Guccini ha le idee molto chiare sul vice-premier leghista.
Dopo Fabrizio De André, la parabola di apprezzamenti musicali di Matteo Salvini ha travolto Francesco Guccini. Il ministro dell’Interno, in uno dei suoi numerosi interventi pubblici, ha dichiarato di amare la musica del cantautore modenese. “Canto spesso La locomotiva” avrebbe poi aggiunto, scatenando l’ironia del web come quando, lo scorso 11 gennaio, commemorò De Andrè citandone la celeberrima Il pescatore.
Nemmeno Guccini in persona si è sottratto dal commentare la vicenda. Il maestro si era già espresso chiaramente sulle derive autoritarie dell’attuale governo, in un’intervista rilasciata a Radio Capital lo scorso febbraio:
“Un’atmosfera, un certo sentore, un profumo di regime in Italia c’è”
Un atto di profonda dissociazione.
E d’altronde non poteva che essere così. Il cantore di Dio che muore nei campi di sterminio non poteva rimanere indifferente agli apprezzamenti di Matteo Salvini, per via delle correnti a cui associa la sua fede politica. In un evento organizzato dal dipartimento di composizione del Conservatorio Alessandro Scarlatti di Palermo ha dichiarato:
“Se le mie canzoni piacciono a Matteo Salvini, non ho alcuna responsabilità. Con le dovute differenze, anche Dante è stato letto da cani e porci”
Guccini non la manda a dire al politicante di turno, e non nasconde tra le righe l’aspro giudizio che ne ha. Non ci sono state risposte dal destinatario, solito trattenere aspri confronti sui social con chiunque rappresenti un nemico delle sue idee. Evidentemente è troppo impegnato nella sua tortuosa campagna elettorale per rispondere come suole, o forse ha finalmente smesso di fare la voce grossa.