativo di impedire a Pisa di attrarre grandi eventi, valorizzando la cultura cittadina e attraendo turisti“. Il concerto è stato organizzato con il contributo del Comune che ha stanziato una somma per calmierare il prezzo dei biglietti, trattandosi di un concerto in un luogo pubblico.