Willy il Principe di Bel Air è appena approdato su Netflix: la vecchia serie anni ’90 che ebbe il merito di porre l’accento sulle indiscutibili qualità di Will Smith oggi diventato una vera e propria star di Hollywood, punta dunque a conquistare nuovi spettatori o a riprendersi quelli che, circa un ventennio fa, lasciavano che il giovane Willy allietasse i loro pomeriggi.
Per i più distratti, Willy il principe di Bel-Air racconta la storia di Will che, dopo essere cresciuto nelle strade pericolose di Philadelphia viene mandato dalla madre a vivere con gli zii ricchi a Bel-Air, noto quartiere alto borghese di Los Angeles.
Tuttavia dietro i toni scanzonati della sit-com si nasconde una teoria quasi agghiacciante: e se Will fosse sempre stato morto? Questa è una teoria che è nata già a partire dall’analisi della sigla originale della sit-com. Nella versione originale della sigla d’apertura, Will Smith canta: “one little fight and my mom got scared, and said you’re movin’ with your auntie and uncle in Bel-Air“. Una reazione un po’ esagerata, no? Insomma, per una piccola rissa una madre decide di allontanare un figlio? A questo punto Will sottolinea come abbia pregato la madre di non lasciarlo andare, supplicandola, ma alla fine Will si arrende e decide di partire. In versione originale dice “might as well kick it“. Nello slang americano l’espressione Kick It può avere tantissimi significati: da filarsela a uscire con stile, dal rilassarsi a cercare di avere sesso con qualcuna. Ma c’è anche un significato derivante da kick the bucket che è una espressione urbana per “morire”.
Quindi, secondo questa teoria scioccante fatta dai fan, quando Will sta giocando a basket con gli amici, si trova a fronteggiare due energumeni “up to no good“, cioè malintenzionati, che portano “problemi nel vicinato“. Da qui viene fuori la piccola rissa. Ed è a questo punto che i fan più creativi hanno intravisto lo scambio nel destino di Willy. Non quello di sua madre che si preoccupa del suo futuro e lo manda in California, ma quello secondo cui dallo scontro Willy ne esce malissimo, finendo in coma. La teoria va ancora più a fondo: quando nella sigla la madre di Will gli dice che andrà dagli zii di Bel-Air, in realtà la donna sta parlando al figlio in coma, dicendo che andrà dove sono i suoi zii, che sarebbero morti a loro volta. A questo punto la madre gli da un bacio – dopo avergli fatto la valigia – e in questo modo è come se permettesse al figlio di proseguire, andare avanti. E, in definitiva, kick it.
Dopo un viaggio paradisiaco in aereo – dove Will dice che, dopotutto, non è niente male – il ragazzo arriverebbe sulle colline californiane, salendo in un taxi “says this cab was rare“. Il “rare” in questione sarebbe dunque un angelo che invece di condurre Willy all’effettiva casa degli zii lo porta in paradiso, cosa che sarebbe spiegata quando il ragazzo canta “I looked at my kingdom“. Il Kingdom sarebbe appunto il regno dei cieli, dove Will può essere effettivamente un principe.
Tra gli altri elementi che andrebbero a sostegno di questa strana e inquietante teoria c’è il fatto che la madre non va quasi mai a trovare Will a Beverly Hills. Il motivo? Secondo un utente di Reddit sarebbe perché le poche volte che la madre di Will si vede all’interno della sit-com combacia con il momento in cui la donna porta se stessa sulla tomba del figlio. Evento che capita di rado perché lo choc per la perdita del figlio la spingerebbe ad evitare di andare spesso al cimitero.
Ovviamente la teoria che Will sarebbe morto sin dall’inizio di Willy Il principe di Bel Air non è né originale – si trovano esempi anche per Grease o addirittura per Holly e Benji – né particolarmente accurata. A voler essere pignoli c’è da domandarsi: e allora i cugini di Will? Sono morti anche loro? C’è stata una strage che ha decimato la famiglia? E soprattutto perché una madre non dovrebbe mandare via il figlio al primo sentore di pericolo, quando ha la possibiità di fare affidamento su parenti ricchi e gentili? A questo punto non resta altro da fare che godersi la sit-com su Netflix, e di tanto in tanto guardare se ci sono altri indizi a sostegno di questa strana (e forse assurda) teoria.