Da eroe a pensionato con 369 euro al mese. È questa la storia di Alexei Ananenko.
Per chi ha già visto l’ultima miniserie targata HBO, Alexei è personaggio familiare. Per tutti gli altri, stiamo parlando di una delle tre persone che nell’aprile del 1986 ha drenato le piscine di sicurezza della centrale nucleare di Chernobyl, scongiurando così che una seconda e letale esplosione radioattiva si levasse sopra i cieli dell’Europa.
Un eroe, vero? Senza ombra di dubbio. Peccato, però, che la vita non lo abbia premiato come in realtà avrebbe dovuto.
Chernobyl, le rivelazioni di Alexei Ananenko
Durante una recente intervista rilasciata al Daily Mail, l’ormai 59enne ingegnere ha rivelato di trascorrere oggi una vecchiaia ordinaria nella sua Ucraina. Una quotidianità mediocre, senza infamia e senza lode, percependo dallo stato una misera pensione che ammonta suppergiù ai nostri 369 euro.
Un po’ poco per uno degli eroi che ha evitato il peggio in uno dei più grandi disastri della storia dell’umanità. Non trovate?
Ma non è tutto. Alexei ha anche aggiunto di non sentirsi affatto un eroe, e di aver svolto soltanto il proprio lavoro, obbedendo a un ordine preciso. Un’affermazione che conferma l’umanità di quest’uomo, oltre che accrescerne il valore.
Ai microfoni del quotidiano britannico, l’ingegnere ha poi voluto sottolineare il fatto che, a differenza di ciò che si è voluto far credere, nessuno è stato mai avvertito dei rischi che avrebbe corso. E che, al contrario di ciò che è stato rappresentato nella miniserie, nessuno aveva con sé delle bombole d’ossigeno.
A quanto pare, Chernobyl, oltre che essere una pellicola serie davvero ben fatta, si sta rivelando essere un utile strumento mediatico per conoscere finalmente la verità su quel terribile 26 aprile del 1986. Non ci resta che augurarci che continui così.
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