Godzilla II – King of the Monsters, il kaiju per eccellenza si conferma un temibile Re

Godzilla II - King of the Monsters: maestoso, poetico e citazionista il nuovo film sul kaijū giapponese. Recensione a cura di Valerio Brandi.

Godzilla II - King of the Monsters
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Il MonsterVerse continua, e mostruosamente bene. Cinque anni dopo il capitolo che ha dato il via alla saga, Godzilla di Gareth Edwards, ecco Godzilla II – King of the Monsters di Michael Dougherty, il terzo del franchise considerando il prequel Kong – Skull Island. Cinque anni di attesa, anche nella sceneggiatura. La storia principale è ambientata nel 2019, con i membri del M.O.N.A.R.C.H., il dott. Ishiro Serizawa (Ken Watanabe) e la dott.ssa Vivienne Graham (Sally Hawkins) di nuovo tra i protagonisti, ma come nel primo lungometraggio l’inizio è segnato da flash-back determinanti per la trama e lo sviluppo dei personaggi.

Un passo indietro proprio al 2014, che ricorda tanto il prologo di un altro titolo della Warner Bros, Batman v Superman. Nella San Francisco devastata dalla lotta tra Godzilla e i M.U.T.O. una famiglia è disperata, minuto dopo minuto le speranze per Mike (Kyle Chandler) ed Emma Russel (Vera Farmiga) di ritrovare vivo il loro figliolo diminuiscono sempre di più. Una scomparsa che li cambierà profondamente, entrambi affronteranno la perdita in maniera diversa, e altrettanto differentemente saranno decisivi per le sorti dell’umanità 5 anni dopo.

Già il primo titolo del reboot di Gareth Edwards aveva dimostrato una cosa: questo Godzilla II – King of the Monsters è tutto ciò che i vecchi film sul personaggio non avevano o non avevano a sufficienza: un’altissima definizione per un’azione spettacolare.  Il nuovo regista Michael Dougherty riesce dunque a mantenere, se non migliorare, la qualità, che nonostante i tempi moderni non è sempre scontata: spesso e volentieri anche la più raffinata non riesce ad essere impeccabile e ad amalgamarsi bene con attori in carne e ossa. Godzilla II – King of the Monsters è quindi visivamente maestoso, gli effetti speciali rendono i mostri iper-realistici, anche più di un altro capolavoro visivo sempre di questa casa di produzione, ossia la saga di Animali Fantastici.

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Ma Godzilla II – King of the Monsters non è solo maestoso, ma anche molto poetico: la sceneggiatura ci offre tanti spunti di riflessione, a partire da due differenti visioni di nichilismo, che ricordano un po’ quelle offerte da Thanos nel Marvel Cinematic Universe. Nichilismo a cui si contrappone la speranza, anche nei confronti di un essere che nonostante le sue vecchie apparizioni è in ogni caso misterioso, forse è dalla parte dell’umanità, della giustizia, dell’equilibrio… oppure no? 

Godzilla II - King of the Monsters

Godzilla II – King of the Monsters è inoltre il film ideale per gli amanti di questo  non solo per gli effetti visivi, o all’introduzione di almeno altre tre leggendari mostri presenti nei vecchi film, ma anche per la colonna sonora. Vengono omaggiate tantissime musiche del passato, perfino quella della serie animata datata 1978 (da noi conosciuta anche grazie alla sigla cantata da Nico Fidenco).

Abbiamo già citato i quattro attori protagonisti, ma in questo nuovo film abbiamo altri due grandissimi innesti, tanto lontani anagraficamente l’uno dall’altro ma entrambi di assoluto valore. Il “vecchio” ma per niente obsoleto Charles Dance (per molti iconico Tywin Lannister ne Il Trono di Spade) e l’esordio cinematografico della giovanissima Millie Bobby Brown, che ha raggiunto grandissima e meritata notorietà grazie al personaggio di Undici in Stranger Things.

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Godzilla II - King of the Monsters

Grandissimi attori nobilitati da un altrettanto maestoso doppiaggio italiano. Grazie alla direzione di Massimo Corvo abbiamo per la prima volta il leggendario Michele Gammino a doppiare Charles Dance, e sempre per il discorso della perfetta unione tra veterani e nuove leve, a doppiare Millie Brown c’è una bellissima giovane voce, Luna Iansante, figlia del noto anche ai non appassionati di questo mestiere Christian.

Altre new entry, abbiamo Sabrina Duranti per Vera Farmiga e Massimo De Ambrosis su Kyle Chandler, Tiziana Avarista mantiene il suo ruolo su Sally Hawkins, così come Hal Yamanouchi merita una onorevole menzione. Vero Samurai italiano, la sua voce è ancora una volta il perfetto connubio tra doppiaggio e versione originale, ma anche il miglior modo per molti italiani per riuscire ad apprezzare la tonalità nipponica. Poetica in tutto e per tutto la sua recitazione, soprattutto quando pronuncia il nome del mostro protagonista. 

Non c’è altro da dire se non di restare in sala fino alla fine dei titoli di coda: c’è anche qui una scena finale, ma anche due omaggi a due protagonisti del passato di questa saga, recentemente scomparsi.