Il terzo album dei Kasabian, West Ryder Pauper Lunatic Asylum, è l’affermazione definitiva del gruppo.
Con il loro terzo album, i Kasabian si impongono definitivamente sulla scena indie, in un periodo di grande fermento. Il loro in realtà è sempre un indie “particolare”: lunghe code elettroniche, svarioni acidi che occhieggiano più alla house che al post-punk revival, evidenti debiti con il Post-Britpop, con lo “strutting” alla fratelli Gallagher, e con gli Stone Roses. I Kasabian, se pur canonicamente inseriti nella rosa di gruppi indie rock inglesi emersi a metà anni ’00 (Arctic Monkeys, Kaiser Chiefs, Franz Ferdinand, Bloc Party, Editors…), ne sono parte ma allo stesso tempo esclusi.
La musica della band è sempre vivace, aggressiva, allucinata. Presta un braccio al rock e un’altro alle discoteche. In West Ryder, la nostalgia anni ’70 incontra la produzione elettronica. L’adulterazione del suono, in tutti i loro album e soprattutto in questo, è il loro marchio di fabbrica. Per la prima volta protagonista assoluto è Serge Pizzorno, cantante, chitarrista, produttore e autore di tutte le canzoni (quasi). La sua genialità creativa esplode in canzoni che prendono il meglio da ogni genere, per creare una musica ad un tempo omogenea ma ricamata sui bordi. Per esempio, Underdog, il pezzo d’apertura, è forse l’unico tecnicamente “rock”, con un bel riff di chitarra distorta.
Una festa rave/rock che porta da tutte le parti e da nessuna parte.
Il resto del disco invece va da tutte le parti, come a smentire quella stessa definizione costrittiva di “indie rock”: l’inno da club di Fire, l’incubo elettro-disco Vlad the Impaler, la parentesi sperimentale Swarfiga, il techno punk di Fast Fuse, l’alternative folk della title track. Ogni traccia sembra confermare che il disco non ha, e non vuole avere, una direzione univoca. I Kasabian sono come degli adolescenti intervenuti ad un party illegale, magari un rave, e che vogliono provare ogni sensazione (e ogni sostanza) possibile.
Se a un primo ascolto l’album può sembrare caotico, nell’approfondirlo ci si accorge subito della cura usata negli arrangiamenti, nella mescolanza dei generi, nelle liriche, nella complessità dei ritmi. West Ryder Pauper Lunatic Asylum è un album che, se di indie rock si parla, dall’indie rock si affranca. Questo è l’album con il quale i Kasabian affermano di voler essere sempre e solo i Kasabian, incuranti di tutti gli altri, decisi sulla loro strada. West Ryder Pauper Lunatic Asylum è, già nel 2009, l’album che li consegna alla storia della musica, e ne ha tutto il merito.