Lo ha svelato il New York Times a 11 anni dall’accaduto perché la Universal lo aveva passato sotto silenzio
“The Day That Music Burned” è il titolo lapidario con cui il New York Times ha raccontato una delle vicende più gravi di sempre per l’’industria musicale. La Universal Music Group – insieme a Sony e Warner le tre maggiori etichette discografiche – avrebbe perso irrimediabilmente i master tape di 500 mila tra singoli e album. Il Times ha avuto accesso ad un report confidenziale della UMG in cui si stimava una perdita economica intorno ai $150 milioni. Il disastro avvenne nel giugno 2008, quando un incendio agli Universal Music Studios di Hollywood distrusse diverse strutture. All’epoca però i report sui danni parlarono solo di perdite di videocassette e bobine di film.
Cosa è andato perduto:
Le fiamme distrussero alcuni master analogici di fine anni ’40 e master digitali più recenti. Sia master originali, che master definitivi (alcuni di sessioni di registrazione mai commercializzate). Il master originale è il primo supporto su cui viene incisa la registrazione o di una voce o di uno strumento. Il master definitivo è invece il supporto che contiene il risultato dei missaggi dei master originali. La perdita di un master non significa necessariamente la perdita della canzone cui apparteneva, ma influisce sulla possibilità di realizzare ristampe ad alta qualità.