I Bring Me the Horizon fanno “falso metal”? Una loro stessa ammissione.
“Facciamo ‘falso metal'”. Questa l’uscita di Jordan Fish, tastierista dei Bring Me the Horizon, intervistato assieme agli altri membri del gruppo in occasione dell’apparizione della band al recente Festival di Glastonbury. Secondo i membri del gruppo, la comunità metal non li rispetta più, avendo smesso già da diverso tempo di considerare i BMTH come appartenenti a tale genere musicale.
Ed in effetti è difficile negarlo, specie riascoltando l’ultimo album, Amo, e anche il precedente, That’s the Spirit (2015). Già almeno dal 2010, infatti, il gruppo di Oli Sykes sta continuando ad espandersi in territori che di metal hanno ben poco, come l’elettronica o, più di recente, l’indie pop. Passati per la band sono i giorni di album come Count Your Blessings (2006), quelli cioè del deathcore aggressivo e senza via di scampo.
La crescita e maturazione del gruppo viene vista, com’è anche normale, dalla comunità metal semplicemente come un “vendersi”, sposare generi diversi per inseguire il successo, tradendo le proprie radici e la propria arte.
I seguaci della musica metal, in questo tipo di faccende, sono certo tra i più radicali, e non perdonano facilmente le “svolte” commerciali dei loro gruppi prediletti: basti pensare al caso, eclatante ancora oggi, del Black Album dei Metallica (1991). Il medesimo argomento, d’altra parte, viene affrontato compiutamente dagli stessi BMTH proprio all’interno dell’ultimo album, nella canzone che si intitola, non a caso, Heavy Metal:
“So I keep picking petals All I wanna know, do you love me anymore? ‘Cause some kid on the ‘gram said he used to be a fan But this shit ain’t heavy metal”
“Continuo a staccare i petali Tutto quello che voglio sapere è se mi ami ancora Perché un ragazzino su Instagram ha detto che lui era un fan Ma questa merda non è heavy metal”
Bring Me the Horizon – Heavy Metal, 2019
Il gruppo sembra realizzare benissimo la disaffezione dei fan della prima ora, causata dai numerosi cambi stilistici affrontati, e anche dalla volontà di partecipare a festival più mainstream come appunto Glastonbury. Ma pare che la band abbia accettato questo destino con pochi rimorsi. “Non ci facciamo caso, continuiamo semplicemente a fare quello che ci pare“, conclude il tastierista nell’intervista.