Dark: otto particolari che vi sono sfuggiti nelle prime due stagioni
I creatori di Dark Baran bo Odar e Jantje Friese hanno lasciato disseminati qua e là degli easter eggs che testimoniano la loro maniacale cura dei dettagli.
Che Dark fosse curata in ogni minimo particolare, era cosa già nota.
Tuttavia se si passano al setaccio le due stagioni già rilasciata su Netflix, ci si renderà conto che i creatori di Dark sono riusciti a curare davvero ogni minimo dettaglio. Nulla è lasciato al caso, e sappiamo che Adam sarebbe d’accordo con noi. Per questo motivo ogni immagine, frase o nome possono suggerire un ulteriore rimando di significato. Vediamo nella fattispecie gli easter eggs più interessanti.
1) Winden
Il nome della cittadina in cui ogni cosa ha avuto inizio non è affatto casuale, anzi. In tedesco Winden può significare molte cose, fra cui vento, ma soprattutto spirale, significato che sarebbe assolutamente aderente alla realtà a spirale raccontata dalla serie, colma di riavvolgimenti su se stessa. In sintesi, Winden non può scappare da un destino già scritto nel suo nome.
2) Kafkiano
In questo articolo risalente al 1953 e raffigurante Ulrich in seguito al suo arresto, possiamo notare qualcosa di insolito. Il corpo dell’articolo non fa’ utilizzo del solito testo segnaposto detto loremipsum, ma usa linee rintracciabili nei lavori più celebri di FranzKafka, come Le Metamorfosi, Il processo, Un digiunatore e Nella colonia penale, fra gli altri. Lo stesso aggettivo kafkiano d’altronde descrive storie o situazioni caratterizzate da una complessità insensata e minacciosa o da una distorsione surreale con annessa sensazione di un pericolo imminente. Relativamente alla specifica situazione di Ulrich, che viene imprigionato a causa di un omicidio commesso nel 1953, Il processo e Nella colonia penale sembrano calzare a pennello per temi come la colpa, l’ansia, il crimine e persino la tortura.
3) No future
La frase è sicuramente uno dei motti più rappresentativi del giovane Ulrich del 1986. Possiamo vederla scritta sulla sua giacca di pelle e sulla parete della sua camera. Il concetto espresso è legato indubbiamente al movimento punk e in particolare la frase proviene da una celebre canzone dei Sex Pistols, ossia God Save The Queen. Se questa scritta sembra essere rivelatrice del futuro di Ulrich, essendo condannato a vivere per trentatré anni incarcerato o all’interno di un istituto psichiatrico, queste parole riguardano indubbiamente l’intera cittadina di Winden. Infatti nel 2020 la stessa città, così come gran parte dell’Europa probabilmente, viene rasa al suolo da un olocausto nucleare, al quale sopravvive soltanto un risicato manipolo di persone.
Mikkel ama e idolatra la figura di Houdini e proprio per questo motivo pratica alcuni trucchi di magia. Il suo preferito è indubbiamente quello della pallina e dei due bicchieri. Durante il primo episodio della prima stagione, Mikkel spiega al padre che non si tratta di come sia riuscito a fare quella magia, ma di quando. Come per la frase No future, anche questo appare a posteriori come un indizio rivelatore di quello che Dark riserverà al giovane Nielsen, destinato a rimanere nella Winden del 1986. All’interno della stessa puntata, inoltre, Martha, imbarazzata dai trucchi di magia del fratello minore, chiede alla madre se Mikkel non sia stato adottato. Con un’ironia un po’ sadica gli sceneggiatori hanno ancora una volta preannunciato ciò che effettivamente vedremo accadere, poiché Mikkel verrà adottato dall’infermiera Ines.
5) Un cenno al vecchio Helge
All’interno dell’articolo di giornale che riporta la notizia della scomparsa di Mikkel, si può notare che l’articolo sulla sinistra parla di un uomo anziano, morto in un incidente stradale. L’uomo in questione è la versione anziana di Helge Doppler, tornato indietro al 1986 per tentare di assassinare il se stesso più giovane e impedirgli di adempiere al volere di Noah, rubando per lui i bambini da sottoporre ai suoi esperimenti.
Se nell’universo tracciato da Dark ogni nome sembra avere un significato che va’ oltre il mero significante, alcuni sono più significativi di altri. E’ il caso del dottor H. G. Tannhaus, le cui iniziali rimandano a H.G. Wells, autore del romanzo The Time Machine, con il quale il tema del viaggio del tempo è entrato a far parte definitivamente della cultura pop. Il cognome, invece, potrebbe essere un riferimento al ponte Tannhauser presente nell’universo di Blade Runner, un portale che consente dei viaggi interstellari multidimensionali.
7) I Doppler
In tedesco Doppler significa doppio, concetto che può riferirsi a molti elementi cardine di questo show, come le doppie vite, le linee temporali, gli universi ecc. Tuttavia il cognome Doppler potrebbe riferirsi anche all’effetto Doppler, che consiste nel cambiamento apparente della frequenza o della lunghezza d’onda percepita da un osservatore raggiunto da un’onda emessa da una sorgente, che si trovi in movimento rispetto all’osservatore stesso. Un bel casino, ma pur sempre meno problematico dell’ultimo significato che questo cognome potrebbe avere e che si lega a Charlotte ed Elisabeth, che sarebbero l’una la madre e contemporaneamente la figlia dell’altra, a causa dei paradossi temporali.
8) Hanno Tauber
Conosciuto dai più come Noah, il malvagio prete interpretato da MarkWaschke, è chiamato anche HannoTauber. Il cognome vuol dire personasorda, il che sarebbe un chiaro riferimento a Elisabeth, ma anche ai poveri ragazzi soggetti ai suoi esperimenti, in seguito ai quali i loro timpani vengono distrutti dal prototipo della macchina del tempo presente nel 1986.
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