L’apertura di questa nuova edizione del Firenze Rocks ha lasciato sicuramente a bocca aperta
Già dall’annuncio delle band presenti, per il primo dei quattro giorni di Firenze Rocks, si poteva immaginare una giornata di altissimo livello. Anno scorso abbiamo potuto assaporare due grandissime esperienze con Foo Fighters e Guns ‘N’ Roses, ma passiamo a ciò che abbiamo visto in questa edizione 2019. Dopo un ottimo riscaldamento, lasciato in mano ai Badflower e ai simpaticissimi Skindred, sono arrivati i grandi nomi attesi da più di 40.000 persone: Dream Theater, Smashing Pumpkins e Tool.
Dream Theater
Una band storica che ha segnato indelebilmente una generazione. Arrivano a Firenze con un nuovissimo album alle spalle e per il ventennale di Metropolis pt.2, uno dei capisaldi del genere e della band. Da quel fatidico album hanno estratto la vorticosissima The Dance of Eternity che ha letteralmente ipnotizzato il pubblico. La quasi totalità della scaletta è stata affidata al nuovo album Distance Over Time. La scelta è senza alcun dubbio azzardata. Se da un lato si promuovono così nuove canzoni da far ascoltare al pubblico del festival dall’altro si toglie spazio a brani più famosi e che richiamano all’attenzione immediata.
A conferma di questo, le note di Pull Me Under hanno acceso l’intera Visarno Arena. Tecnicamente eccezionali, difficile aspettarsi diversamente, e con un Petrucci in grande spolvero che faceva praticamente da frontman. Uniche note dolenti sono quelle che riguardano James LaBrie che a fine concerto aveva qualche incertezza sulle note più alte e su alcuni passaggi. Gran parte del finale infatti è stato lasciato a parti strumentali, così da far prendere fiato al cantante.
C’è chi non li vedeva di buon occhio tra Dream Theater e Tool, invece Billy e compagni hanno dimostrato di essere una band che ha ancora molto da dire. Corgan si presenta con la classica tunica nera e il vistoso trucco sugli occhi, imbraccia la chitarra e dimostra a tutti che quello strumento lo sa suonare, dannatamente bene!
Un inizio denso, grintoso e rock nel vero senso della parola. Le chitarre la fanno da padrone in tutta la prima parte. Alle note di Bullet With Butterfly Wings, The Everlasting Gaze e Ava Adore il pubblico è letteralmente impazzito. Una scaletta che ha spaziato in tutta la discografia della band, da Siva e Cherub Rock alle ultime Solara e Knights of Malta.
A impreziosire l’ottima performance anche la scenografia tanto “semplice” quanto efficace. 3 giganteschi bambolotti gonfiabili han diviso in due il live degli Smashing. Inizialmente colorati e statici poi, una volta ruotati, in bianco e nero tempestati di led. Le zucche sono tornate e sembrano più in forma che mai!
Tool
Eccoci al piatto forte della giornata. Filosoficamente il perfetto incrocio tra la capacità tecnica dei Dream Theater e l’oscurità degli Smashing Pumpins. L’attesa per un loro live in Italia era ormai arrivata a livelli inimmaginabili, così come per il loro nuovo album. Sono passati ben 13 da 10000 Days e poter rivedere dal vivo Maynard e company si stava trasformando sempre più in una favola. Invece eccoli davanti a noi, in tutto il loro splendore.
Le luci si accendono e si può facilmente riconoscere l’inizio ansimante di Ænima. Un inizio subito apprezzato dall’intero pubblico. Si può notare il video musicale proiettato sulle giganti istallazioni poste alle loro spalle, ma il vero spettacolo è ancora nascosto. A seguire ci saranno The Pot e Parabola mentre subito dopo inizierà il vero e proprio spettacolo. Con la “nuova traccia” Descending si accendono tutte le luci presenti sul palco, nascoste fino a quel momento. Fari motorizzati si muovono e si girano creando un effetto visivo unico, un vero spettacolo per gli occhi.
Dopo un inizio comune, con il classico video musicale sparato durante la canzone, da quel momento le luci saranno il quinto elemento della band. Veramente indescrivibile il lavoro offerto dai tecnici alle luci, non solo a tempo con le percussioni e i riff (e già non è cosa scontata) ma vere e proprie opere visive. Lo stesso live senza un’attenzione simile alla scenografia non sarebbe stato assolutamente la stessa cosa.
Parlando dei Tool c’è poco da dire. Impeccabili nel suonare pezzi sparsi in tutta la loro discografia. Oltre alla già citata Descending hanno presentato anche Invincible, altro inedito del nuovo album in arrivo. Le due canzoni fanno ben sperare e il 31 agosto sarà un giorno da segnare sicuramente sul calendario. Peccato per l’assenza di Lateralus ma ben gradita la presenza di Stinkfist a chiudere questo spettacolare live che ha letteralmente incantato.