Il film è un racconto di strada, che riprende tutta la poetica urbana che gli Articolo 31 esprimono fin dal primo album, Strade di città (1993), specularmente a quanto fanno i rapper d’oltreoceano nei “ghetti” delle metropoli americane. I protagonisti sono giovani disillusi che cercano di dare un senso alle proprie giornate, tra lavoro, droga, criminalità e amore sfuggente e disperato.
Un affresco urbano che è lo stesso delle canzoni degli Articolo 31.
L’incontro tra i due protagonisti, Nico (Alessandro Aleotti) e Ray (Luca Perrini), e la formazione di un gruppo, rappresenta soltanto una parte della trama, che coinvolge varie scene di vita metropolitana, oscillando tra nichilismo e, potremmo dire, un neo-neorealismo proprio per esempio del cinema di Claudio Caligari (mutatis mutandis, sia chiaro). Senza filtro è perciò più un affresco, una rappresentazione d’insieme di un mondo, che è lo stesso che gli Articolo 31 ritraggono nelle loro canzoni.
Tutti questi elementi contribuiscono a formare un film certamente fondamentale per i fan degli Articolo 31, e anche per chi sia interessato ad approfondire la cultura rap Milanese di fine anni ’90 per via cinematografica. Soprattutto qui stanno i punti di interesse di un film come Senza filtro, più che nelle vicende rappresentate o nelle scene, seppur memorabili: come quella in cui J-Ax improvvisa al gabinetto di una discoteca su una base funky in sottofondo.
Certamente, quindi, un film da riscoprire, e da prendere come punto fondamentale nella carriera di uno dei più importanti gruppi rap italiani di sempre.