Spiderman Far From Home, Peter Parker e la pesante eredità di Iron Man [NO SPOILER]
Ultimo film della Fase Uno, Spiderman Far From Home racchiude in sé tutta l'essenza della filosofia che c'è dietro l'Uomo Ragno. I grandi poteri e le grandi responsabilità. Come prima ma molto più di prima.
Il film sarà nelle sale a partire dal 10 luglio.
Conclusa la Fase Tre della saga Avengers, con qualche defezione importante, c’è bisogno di un collante per la futura ed imminente Fase Quattro. E chi se non l’amabile Uomo Ragno di quartiere avrebbe mai potuto unire passato e futuro? Spiderman Far From Home si inserisce proprio in questo contesto e, come con una ragnatela, chiude il passato per aprire la nuova porta (o portale) verso un nuovo universo. E non stiamo parlando del film premio Oscar, seppur citato in questo ennesimo capitolo targato Sony. Alla regia troviamo sempre Jon Watts che si sgancia dalla sceneggiatura, ad opera del duo McKenna-Sommers. Ovviamente Tom Holland indossa i panni di Spiderman ancora una volta per fronteggiare più di un semplice villain. Due parti, due nemici più che temibili. Il tutto con una spada di Damocle importante ed imponente sulla testa: l’eredità di Tony Stark. E conseguentemente, di tutti gli Avengers.
Si parte con Peter Parker che sta organizzando un modo per dire a Mary Jane quello che prova per lei. Un viaggio con la scuola verso i luoghi d’Europa ed una dichiarazione sulla Torre Eiffel. Tuttavia, dalle acque della laguna veneziana, prima tappa della gita scolastica, spunta una creatura gigante che metterà a dura prova il semplice ed agognato soggiorno post battaglia contro Thanos. Servirebbe l’aiuto di Spiderman ma qualcuno lo anticipa. “L’uomo Misterioso“, chiamato così dai TG italiani e storpiato in Mysterio dai compagni di classe di Peter. Inevitabile la domanda “ma cosa sta accadendo?”. Ci penserà Nick Fury con Maria Hill (la Robin di How I Met Your Mother) a chiarire le idee di tutti. Alcuni Elementali, provenienti da un universo parallelo, stanno mettendo a rischio la vita sulla Terra. Così sembrerebbe, almeno dalle parole di Quentin Beck, il volto dietro l’ampolla di Mysterio.
La struttura di Spiderman Far From Home riprende quella del tipico road movie in cui Peter Parker capirà attraverso gli errori qual è il suo posto negli Avengers. Un processo formativo che città dopo città, porterà a compimento l’uomo ed il supereroe. Gradino dopo gradino, dovrà scegliere ancora una volta tra sé stesso o un bene molto più grande. Spiderman Far From Home entra letteralmente nella testa di Peter Parker mostrando da prima il Peter Parker adolescente che non vuole e non può caricarsi sulle spalle il destino del mondo ancora una volta. Un semplice ragazzo che vuole fare le cose dei suoi coetanei.
Una gita, divertirsi, avere una ragazza. Normali azioni che non può fare a causa di quel morso del ragno. Ci vuole il pugno di ferro di Fury per far capire che Spiderman è indispensabile per il mondo intero. E così, sarà costretto ad una perenne sublimazione verso la piena consapevolezza di sé.
In questo senso, la massima più famosa del fumetto, poi ripresa anche dai film, trova un compimento totale in Spiderman Far From Home. Adesso, la grande responsabilità è quella di essere degno del potere datogli da Tony Stark. E solo combattendo con sé stesso, Peter Parker potrà esserne effettivamente consapevole di ciò che ha tra le mani. Superare dunque ogni volontà infantile per diventare uomo ed elevarsi a guardiano della Terra. Spiderman Far From Home gioca tutto quanto su quello che rappresenta la filosofia dell’Uomo Ragno. Potere e responsabilità. Il passato traumatico di Peter Parker ritorna a galla e, ancora una volta, dovrà imparare una lezione sulla sua pelle. E sempre più difficile. Prima zio Ben, ora Tony Stark. Coloro che potrebbero essere definiti come i suoi due padri adottivi. Prima il superpotere del ragno radioattivo, ora la responsabilità di essere il nuovo Stark.
Spiderman Far From Home riesce a dare senso e continuità all’MCU con un buonissimo film adatto a tutti e con una scrittura complessa e meritevole di un plauso. Difficile stilare una classifica totale e decretare quale sia il migliore. Risulta tuttavia facile annoverare questo capitolo tra i migliori mai fatti sul personaggio creato da Stan Lee anni or sono. Inutile dire di aspettare ad alzarsi ed andare via dalla sala. Ci saranno le solite due scene dopo i titoli di coda. E saranno due scene da mettersi le mani nei capelli perché si è aperto un doppio vaso di Pandora che dà molti indizi su quanto vedremo nella FaseQuattro. E ne vedremo sicuramente delle belle.