Quinto appuntamento con il Pagellone dedicato a Got. Avete visto la penultima puntata?
3,2,1…via col pagellone!
Daenerys Targaryen, 4
Un minuto di imbarazzato silenzio per quegli imprudenti genitori che in queste ore stanno assaltando gli uffici anagrafici di mezzo mondo, come neanche la corsa alle scialuppe del Titanic o al reddito di cittadinanza, nel disperato tentativo di ribattezzare migliaia di bambine incautamente chiamate “Daenerys” o “Khaleesi” nel corso di questi lunghi anni di ammirazione per la bella regina che liberava schiavi e lottava per un mondo migliore. Adesso a New York, Tokyo e Reggio Calabria numerose principessine, destinate a crisi di identità e a dissociazioni della personalità che neanche a Shutter Island, si trasformeranno in meno altisonanti e pretenziose “Susy”, “Junko” e “Pinuccia”. Sulla sua performance esplosiva che ha trasformato Approdo del re in Chernobyl e il suo popolo negli arrosticini abruzzesi ne parlerà Deny stessa stasera in tv.
La nostra, in crisi di consensi e con strana fuliggine ancora addosso, dirà più o meno così al salotto di Barbara D’Urso: “Avevo na stronza per cognata, il mio fidanzato è diventato mio nipote e mi voleva pure rubare il trono, la mia best friend e il maggiordomo so crepati e gli altri della gang se so rivelati infami, che dovevo fà? Subire? So umana anche io eh, forse ho esagerato ma sono umana, cazzo, ho dei sentimenti anche io”. E giù lacrime della conduttrice e applausi del pubblico. Tante le critiche, ma la madre dei draghi ha già incassato la difesa d’eccezione di Fabrizio Corona “Deny è una vittima del sistema, una trasgressiva incompresa come me, siamo anche stati insieme” e dell’avvocato Carlo Taormina che ha minacciato un plastico di Approdo del re a Porta a Porta per dimostrare che lei era estranea al massacro, avvenuto ad opera di “brutta gente che parlava slavo”, chiaramente “aiutata dal Pd”. A scagionarla pure lo zio Michele Misseri “so stato io col drago-trattore”. In attesa della resa dei conti con quel che resta di Westeros, un pensiero affettuoso ai tanti fan comunisti di Daenerys Targaryen: la lotta della madre dei draghi contro il capitalismo si è trasformata in una grigliata di proletari. O forse Deny ha confuso l’eroica Stalingrado con Hiroshima. Peccato, cavalcando il drago furioso e sbaragliando i nemici, aveva fatto impallidire tutti i The Avengers, il Liverpool e Carlo Conti. La battaglia era vinta e le manine sul trono. Ma poi ha scelto di essere temuta. Resta la lezione sulle rivoluzioni impastate di belle parole, tra cui le solite “libertà”, “popolo” e “destino”, ma che sfociano non di rado nell’orrore. E sui rivoluzionari che, partiti da novelli Gandhi, Che Guevara ed Elsa di Frozen, diventano spesso Caligola, Stalin o la saponificatrice di Correggio. E altre cose serie su cui però scriveranno quelli bravi.
Noi ci limitiamo a dire che da “distruttrice di catene” a “matta da legare” è un attimo. A Got mancava solo la distruzione dei suoi stessi miti, così ha sbeffeggiato chi credeva all’eroina predestinata, ai buoni per sempre, a un approdo morale sicuro, un’altra grande lezione. Già accostata ad Anakin Skywalker, i maligni affermano che nell’apoteosi la madre dei draghi cantava “Bruci la città\ e viva nel terrore\ nel giro di due ore\ svanisca tutto quanto\svanisca tutto il resto”…
Jon Snow\Aegon Targaryen, 5
Rifiuta sdegnoso la regale proposta di Varys con sprezzo maggiore dei nostri “no” alla citofonata del testimone di Geova la domenica mattina. La sua avversione alla politica supera per intensità e distacco il rapporto tra Dracula e l’aglio, l’arrotino e il silenzio, il pubblico de Il Grande Fratello e la Fenomenologia dello spirito di Hegel. Durante l’esecuzione infuocata dell’eunuco, che pure gli aveva proposto il trono e anticipato il pericolo rappresentato da Deny, il nostro sembra coinvolto e sul pezzo come Homer Simpson alla santa messa. Poiché bigotto non gli va più di scoparsi la zia, anche se con la verve di questa stagione forse ha problemi di erezione, contribuendo non poco a farla impazzire, e questo sebbene la sua unica battuta della stagione sia ormai “She’s my queen”. Poi lo vediamo assediare Approdo del re con lo stesso carisma e fuoco guerriero con cui andiamo dal dentista. Questa scena è tutto l’ultimo Jon Snow: qualcuno, in questo caso un drago, gli asfalta i nemici e spalanca le porte del successo. Intorno a lui il panico, la morte e il fuoco, ma il bel bruno sembra aggirarsi scazzato, ogni tanto ammazzando qualcuno quasi per caso, con l’indolenza infastidita con cui si accompagna la fidanzata da Zara. Poi scatta il fattore PC, che non sta per Potente Cazzimma ma per Politicamente Corretto. Il nostro inizia a osservare le fiamme e la strage con stupore e angoscia tipo San Francesco quando scoprì di odiare la ricchezza o Riccardo Fogli quando gli hanno detto in diretta tv che era cornuto. Quindi sventa uno stupro uccidendo un suo stesso soldato. Infine ordina la ritirata perché lui in questa storiaccia non vuole metterci la faccia. Verme Grigio prende un’altra strada, quella del Dracarys, e lo guarda come un rammollito un pochino traditore. I due incroceranno la spada prossimamente? Ci chiediamo cosa farà adesso che la sua regina si è rivelata una folle sanguinaria, scapperà al Nord a giocare a frisbee con Ghiaccio e contendere belle brute a Thormund? Oppure affronterà zia e drago dando un senso a quella resurrezione che ultimamente ci sembra un terno alla lotteria? Scaccerà la sindrome Harry Potter? Farà qualcosa che non sia trascinarsi malinconico come un cane bastonato di strage in strage? E soprattutto, se si fosse scomodato a scoparsi la zia ci saremmo evitati questo splatter bruciato? Intanto appare quel fenomeno di Scary Movie 3 che afferma “ho un sogno”, gli chiedono quale, e lui serissimo: “Avere un sogno”.
Varys, 7,5
Tra lupi, draghi, leoni e kraken, la parte del gigante stavolta l’ha fatta il ragno tessitore. Il maestro dei sussurri, oltre Piero e Alberto Angela, è l’unico che crede ancora nella divulgazione, pertanto manda in giro pizzini scottanti, con dentro la vera identità di Jon Snow e l’invito a sostenerlo come sovrano. Poiché ormai si sentiva dentro una personale Operazione Valchiria, ha provato pure lui ad assassinare il suo Hitler nel covo stesso del “mostro”: peccato che Deny aveva intrapreso il digiuno e si é persa le pietanze avvelenate di Varys e della sua uccelletta delle cucine. In grande arretrato di protagonismo e complotti, l’eunuco ha anche pregato Jon Snow di candidarsi a sovrano, ottenendo un rifiuto indignato che neanche avesse dato una pacca sul culo alla regina Elisabetta. Chiaramente finisce giustiziato con grande dignità come appunto Tom Cruise/colonnello Claus von Stauffenberg in Operazione Valchiria. Peccato Nella prima stagione Varys chiede ironicamente a Ned Stark, già prigioniero di Cersei, “guardami, vedi un eroe?”. Alla fine del colloquio il morituro lord di Grande Inverno gli domanda, un po’ confuso, di chi fosse a servizio, e l’eunuco risponde “del reame, qualcuno deve pur farlo”. Non mentiva. O partigiano Varys, portami via/ o bella ciao, Tyrion ciao, Sansa ciao, Davos ciao, ciao ciao/ o partigiano Varys portami via…
Tyrion Lannister, 6-
Prova a fare ragionare Deny su Varys e gli innocenti di Approdo del re, con gli esiti che conosciamo. Libera l’amato fratello che Deny usava per minacciarlo e ci regala un bel momento familiare. E pensare che se Stannis e Renly fossero stati realmente fratelli anche solo un centesimo di come lo sono stati i due leoni, la serie sarebbe finita alla seconda stagione, io sarei diventato medico e voi adesso leggereste Proust e non me. L’ultimo abbraccio tra il Folletto e lo Sterminatore di re chiude coerentemente uno splendido rapporto tra diversissimi che si sono sempre aiutati. Non sono stati celebrati quanto i Kennedy, non hanno scazzato come Caino e Abele e non hanno fumato quanto i Blues Brothers, ma il nano e il cavaliere sono la coppia fraterna migliore di tutte. L’ossessione di Tyrion per la salvaguardia dei cittadini della capitale e l’accordo con Deny sul fermate il fuoco al suono delle campane sono stati sentimenti, come si conviene alla storia di ogni buon riformista. La triste passeggiata tra le carcasse e rovine di una città distrutta, e no, non stiamo parlando di Roma, gli ha fatto capire tante cose. Ma adesso come si muoverà l’ultimo Lannister? Potrebbe stare zitto e prendersi Castel Granito come liquidazione, ma siamo certi che non rinuncerà alle sue parole e a un’ultima mossa. Chissà quanto starà rosicando Tywin da qualche cesso dell’aldilà sapendo che l’unico superstite della sua genie di biondi bellissimi é l’odiato nano. In molti lo danno sul Trono, sicuramente per lui siamo al “o la va o si spacca”. Piccolo uomo, grande destino?
Jaime Lannister, 7,5
Ha concluso la sua storia come l’ha iniziata, lottando per sua sorella, la sua amata. Anche stavolta scappa di prigione per ricongiungersi a Cersei. Anche stavolta vuole salvare Approdo del re, pronto a convincere la sorella ad arrendersi e a far suonare quelle benedette campane. La resa arriva prima del previsto ma sull’altro fronte c’é una che vuole fuoco e sangue. Nel disastro l’amore -con la fantasia degli sceneggiatori- gli dà la forza di abbattere Euron in un duello surreale, tutto battutine sceme del kraken, botte da ubriachi e lame recuperare e conficcate all’ultima frazione di secondo. Il nostro, sebbene pugnalato più volte di Giulio Cesare qualche marzo fa, si trascina fino alla Fortezza Rossa dove ritrova Cersei, proprio nel punto in cui si erano lasciati l’ultima volta, sopra la mappa gigante di Westeros, ritratto dei piani di gloria andati in fumo di lei. Il tentativo, alquanto improbabile, di fuggire dai sotterranei e raggiungere Essos con una barchetta va in fumo. Li attende la morte, la Fortezza Rossa che piomba sulle loro teste. A lui resta solo il tempo di stringere l’amante disperata, sussurrando un “siamo noi, tutto il resto non conta”. L’abbraccio tra Jaime e Cersei, quando tutto crolla, è come quello dei due amanti di Pompei: tra qualche secolo, da qualche parte, ritroveranno il calco di innamorati che si erano stretti l’un l’altra durante la catastrofe, l’amore a ingannare la morte. Lo Sterminatore di re non era un lord, non era un politico e neanche un marito, era solo un uomo innamorato. L’ultima battuta della prima puntata era sua: “quante cose si fanno per amore”. Grazie a lui abbiamo scoperto essere proprio tante.
Cersei Lannister, 5,5
L’aveva preparata bene: la flotta di ferro al largo della baia, l’esercito Lannister, la Compagnia Dorata, tanti scorpioni anti drago e migliaia di ostaggi. Ma qualcuno aveva deciso che l’ultimo drago sarebbe stato più forte di Messi, Goku super sayan 4, Fiorello e Mulan messi insieme. Cersei Lannister affacciata dal balcone della Fortezza Rossa stavolta non sorseggia vino e la sua espressione è sempre terrea, via via più angosciata. I suoi splendidi occhi verdi non fulminano o seducono nessuno, ma piangono. La puntata ci offre la leonessa più umana di sempre, così fragile, così perdente. La fuga impossibile con l’amato Jamie, che lei accoglie singhiozzando, e i secondi che precedono la fine ci regalano una Cersei inedita, così dolorante da delirare e lanciare suppliche sparse: “non voglio morire così” e soprattutto “voglio che nostro figlio viva”. È stata la vera, terribile e straordinaria regina di Got, ma era soprattutto una madre. Quanto ci ha affascinati e quanto ci ha inquietati e fatto incazzare in questi anni, ma le “mani” di Jaime a trattenere il viso tremante erano anche le nostre. Spaventata e braccata come un topo, la leonessa finisce in trappola, schiacciata dal suo stesso harem del potere che le crolla in testa. Tuttavia il suo ultimo abbraccio con il suo gemello e amore, rende la sua fine non orribile ma romantica. E stavolta, quando è partita Le piogge di Castamare, inno alla ferocia Lannister che dalle Nozze Rosse in poi ci ha sempre terrorizzati, non c’era paura nelle case di nessuno di noi. Solo silenzio. Quando sei qui vicino a me/ Questo soffitto viola/No, non esiste più/Io vedo il cielo sopra noi/Che restiamo qui/Abbandonati/Come se non ci fosse più/ Niente, più niente al mondo…
Euron Greyjoy, 5
E niente, altro che cugino dark e vincente del capitano Achab, é proprio un Jack Sparrow cresciuto a Gomorra. Stavolta non riesce a colpire il drago e la sua flotta dura meno di un camionista davanti al nuovo calendario di Belen. Per cialtronaggine della sceneggiatura spunta nella stessa caletta di Jaime e lo sfida farfugliando scemenze e facendosi pure uccidere, nonostante quello “giochi con la sinistra”. Muore senza mai aver sospettato un secondo che il figlio di Cersei non fosse suo. Resta il mistero sul perché si fosse lanciato in questa guerra, affondando flotte e ammazzando draghi. Davvero solo per la passera? Più che il grande kraken, uno squaletto ubriaco.
Harry Strickland & la Compagnia Dorata, 3
Speriamo almeno che si siano sollazzati con le puttane di Approdo del re. Sbarcati in massa per fare vincere Cersei, i più autorevoli mercenari di Essos si sono rivelati più inutili della scritta “vietato fumare” sui pacchetti di sigarette e della trama di un film porno. Travolti dal drago, non partecipano di fatto alla battaglia. Il capitano Harry Strickland, 8 parole in tutta la serie di cui 2 volte il termine “elefanti”, viene colpito alla schiena da Verme Grigio mentre fuggiva, nel derby a senso unico tra ex colleghi. Soldi, rubati ai Tyrell, rubati. La chiamavano la Compagnia Durata.
Verme Grigio, 6
Ormai é il comandante del crudele esercito dell’Impero, il Reynhard Heydrich (gerarca nazista soprannominato “il boia di Praga”) agli ordini di Deny. L’eunuco furioso guida i sempre più numerosi Immacolati (ma non erano quasi spariti a Grande Inverno?) nel sacco di Approdo del re, a resa dichiarata. La sua adesione alla linea Dracarys è netta e motivata dalla tragica fine di Missandei. Chi vorrà uccidere la “regina folle” dovrà fare i conti con lui. Emblematica l’uccisione a sorpresa al Lannister già arreso: non c’è peggior cattivo di un buono diventato cattivo.
Arya Stark, 5,5
Cavalca verso Cersei per completare la sua lista ma il Mastino all’ultimo le suggerisce di mollare la rischiosa vendetta e scegliere la vita. Lei stranamente accetta l’invito e gli regala un, per lei faticosissimo, “grazie”. Poi fa il casco blu dell’Onu provando a salvare gente tra rovine cascanti e fiammate assassine, senza grande esito. Scampata allo sterminio, trova un lucente cavallo bianco, come il giocattolo della bambina che aveva provato invano a salvare. Il signore della Luce ha ancora qualcosa in serbo per lei. Forse, saltata Cersei, sarà un’altra regina ad assaporare la lama della piccola lupa. Gli occhi verdi da chiudere ci sono tutti. Sarà la prossima Rey di Star Wars?
Qyburn, 5
I suoi scorpioni improvvisamente appaiono troppo lenti da caricare e spostare. I suoi aggiornamenti a Cersei sembrano la spietata telecronaca di una finale di Champions persa 4 a 0. Viene ucciso a sorpresa dalla Montagna, in una specie di splatter parricidio. Come lo scienziato ucciso da Rutger Hauer, l’androide da lui stesso creato, in Blade Runner, come lo stregone Babidi strozzato da Majin Bu, che lui stesso aveva risvegliato, in Dragon Ball, e come Bossi rottamato da Salvini. Ha giocato a essere Dio ma ha sbattuto la testa.
La Montagna, 5,5
Lo vediamo finalmente in faccia e non è un bello spettacolo. Se avesse giocato con gli Estranei forse la partita contro i “buoni” sarebbe finita diversamente. Sorprendente la sua rivolta a Cersei e al suo creatore Qyburn, al quale fracassa la testa contro un sasso. Anche gli zombie praticano il libero arbitrio e provano sentimenti, in questo caso la vendetta. L’attesissimo scontro col Mastino, il Cleganebowl, doveva essere spettacolare e lo è stato, complice la location con tanto di precipizio sulla città in fiamme. E proprio nelle fiamme finisce per entrambi, grazie alla mossa suicida del Mastino, che dal fratellone era stato arrostito sul camino tanto tempo prima. La Montagna era molto più forte, e soprattutto immune alle lame, ma ha fatto come la sua vecchia conoscenza Oberyn Martell: ha cincischiato e l’ha pagata. Quella di cavare gli occhi con la digitopressione evidentemente era proprio una firma. Impossibile non accostarlo al Nemesis di Resident Evil.
Il Mastino, 7,5
Nel fuoco era nata e nel fuoco finisce, così la faida tra i fratelli Clegane. Il suggerimento ad Arya prima di morire è paterno e ricorda Jean Reno con la piccola Natalie Portman in Leòn. E ottiene perfino un “Sandor, grazie”, quando nessuno lo chiamava per nome o lo ringraziava dalla sua vita precedente. Le quattro guardie reali uccise in quattro secondi sono l’ennesima dimostrazione della sua forza, ma il fratello zombie è troppo anche per lui, se non altro perché la Montagna sembra davvero indistruttibile, altro che il Re della notte. Stava per fare la stessa fine di Oberyn Martell ma l’ultimo guizzo lo premia. Il Cleganbowl é un’americanata legittima e l’abbraccio fraterno giù nel fuoco, da cui tutto era partito, è coerente. Il Mastino non amava la vita ma la sua morte ci spiace lo stesso. Si incazzava se qualcuno lo chiamava cavaliere perché lui di questi titoli nobiliari detestava l’ipocrisia, faceva di tutto per non piacere ma era uno dei migliori. Il dio della luce l’aveva scelto, col solito coraggio situazionista che hanno le divinità di scegliere sempre personaggi un po’ improbabili. Si incazzerebbe un sacco se adesso scoprisse che stiamo parlando bene di lui, quindi chiudiamola qui.
Dotrakhi e Immacolati, 7
Uccidono e devastano, ok. Ma come fanno a moltiplicarsi di battaglia in battaglia? A Winterfell ne erano sopravvissuti pochissimi, in particolare tra i guerrieri a cavallo, e al largo di Roccia del drago erano affondanti in tanti, ma nella prossima puntata costituiranno l’ingente esercito del Male, sulla scia degli Assaltatori Imperiali, i Mangiamorte, gli Unni e i guaglioni di Genny Savastano. Combatteranno contro gli alleati del Nord? Moltiplicazione di pani, pesci e Dotrakhi.
Clima, 5
La stagione precedente si chiudeva con la neve su Approdo del re, adesso ci potrebbero fare il sequel di Ferie d’Agosto. Chissà cosa direbbe Greta Thunberg.
Popolino di Approdo del re, 5,5
Cittadinanza priva di soggettività stile Gotham City e che ha subito tanto, avrebbe bisogno di un eroe che forse non merita. Invece arriva Deny ad arrostirli tutti. In città i quattro superstiti mormorano con nostalgia “quando c’era Cersei…”. Fu una generalessa di vent’anni\ occhi verdini e giacca nera\ fu una generalessa di vent’anni\ figlia d’un temporale\ ora i bambini dormono su Fondo delle Pulci.